Camani (Pd): “Referendum autonomia, su interpretazione sentenza Corte, Zaia in grave e pericolosa malafede”

07 febbraio 2025

(Arv) Venezia 7 feb. 2025 –   “Le affermazioni di Zaia a commento della sentenza della Corte sono particolarmente gravi: disoneste sotto il profilo intellettuale e pericolose dal punto di vista politico. Ancora una volta il Presidente prende in giro i veneti e gli italiani. Appare davvero impossibile potersi fidare di lui”. Lo dice la capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto Vanessa Camani che aggiunge: “La Corte lo scrive chiaramente, dichiarando l’inammissibilità del quesito referendario sull’autonomia perché ‘l’oggetto del quesito non esiste più’. In maniera ancora più chiara rispetto alla stessa sentenza 192, evidenzia che la legge Calderoli nei fatti è già stata abrogata con autorevolezza dalla Consulta. E che siccome non si può celebrare un referendum abrogativo di una legge che nella sostanza non esiste più, il referendum appare inutile. Non solo: la Corte ribadisce anche che la sentenza 192 ha di fatto dichiarato l’impossibilità sostanziale di trasferire non solo le funzioni Lep, ma anche quelle non Lep, ma che hanno rilevanza nell’ambito di diritti civili e sociali. E che, infine, anche una quota significativa delle residue funzioni risulta in ogni caso difficilmente trasferibile poiché richiamano a una disciplina comunitaria. Infine, la Corte ricorda che per le poche funzioni residue non è pensabile alcun trasferimento senza una eventuale modifica del legislatore nazionale della medesima legge Calderoli. Insomma, ancora una volta la Consulta dichiara che la Legge Calderoli non esiste più”.

“La Corte – conclude Camani – facendo richiamo alla disciplina ‘profondamente incisa’ della legge Calderoli a seguito della sentenza 192, afferma che l’unica cosa che resta della legge Calderoli è sostanzialmente quanto previsto dalla Costituzione al 116 terzo comma. Peraltro, questa teoria, e cioè di dover bocciare il quesito in virtù del carattere profondamente demolitorio della sentenza rispetto alla legge Calderoli, è l’argomento che sta alla base dell’atto di intervento che la Regione del Veneto aveva presentato per chiedere appunto l’inammissibilità. Rispetto a un quadro così chiaro, l’operazione di Zaia rappresenta un disperato tentativo di mistificazione, frutto di disonestà intellettuale”.

(Regione Veneto)