Ricerca: cervello ‘cannibale’, senza sonno comincia a mangiare se stesso

Milano, 25 mag. (AdnKronos Salute) – Dormire poco alla lunga puo’ costare molto caro. Se la deprivazione di sonno diventa cronica, il cervello comincia a distruggere e a digerire le proprie cellule danneggiate. In altre parole, inizia a mangiare se stesso. Una sorta di ‘cannibalismo’ che nasce dal bisogno di difendersi e che sulle prime ha effetti benefici (eliminare i detriti ‘tossici’ e ripristinare i circuiti neurologici logorati dalla mancanza di riposo potrebbe infatti proteggere le connessioni ancora sane), ma che nel tempo rischia di aumentare il pericolo di ammalarsi di Alzheimer o di altri disturbi neurologici. La scoperta, italiana, e’ pubblicata sul ‘Journal of Neuroscience’ da Michele Bellesi dell’universita’ Politecnica delle Marche.

Lo studio e’ stato condotto sui topi. Il cervello di animali che dormivano quanto volevano e’ stato confrontato con quello di roditori tenuti svegli per 8 ore e con quello di un altro gruppo privato del sonno per 5 giorni. Gli scienziati si sono concentrati sull’attivita’ delle cellule gliali che formano il ‘sistema spazzino’ del cervello, perche’ gia’ in precedenti ricerche un gene che la regola e’ risultato piu’ ‘acceso’ dopo un periodo di deprivazione di sonno. Bellesi e colleghi hanno lavorato in particolare sugli astrociti – cellule che hanno il compito di ‘potare’ le sinapsi inutili, rimodellando al meglio queste connessioni fra neuroni – e sulle cellule microgliali che eliminano le cellule danneggiate e i loro detriti.

Ebbene, non solo gli astrociti si sono mostrati piu’ attivi nei topi assonnati che in quelli riposati (piu’ del doppio negli animali deprivati di sonno, rispetto al gruppo controllo che dormiva a piacimento), ma anche le cellule microgliali erano molto piu’ indaffarate nei roditori con deprivazione cronica di sonno. E sono proprio queste ultime a preoccupare di piu’ gli autori: “Un’attivazione microgliale sostenuta – sottolinea infatti Bellesi – e’ stata osservata nella malattia di Alzheimer e in altre forme di neurodegenerazione”.

“Abbiamo dimostrato per la prima volta che porzioni di sinapsi vengono letteralmente mangiate dagli astrociti a causa della perdita di sonno”, spiega Bellesi. In se’ questo potrebbe essere inizialmente una buona cosa, perche’ si e’ visto che le sinapsi colpite sono quelle piu’ ‘anziane’, usate da piu’ tempo e quindi piu’ ‘stanche’. “Sono come vecchi mobili che probabilmente hanno bisogno di piu’ attenzione e pulizia”. Il problema, ribadisce l’autore, sembra piuttosto l’iperattivazione della microglia.

Queste evidenze potrebbero spiegare perche’ una mancanza prolungata di sonno rende le persone piu’ vulnerabili al rischio di demenza, conferma Agne’s Nadjar dell’universita’ di Bordeaux in Francia, citata dal ‘New Scientist’.

Non e’ ancora chiaro se dormire di piu’ puo’ proteggere il cervello o salvarlo dagli effetti di un paio di notti in bianco. Capirlo sara’ importante, ma intanto il prossimo passo sara’ indagare sulla durata di questo ‘cannibalismo cerebrale’ da insonnia cronica.

(Adnkronos)

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