LAVORO DI QUALITA’ PER LE DONNE OCCUPATE NEL TERZIARIO DI MERCATO


ELENA MORELLO (TERZIARIO DONNA ASCOM PADOVA): “SU 100 DONNE CHE LAVORANO ALLE DIPENDENZE, 75 SONO OCCUPATE NEL NOSTRO COMPARTO”

Partiamo dall’affermazione che ormai tutti conoscono: l’Italia è in piena crisi demografica. Le donne non fanno figli, a differenza degli altri Paesi europei, dove sono più numerose le donne che lavorano. Più lavoro, più welfare, più strumenti di conciliazione lavoro-famiglia significano più figli.
“Non può essere un caso – commenta Elena Morello, presidente di Terziario Donna Confcommercio Ascom Padova – se Danimarca, Svezia e Islanda hanno un indice di fertilità all’1,7% rispetto all’1,2 dell’Italia e hanno il  77% di tasso partecipazione al lavoro”.
No, non è un caso. Come non è un caso che un settore “molto fertile” per l’occupazione femminile sia il terziario di mercato: su 100 donne che lavorano alle dipendenze a tempo indeterminato 75 sono infatti occupate in questo settore, così vitale da essere anche palestra per eccellenza dell’autoimprenditorialità.
“Che il terziario sia soprattutto donna – continua Morello – lo dicono i numeri elaborati dall’Ufficio Studi di Confcommercio: su 100 occupati dipendenti nei servizi 51 sono donne, mentre su 100 occupati dipendenti nell’industria e nelle banche solo 27 sono donne, e poi si lavora prevalentemente a tempo indeterminato: su 100 donne dipendenti nel terziario di mercato, oltre 65 hanno un contratto a tempo indeterminato”.
Una cosa è certa: si fanno più figli laddove la partecipazione delle donne al lavoro e alla società è più alta.
“Purtroppo – mette in luce la presidente di Terziario Donna Confcommercio Ascom Padova – nel nostro Paese continuiamo a percepire la realtà in modo distorto. Colpa degli stereotipi che non ci fanno vedere che la partecipazione al lavoro delle donne è più alta laddove ci sono livelli di qualità della vita e servizi maggiori”.
Un esempio?
Nell’immaginario collettivo le famiglie numerose sono concentrate nel Sud Italia, quando invece è assodato che al Sud ormai le donne fanno meno figli che al Nord.
“Al netto delle polemiche che anche un tema come questo ha suscitato nel nostro Paese – aggiunge Morello – deve essere chiaro che ciò che serve è creare un cambiamento culturale mirato a raggiungere una più equa parità di genere, attivando i talenti femminili per stimolare la crescita economica e sociale del Paese. Logico poi che servano anche sostegni di tipo legislativo. Bene pertanto la scelta del governo di ridurre il nucleo contributivo, che auspichiamo possa diventare strutturale, e l’incentivazione al welfare aziendale. Se si proseguirà su questa strada l’occupazione femminile ne trarrà vantaggio e ne trarrà vantaggio il lavoro nel suo complesso visto che quella nel terziario è un’occupazione di qualità: già oggi i tre quarti delle lavoratrici che hanno un contratto a tempo indeterminato sono occupate nel terziario”.  Infine un appello. “Dobbiamo convincere le ragazze e le loro famiglie – conclude Elena Morello – che il mercato del lavoro chiede la diffusione delle materie STEM (scientifiche, tecniche, ingegneristiche e matematiche) perchè non è vero che sono più portate per le materie umanistiche. Possono eccellere dappertutto e possono farlo senza timori reverenziali”.

PADOVA 30 MAGGIO 2023

 

(Ascom Padova)