VERSO IL CONCORDATO PREVENTIVO BIENNALE

All’Ascom Confcommercio di Padova prima disamina di come cambia il rapporto imprese – fisco
Enrico Baggio (presidente Ascom Servizi): “Conoscere in anticipo quanto si dovrà pagare è
cosa buona, ma tra il dire e il fare …”

Si fa presto a dire “concordato preventivo biennale”.
“In linea di principio, per un imprenditore, conoscere in anticipo quanto dovrà pagare, è una cosa buona. Ed in questo senso va dato atto al governo di muoversi nella direzione giusta. Poi si sa: tra il dire e il fare …”.
Enrico Baggio, presidente di Ascom Servizi Padova, lo ha detto chiaramente nell’introduzione al convegno che ieri pomeriggio ha sondato pubblicamente, primo esempio nel padovano, le opportunità, i risvolti e le difficoltà di quella che sembra la “madre di tutte le compliance” tra fisco e imprenditore contribuente: “Tutto è bene ciò che va nel senso della semplificazione, purché questa sia effettiva e dietro una mano tesa non si celi un pugno chiuso”.
Ma andiamo con ordine. Come ha sottolineato Stefano Traverso, responsabile dell’Area Contabilità dell’Ascom Confcommercio di Padova, va chiarito che compliance è un “do ut des”, ovvero io ti do una cosa in cambio di qualcos’altro.
E il “qualcosa” messo in campo dall’Agenzia delle Entrate, in questo caso, è la promessa che chi aderirà al concordato preventivo biennale avrà meno probabilità di essere controllato (ma meno probabilità non significa certezza assoluta), in cambio (ecco il “qualcos’altro”) della definizione anticipata delle tasse che l’imprenditore andrà a pagare nel biennio successivo.
“A rigor di logica – ha proseguito Traverso – un’attività che si valuta in crescita nel prossimo biennio ha tutto l’interesse ad aderire alla proposta che arriverà dall’Agenzia sulla base dei dati di cui essa dispone perché pagherà le imposte concordate, probabilmente calcolate su un reddito inferiore a quello effettivamente realizzato. Meglio andar cauti, per contro, se si presume che l’andamento degli affari sia lo stesso dell’anno precedente o, peggio, si tema che possa soffrire di un rallentamento”.
Ovviamente, quando si parla di tasse, nulla è mai semplice ed anche in questo caso, pur apparendo chiaro nel suo impianto generale, il concordato preventivo biennale, presenta, al momento, più di qualche dubbio.
Se ne è fatto interprete Stefano Artuso, avvocato tributarista, consigliere dei Giovani di Confcommercio Ascom Padova, che ha evidenziato tutta una serie di limiti e anche di dubbi che dovranno essere fugati da decreti e circolari da qui al 15 ottobre, data nella quale, almeno per quest’anno, l’imprenditore contribuente dovrà fare la sua scelta.
“Innanzitutto – ha chiarito Artuso – va detto che non tutti potranno aderire. Ci sono una serie di paletti ostativi, in primis un debito verso l’erario o le casse di previdenza che superi i 5mila euro”.
Sarà poi un concordato diverso a seconda che si sia o meno forfetari perchè in questo caso avrò valenza per un solo anno.
Insomma, c’è da muoversi con i piedi di piombo. E c’è da mantenere ritte le antenne per capire bene se ci sarà o meno la convenienza ad aderire.
In Ascom Confcommercio – ha concluso Baggioabbiamo tutte le competenze per offrire ai nostri associati l’assistenza che servirà per comprendere al meglio i vantaggi della nuova normativa”.

PADOVA 23 APRILE 2024

(Ascom Padova)