Il Professor Monti rimandato a nuovo anno: intervista con l’Economista Oscar Giannino

Oscar GianninoSiamo riusciti a scambiare due parole con uno dei personaggi maggiormente esposti in questo periodo, famoso per le sue lotte di principio a sostegno della piccola e media impresa e contro l’incedere impositivo dello Stato Italiano. La sua presenza a Padova lo scorso 13 ottobre in occasione del meeting del movimento “Fermiamo il declino” è stata lo spunto per poter approfondire alcuni temi di attualità economica e politica

d.Dott. Giannino qual è il suo giudizio di economista sul provvedimento di stabilità varato dal Governo?

R. Il mio giudizio è del tutto negativo. Si conferma la linea di finanza pubblica incentrata al solo miglioramento dei saldi attraverso strumento della fiscalità, perseguendo l’errore di voler distinguere sempre i contribuenti, tra dipendenti e lavoratori autonomi. Un comportamento inspiegabile quello del  dilazionare i vantaggi derivanti dalle detrazioni fiscali rispetto all’immediatezza dei tagli. A questo si aggiunga che, in un periodo di contrazione del PIL e dei consumi, alzare l’imposizione indiretta anche di un 1% dovrebbe comportare una riduzione di imposta diretta ben oltre la misura stabilita dal Governo, per poter pensare ad una compensazione reale. Questo tipo di manovra, invece, comporta prima di tutto un ulteriore calo del PIL, dovuto ad una contrazione dei consumi in un mercato contraddistinto già da prezzi elevati ed inoltre colpisce in maniera indifferenziata i redditi bassi nella stessa misura di quelli alti.

Alcuni additano gli economisti ed i tecnici  come troppo concentrati sui mercati finanziari  e meno attenti ad  aspetti della vita di uno Stato legati maggiormente alla sfera sociale. Come risponde a questa critica?

In realtà ci si dimentica che tutto il capitolo del welfare come lo conosciamo sino ad oggi , non è più sostenibile. Perche se si aumenta continuamente la spesa , nonostante l’ingresso nell’Euro ci avesse consegnato un risparmio in termini di interessi sul debito di svariati miliardi, si è costretti a tagliare per riportarci nei parametri corretti. Quello che io credo occorra fare è un welfare razionale, ad esempio partire da una riduzione del cuneo fiscale per i giovani occupati, ridurre l’imposizione dei redditi legandola anche all’età, aumentare l’occupazione incentivando un incremento della produttività a fronte di una riduzione del costo lordo imputabile alle imprese. Si deve pensare a riorientare il welfare , pensiamo come la riforma delle pensioni abbia spaccato il mondo previdenziale tra coloro che hanno molto e coloro che non avranno forse nemmeno il minimo . Certo è che  l’aver votato la riforma Fornero  prima e l’affannarsi ora a volerla smontare , non sembra un bel esempio di efficienza . Nel nostro Paese si è fatta assistenza sociale in nome di finte disuguaglianze, è demagogico oggi dire tutti in pensione a 58 anni, la domanda è “Chi paga?”

Molti in Italia additano la Germania come  causa dei nostri problemi e la Cancelliera Merkel a capo di un “complotto” ai danni del nostro Paese. Lei è uno dei pochi che respinge questa critica e che anzi la addita come la solita barzelletta italiana. E’  ancora convinto di questo , o crede che sia una fase oramai superata?

Ribadisco che si tratta di pura critica pretestuosa, sollevata da chi sa che sarebbe difficile giustificare determinati capitoli di spesa pubblica e che in questi anni ha badato più a spendere che a tagliare. Anzi la polemica a mio avviso prenderà vigore in questo ultimo scorcio dell’anno , proprio perché come ha rilevato il Fondo Monetario, manovre come quelle che hanno dovuto subire Paesi quali Grecia, Spagna ed Italia , genereranno un ulteriore pressione negativa sul PIL  ed in questo caso è più semplice dipingere la Germania come la nazione dall’elmo piombato piuttosto che ammettere di non aver fatto ciò che andava fatto.

Luigi Del Giacco

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