Nuovi dati positivi sul PM1183 mostrano un tasso di riscontro del 36% come agente singolo in pazienti con cancro del polmone a piccole

– PharmaMar (MCE: PHM) ha presentato durante il congresso della societa’ europea per l’oncologia medica (ESMO), tenuto a Madrid, risultati positivi del PM1183 (lurbinectedina) in una coorte di 36 pazienti come monoterapia per malati di cancro del polmone a piccole cellule avanzato e recidivo.

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L’ abstract #1529 ‘Activity of lurbinectedin (PM1183) as single agent and in combination in patients with advanced small cell lung cancer (SCLC)’ mostra un tasso di risposta oggettivo del 36% quando il PM1183 e’ usato come agente singolo.

I risultati diventano di particolare rilevanza se si tiene conto che il carcinoma polmonare a piccole cellule e’ il tipo di cancro del polmone piu’ aggressivo per cui esiste un solo trattamento, il topotecan, approvato piu’ di 15 anni fa nella malattia avanzata e recidiva. Questo farmaco mostra un tasso di risposta che varia tra il 17% e il 24%.

La dottoressa Maria Eugenia Olmedo, oncologa dell’Ospedale Universitario Ramon y Cajal spiega, “PM1183 e’ un composto promettente sia in combinazione che come agente singolo nei sottotipiu’ di cancro al polmone. Particolarmente interessante e’ la combinazione con antracicline data la loro ben nota attivita’ in questo tipo di tumore, ed anche con una riconosciuta e gestibile tossicita’.”

Come lei stessa illustra, “il 70% dei pazienti ha metastasi al momento della diagnosi. Malgrado questo sia uno dei tumori solidi piu’ sensibili a chemio e radio terapia, la risposta e’ di durata limitata e l’efficacia della cura di recupero e’ molto debole. Cio’ spiega la limitata sopravvivenza di questi pazienti e la necessita’ di nuove terapie.”

La dottoressa Olmedo ha evidenziato il basso numero di progressi che esiste ad oggi nell’SCLC. “Gli sviluppiu’ terapeutici in questa malattia sono stati scarsi per piu’ di 15 anni. Abbiamo bisogno di nuovi approcci terapeutici e nuovi composti che possano cambiare il corso di questa malattia che ha un cosi’ alto tasso di mortalita’ .”

Questo abstract mostra anche i risultati della coorte B raggiunti nello studio clinico di fase II del PM1183 in combinazione con doxorubicina che ha portato successivamente all’avvio del test pilota Atlantis di fase III, che sta al momento reclutando pazienti, e dove si raggiunge una sopravvivenza senza progressione (PFS) di almeno 5,3 mesi e si osserva una risposta oggettiva del 37% nei pazienti in combinazione con la doxorubicina. Questa PFS aumenta fino a 6,2 mesi nei pazienti sensibili al platino.

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(Immediapress – Adnkronos
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