SALUTE: COLDIRETTI IN CAMPO PER LA TRASPARENZA.

SALUTE: COLDIRETTI IN CAMPO PER LA TRASPARENZA.

SALUTE: COLDIRETTI IN CAMPO PER LA TRASPARENZA.

Dopo blitz agricoltori al porto di Manfredonia, in Polesine prosegue la raccolta firme per l’etichetta trasparente sui cibi.

Ecco dove si firma

È proprio di questi giorni il blitz fatto dai soci Coldiretti al porto di Manfredonia per dimostrare con i fatti la lotta al falso made in Italy con l’individuazione di una nave carica di grano canadese trattato con glifosate, sostanza illegale in Italia, che sarebbe potuto finire sotto forma di pasta o pane sulle nostre tavole.

“Ancora una volta è attaccata la nostra produzione nazionale e il nostro agroalimentare: in questo caso i cereali, come quelli polesani, che già vengono pagati troppo poco e subiscono l’onta delle importazioni che affondano ulteriormente i nostri margi i. Per difenderci possiamo contribuire anche come consumatori a identificare la provenienza dei cibi insistendo su una etichettatura chiara e certa” commenta così il presidente di Coldiretti Rovigo, Carlo Salvan.

Distintività contro omologazione, trasparenza contro fake food: prosegue per questo la raccolta firme di Coldiretti per arrivare a una legge di iniziativa popolare che porti l’Europa a cambiare strada sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola con l’obbligo dell’etichetta d’origine, a livello europeo, su tutti gli alimenti in commercio. Già raccolte, fino ad oggi, migliaia di firme tra i cittadini con i gazebo Coldiretti.

“L’iniziativa sarà presentata nuovamente ai consumatori a partire da questo fine settimana nei mercati di Campagna Amica e negli agriturismi Terranostra, perché non è possibili continuare a vedere cibi importati e camuffati come italiani – prosegue Salvan –. Coldiretti tra i suoi obiettivi deve certamente difendere il reddito degli agricoltori, ma ha a cuore la salute dei cittadini e la sicurezza alimentare. Lo fa sicuramente tramite la vendita diretta dei prodotti agroalimentari, lo fa con i pasti negli agriturismi e le merende nelle fattorie didattiche, ma di fronte agli scaffali della grande distribuzione l’inganno può essere servito con molta facilità. Il codice doganale permette, infatti, che i prodotti stranieri si possano spacciare per tricolori grazie a questa norma che consente l’italianizzazione tramite trasformazioni anche minime. La raccolta firme di Coldiretti, invece, sostiene la richiesta di rendere esplicite e chiare le indicazioni dell’origine di provenienza per tutti i prodotti che entrano nel mercato comune. Ricordiamoci che dietro a questi finti prodotti italiani si nascondono standard diversi rispetto a quelli imposti dalla legislazione italiana, quindi si entra nel merito della sicurezza alimentare, ma anche il rispetto di regole ambientali e norme sul lavoro differenti”.

(Coldiretti Padova)