DUE DI LORO ARRESTATI IN ESECUZIONE DI DUE MISURE CAUTELARI PER REATI CONTRO IL PATRIMONIO E STUPEFACENTI. RECUPERATI GIOIELLI ED OROLOGI.
Nell’ambito dell’attività volta alla repressione dei reati contro il patrimonio, in particolare dei furti in abitazione, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Padova hanno individuato e disarticolato una cellula composta da quattro cittadini albanesi specializzati nella commissione di reati predatori nelle abitazioni. I poliziotti patavini hanno denunciato 4 uomini albanesi per ricettazione e, due di loro sono stati altresì individuati quali autori di diversi furti in abitazione commessi nel padovano nelle settimane scorse. Due dei quattro fermati sono stati inoltre arrestati in esecuzione di provvedimenti di cattura a loro carico.
L’operazione della Squadra Mobile ha avuto inizio con le indagini avviate immediatamente dopo la denuncia di due diversi furti in abitazione, compiuti rispettivamente a Padova giovedì 9 gennaio in Via Giolitti e lunedì 20 gennaio in Via Pizzamano, dove erano stati sottratti numerosi monili d’oro e altri preziosi. A seguito degli accertamenti investigativi è stato rilevato un tratto comune ai due furti: uno dei due soggetti autore delle azioni predatorie indossava una pettorina di colore arancione di quelle comunemente utilizzate dagli operai nei cantieri edili.
Attraverso ulteriori approfondimenti è stata poi rintracciata l’autovettura utilizzata in via Pizzamano, una Fiat Bravo nera. Grazie ad approfonditi accertamenti e mirati servizi di osservazione gli investigatori hanno scoperto che i due uomini si nascondevano nel trevigiano, nel Comune di Mogliano Veneto, all’interno di un’abitazione presa in affitto da uno di loro da alcuni mesi.
Da qui è scattata l’attività di pedinamento e di appostamento che ha consentito di individuare con precisione il covo in cui sono stati rintracciati quattro soggetti, nonché di risalire alle loro esatte generalità e precedenti penali.
Nella prime ore di mercoledì 29 gennaio è scattato il blitz degli agenti della Squadra Mobile della Questura di Padova che hanno fatto irruzione nell’appartamento utilizzato come covo dalla banda di predoni, sorprendendo e bloccando quattro cittadini albanesi.
Dagli approfondimenti investigativi è emerso come il primo identificato, sia risultato essere un 45enne albanese, autore dei due furti in abitazione commessi a Padova, che al momento del controllo ha anche esibito agli investigatori un documento falso che fino a quel momento gli era servito per riuscire a sottrarsi, in occasione di precedenti controlli da agosto 2024 ad oggi, alla misura degli arresti domiciliari cui era sottoposto, e che aveva eluso tagliando il braccialetto elettronico, adottata dal Tribunale di Treviso, in quanto già sottoposto ad indagini per essere stato individuato quale autore di alcuni furti in abitazione nel trevigiano: da qui l’aggravamento della misura con l’adozione della custodia cautelare in carcere. Lo stesso, da latitante, aveva stabilito una sua base logistica a Mogliano Veneto ed è stato tratto in arresto, oltre che in esecuzione della misura, anche per la falsità documentale, avendo occultato la sua vera identità anche nei confronti dei poliziotti intervenuti e denunciato per ricettazione e per i due furti. Il quarantacinquenne, dopo essere stato accompagnato in Questura ed identificato, all’esito degli accertamenti, è stato tradotto in carcere a Treviso.
Nel medesimo covo è stato trovato anche il soggetto che al momento dei furti indossava il gilet arancione: un albanese 43enne, già con diversi precedenti di polizia per furti in abitazione commessi in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, il quale è stato indagato a piede libero per i due furti nonché per ricettazione.
Il terzo soggetto, un 35enne albanese che aveva affittato l’appartamento in cui i fermati sono stati rintracciati, anche lui con precedenti per reati contro il patrimonio, era in possesso delle chiavi di un’auto a noleggio parcheggiata davanti all’abitazione ed in uso a tutti i fermati. A bordo dell’auto, nascosti prevalentemente all’interno di indumenti intimi, in particolare calzini contenuti in una valigia, gli investigatori hanno trovato gioielli in oro, alcuni orologi provento dell’attività predatoria della banda oltre ad uno smerigliatore elettrico, un paio di guanti, un cacciavite e uno scaldacollo nero. L’uomo al termine degli accertamenti è stato denunciato per ricettazione.
Con loro è stato fermato un quarto albanese di 35 anni, con precedenti per stupefacenti e furti in abitazione. Anche lui, considerata la refurtiva trovata nella disponibilità dei quattro all’interno dell’auto, è stato denunciato per ricettazione. Gli accertamenti condotti in Questura a carico del soggetto hanno fatto emergere a suo carico un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Venezia per reati inerenti gli stupefacenti, quindi, oltre ad essere stato indagato per ricettazione, è stato tratto in arresto e al termine degli accertamenti, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Treviso.
Gli agenti della Squadra Mobile stanno rivisitando investigativamente altri furti in abitazione commessi nella provincia di Padova ed hanno contattato le famiglie derubate per la restituzione della refurtiva rinvenuta e sequestrata nel corso dell’operazione di polizia.
Nell’ambito dell’attività volta alla repressione dei reati contro il patrimonio, in particolare dei furti in abitazione, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Padova hanno individuato e disarticolato una cellula composta da quattro cittadini albanesi specializzati nella commissione di reati predatori nelle abitazioni. I poliziotti patavini hanno denunciato 4 uomini albanesi per ricettazione e, due di loro sono stati altresì individuati quali autori di diversi furti in abitazione commessi nel padovano nelle settimane scorse. Due dei quattro fermati sono stati inoltre arrestati in esecuzione di provvedimenti di cattura a loro carico.
L’operazione della Squadra Mobile ha avuto inizio con le indagini avviate immediatamente dopo la denuncia di due diversi furti in abitazione, compiuti rispettivamente a Padova giovedì 9 gennaio in Via Giolitti e lunedì 20 gennaio in Via Pizzamano, dove erano stati sottratti numerosi monili d’oro e altri preziosi. A seguito degli accertamenti investigativi è stato rilevato un tratto comune ai due furti: uno dei due soggetti autore delle azioni predatorie indossava una pettorina di colore arancione di quelle comunemente utilizzate dagli operai nei cantieri edili.
Attraverso ulteriori approfondimenti è stata poi rintracciata l’autovettura utilizzata in via Pizzamano, una Fiat Bravo nera. Grazie ad approfonditi accertamenti e mirati servizi di osservazione gli investigatori hanno scoperto che i due uomini si nascondevano nel trevigiano, nel Comune di Mogliano Veneto, all’interno di un’abitazione presa in affitto da uno di loro da alcuni mesi.
Da qui è scattata l’attività di pedinamento e di appostamento che ha consentito di individuare con precisione il covo in cui sono stati rintracciati quattro soggetti, nonché di risalire alle loro esatte generalità e precedenti penali.
Nella prime ore di mercoledì 29 gennaio è scattato il blitz degli agenti della Squadra Mobile della Questura di Padova che hanno fatto irruzione nell’appartamento utilizzato come covo dalla banda di predoni, sorprendendo e bloccando quattro cittadini albanesi.
Dagli approfondimenti investigativi è emerso come il primo identificato, sia risultato essere un 45enne albanese, autore dei due furti in abitazione commessi a Padova, che al momento del controllo ha anche esibito agli investigatori un documento falso che fino a quel momento gli era servito per riuscire a sottrarsi, in occasione di precedenti controlli da agosto 2024 ad oggi, alla misura degli arresti domiciliari cui era sottoposto, e che aveva eluso tagliando il braccialetto elettronico, adottata dal Tribunale di Treviso, in quanto già sottoposto ad indagini per essere stato individuato quale autore di alcuni furti in abitazione nel trevigiano: da qui l’aggravamento della misura con l’adozione della custodia cautelare in carcere. Lo stesso, da latitante, aveva stabilito una sua base logistica a Mogliano Veneto ed è stato tratto in arresto, oltre che in esecuzione della misura, anche per la falsità documentale, avendo occultato la sua vera identità anche nei confronti dei poliziotti intervenuti e denunciato per ricettazione e per i due furti. Il quarantacinquenne, dopo essere stato accompagnato in Questura ed identificato, all’esito degli accertamenti, è stato tradotto in carcere a Treviso.
Nel medesimo covo è stato trovato anche il soggetto che al momento dei furti indossava il gilet arancione: un albanese 43enne, già con diversi precedenti di polizia per furti in abitazione commessi in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, il quale è stato indagato a piede libero per i due furti nonché per ricettazione.
Il terzo soggetto, un 35enne albanese che aveva affittato l’appartamento in cui i fermati sono stati rintracciati, anche lui con precedenti per reati contro il patrimonio, era in possesso delle chiavi di un’auto a noleggio parcheggiata davanti all’abitazione ed in uso a tutti i fermati. A bordo dell’auto, nascosti prevalentemente all’interno di indumenti intimi, in particolare calzini contenuti in una valigia, gli investigatori hanno trovato gioielli in oro, alcuni orologi provento dell’attività predatoria della banda oltre ad uno smerigliatore elettrico, un paio di guanti, un cacciavite e uno scaldacollo nero. L’uomo al termine degli accertamenti è stato denunciato per ricettazione.
Con loro è stato fermato un quarto albanese di 35 anni, con precedenti per stupefacenti e furti in abitazione. Anche lui, considerata la refurtiva trovata nella disponibilità dei quattro all’interno dell’auto, è stato denunciato per ricettazione. Gli accertamenti condotti in Questura a carico del soggetto hanno fatto emergere a suo carico un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Venezia per reati inerenti gli stupefacenti, quindi, oltre ad essere stato indagato per ricettazione, è stato tratto in arresto e al termine degli accertamenti, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Treviso.
Gli agenti della Squadra Mobile stanno rivisitando investigativamente altri furti in abitazione commessi nella provincia di Padova ed hanno contattato le famiglie derubate per la restituzione della refurtiva rinvenuta e sequestrata nel corso dell’operazione di polizia.