Brexit, esperto FinTech: “Futuro da decifrare, ma resta ottimismo”

Roma, 30 mar. (Labitalia) – Un futuro ancora da decifrare, ma con una buona dose di ottimismo. E’ il post-Brexit per uno dei professionisti italiani che vivono e lavorano nel Regno Unito: Luca Sabia, quarantenne lucano, che, dopo anni in Italia nel campo della comunicazione aziendale per multinazionali, adesso in Gran Bretagna si occupa di FinTech e finanza alternativa con la sua azienda ‘Schema21’.

“Mi sono trasferito nel Regno Unito -racconta Sabia a Labitalia- un paio di anni fa con l’obiettivo di allargare i miei orizzonti professionali, imparare cose nuove e crescere sia personalmente sia professionalmente. Cosi’, con una borsa di studio in tasca e un breve periodo al Financial Times, ho deciso di fondare la mia azienda come conseguenza di un percorso di ricerca iniziato alla Durham University Business School dove ho conseguito un Mba studiando strategia, marketing internazionale e finanza”.

“Oggi -spiega- mi occupo di FinTech e finanza alternativa con l’obiettivo di aiutare startupper e piccole e medie imprese a raccogliere capitali per lanciare nuove idee di business o far crescere business gia’ esistenti. Il Regno Unito, in questo senso, rappresenta ancora una delle eccellenze mondiali, il luogo ideale dove poter intraprendere un percorso di carriera simile. Infatti, siamo -sottolinea Sabia- in uno dei mercati internazionali piu’ importanti che ha saputo nel tempo attirare i migliori progetti e professionisti. Inoltre, la regolamentazione in vigore e’ una delle piu’ efficaci al mondo e l’attenzione del regolatore e’ massima per garantire un mercato sano e trasparente tanto per gli imprenditori che per gli investitori”.

Ma cosa accadra’ dopo la Brexit? “Cosa accadra’ nell’era post-articolo 50, dal mio personalissimo punto di vista -sottolinea- e’ presto per dirlo. Ci sono diverse correnti di pensiero in merito, molto spesso contrastanti tra loro e che riflettono la divisione che la campagna referendaria ha saputo creare. Percio’, prima che un buon negoziato, penso sia opportuno ripartire dal cuore del Paese, che non e’ Londra, per ricostruire una nuova narrativa”.

“Piu’ in generale, il FinTech, come la finanza alternativa, rappresentano una grande sfida -continua Sabia- per la politica oltre le ragioni della Brexit, e questo ha varie cause. Per esempio, la frammentazione dei mercati portata dalla costante innovazione tecnologica richiede alla politica un grande sforzo per unire i vari frammenti”.

“Piu’ in particolare, il tema dell’attrazione del migliore capitale umano in circolazione -conclude Sabia- potrebbe diventare un tema da affrontare nel futuro prossimo e non e’ il solo. Penso, per esempio, all’impatto che i negoziati potranno avere sul pound e sull’inflazione e quindi piu’ in generale sulla bilancia commerciale e sulla capacita’ di investimento da parte degli investitori privati. Insomma, un bel rebus, ma da quanto visto finora resto ottimista”.

(Adnkronos)

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