Meglio come la Grecia che pagare troppe tasse -risposta al prof. Monti

Mario MontiCaro Professore, ricordo le sue lezioni all’Università e mai mi sarei aspettato una frase del tipo “meglio maggiori tasse che come la Grecia”. Forse Lei, da famoso Europeista convinto, pensa che tutto sia sacrificabile in nome della difesa dell’euro. Ma mai avrei pensato potesse uscire dalle sue labbra una frase tanto statalista come quella riportata dalle cronache. Sicuramente i tremontiani non saranno contenti delle sue prese di posizione, visto che da sempre sostengono la spesa pubblica come mezzo di crescita del PIL. Ma da Lei ancora non siamo venuti a conoscenza di che cosa si voglia fare dal lato della crescita. Maggiori tasse per agire in entrata, dice Lei, ma la crescita del PIL a parità d’imposta potrebbe portare  in teoria allo stesso risultato.

Facendo una semplice cronistoria: la Spagna ha annunciato che sarà difficile per loro rispettare il pareggio di bilancio poiché non vogliono caricare di tasse il proprio popolo, la Grecia è stata fermata sull’orlo di un referendum per uscire dalla moneta unica, passando dall’Inghilterra che mantiene un piede dentro ed uno fuori. Allora si, le rispondo personalmente meglio come la Grecia che un aumento delle tasse, e le spiego anche perché.

L’aumento dell’Iva e del gasolio provoca e provocherà un aumento esponenziale dei prezzi dei prodotti a scaffale, con conseguente diminuzione dei consumi e del gettito, vedasi il mercato dell’auto, in cui i due incrementi hanno già generato un crollo del mercato del 26%. L’imposizione fiscale, siccome la Guardia di Finanza non può essere ovunque in ogni momento, genera effetti di elusione ed evasione con stimolo del cosiddetto “nero”. I suicidi sono oramai all’ordine del giorno, come del resto i furti nei supermercati, anche da parte di normali e poveri cittadini italiani, generati dall’impossibilità per le famiglie di arrivare a fine mese.

Ma allora cosa c’è di diverso dalla Grecia?, la piazza?, l’assenza dei bombe molotov?, ok, ma dal punto di vista delle prospettive non abbiamo nulla di diverso dai cugini ellenici. Lei parla di credibilità internazionale ma anche qui avrei qualche appunto: dal punto di vista politico non si riesce a riportare due Marò a casa, investimenti produttivi seri non se ne vedono; la informo che ad esempio la multinazionale Koreana Coway LDT ha deciso dopo solo un anno di chiudere la propria filiale Italiana poiché non vi sono prospettive di crescita di medio lungo termine. Però siamo andati a sbandierare la riforma del lavoro in tutti i palcoscenici internazionali, ma a che pro se nulla è previsto in termini di incentivazione all’investimento e allo sviluppo.

Le fondazioni bancarie, Lei afferma giustamente, non sono assoggettabili all’IMU perché svolgono attività benefiche, ma caro Professore gli imprenditori in difficoltà che sono a tutti gli effetti un problema sociale possono rivolgersi alle Fondazioni?, possono chiedere un sostegno agli investimenti produttivi?.

Mi auguro, visto che come Lei ha annunciato appena fuori dalla crisi, sarà possibile diminuire la pressione fiscale per il ceto borghese e meno abbiente, allo scopo di attivare meccanismi di reinvestimento. A mio avviso, dal basso della mia intelligenza, credo che la rimanente parte del 2012 sarà davvero tragica per molte famiglie se il Governo non riuscirà ad attivare straordinarie misure di impulso ad hoc. Il problema non è Lei o il Governo tecnico ma la politica rappresentativa del popolo, che ha deluso e sta deludendo su tutti i fronti.

Redazione padovanews – Luigi Del Giacco ([email protected])

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