Covid Cina, nuova ondata con milioni di contagi. Italia non rischia

(Adnkronos) – Una nuova ondata di Covid 19 è in corso in Cina, con un picco da circa 65 milioni di contagi a settimana atteso a fine giugno secondo le previsioni di Zhong Nanshan, il principale esperto di malattie respiratorie del gigante asiatico, intervenuto a Guangzhou al Greater Bay Area Science Forum. Ad alimentare la nuova ondata di contagi – riporta il ‘Globel Times’ – sono le varianti XBB di Sars-CoV-2, diventate dominanti nel Paese. Mutanti contro cui la Cina ha approvato due nuovi vaccini prossimi alla commercializzazione e si appresta ad autorizzarne altri 3 o 4, ha riferito Zhong.  

Per la National Health Commission le varianti XBB, ricombinanti di Omicron, mostrano una trasmissibilità e una fuga immunitaria superiori a Omicron, ma senza cambiamenti significativi in termini di patogenicità. L’ondata in corso non dovrebbe dunque produrre sugli ospedali cinesi gli effetti travolgenti visti lo scorso inverno dopo l’abbandono della politica Zero Covid. Wang Guangfa, esperto di malattie respiratorie del Peking University First Hospital, ha però sottolineato al Global Times l’importanza per le persone fragili di adottare opportune misure di prevenzione. 

Dall’Italia, si osserva la situazione cinese con relativa tranquillità. Le varianti XBB” di Sars-CoV-2 “di sicuro hanno caratteristiche di trasmissibilità e immunoevasione” tali da far prevedere “anche da noi un possibile rialzo dei contagi fra 2-3 mesi”. Se lo aspetta per l’estate alle porte Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano. Ma sarà “un rialzo non importante, probabilmente senza un impatto significativo in termini di casi gravi”, spiega l’esperto all’Adnkronos Salute. 

“Il virus rimarrà con noi – ribadisce Pregliasco – con andamenti ondulanti e non sincroni a livello mondiale”, guidati nelle diverse aree del mondo “dai livelli di immunità ibrida acquisita dalla popolazione (il mix tra vaccinazione, infezione e vaccinazione più infezione) e dalla distanza dall’ultima onda. Noi al momento siamo in una fase decrescente perché abbiamo subito un’onda di risalita poco tempo fa”, ma nel prossimo futuro “un rialzo è possibile” con il calo dell’immunità ibrida, quindi con l’aumento del bacino dei vulnerabili al contagio, e con la diffusione di mutanti trasmissibili e immunoevasivi come i ricombinanti di Omicron XBB. 

“Sicuramente 65 milioni di casi a settimana su una popolazione di 1,5 mld vogliono dire numeri abbastanza importanti. Ma dobbiamo vedere la ricaduta, perché potremmo avere il 5% della popolazione che si fa una forma che è poco più di un raffreddore, diverso è dire che rischiano la polmonite. E io non credo sia quest’ultimo il risultato perché con le varianti Omicron siamo di fronte a forme meno impegnative di malattia. Oggi anche XBB non dovrebbe dare conseguenze cliniche importanti. Ci dobbiamo preoccupare noi in Italia? Io non credo, ma loro in Cina si gestiranno la loro ondata Covid”, dice all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive San Martino di Genova. 

“E’ evidente che” in Cina “hanno una copertura vaccinale diversa dalla nostra, una grande parte dei cinesi si è immunizzata 4-5 mesi fa e sappiamo bene che questa immunità da Omicron dura meno del vaccino. Ma è un problema loro. A dimostrazione del fatto che bene abbiamo fatto con le vaccinazioni in Italia e in Europa”, conclude Bassetti. 

“La contagiosità di un virus, non accompagnata da patogenicità, non deve preoccupare”, afferma all’Adnkronos Salute Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. 

E se dagli esperti del gigante asiatico arriva un invito alla prudenza, rivolto alle fasce di popolazione più vulnerabili, l’esperta sottolinea che “i fragili, in quanto tali, sono aggredibili da qualsiasi agente esterno e dovrebbero adottare misure preventive sempre. Perché il mondo – chiosa Gismondo – più che da uomini è popolato da microbi”. 

 

 

 

 

(Adnkronos – Salute)

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