**Sardegna: sconfitta riapre partita Zaia ma Fdi tira dritto, resta ‘niet’ su terzo mandato**

Roma, 27 feb. (Adnkronos) – Una sconfitta amara, tanto più che arriva per una manciata di voti. Dopo lo scivolone in Sardegna, il centrodestra si lecca le ferite e guarda ai prossimi appuntamenti elettorali: a stretto giro di boa, le amministrative in Abruzzo, con il governatore Fdi Marco Marsilio ai nastri di partenza per centrare il traguardo del bis. Ma la sconfitta sarda – arrivata dopo mesi di braccio di ferro tra Fdi e Lega sul candidato da schierare, Solinas vs Truzzu – apre un’altra partita: quella del terzo mandato di Luca Zaia, governatore in quota Lega, amatissimo sul territorio, volto di primo piano anche sulla scena nazionale.
Chi, in casa Lega, ha sperato in queste ore che la battuta d’arresto in terra sarda potesse cambiare il niet di Fdi sul disco verde al ‘terzo tempo’ per i governatori – “teniamoci Zaia”, profetizza tra gli altri Massimo Bitonci – sembra in realtà aver nutrito false speranze. Stando almeno ai venti che spirano in casa Fdi, alla Camera e al Senato come nel quartier generale di Via della Scrofa: “Non sarà certo la sconfitta in Sardegna a riaprire la partita del terzo mandato”, tagliano corto i Fratelli d’Italia sentiti dall’Adnkronos. Della stessa idea, viene assicurato, la premier Giorgia Meloni. Anche perché, viene ribadito, aprire al terzo mandato vorrebbe dire mettere a rischio altre due regioni al voto, con possibili assist per il ‘campo largo’: Campania ed Emilia Romagna, leggi De Luca e Bonaccini.
Per la Lega, dunque, le possibilità sarebbero ridotte al lumicino. L’emendamento del Carroccio al dl elezioni “non passerà, se insistono metteremo la fiducia”, chiudono in Fdi Camera dopo la fumata nera in Senato. E anche la proposta di legge, sempre targata Carroccio e depositata a Montecitorio, non dovrebbe avere seguito, almeno a sentire Via della Scrofa. Altro fronte, quello aperto dal presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia in quota Lega, che ha chiesto un confronto al governo sul terzo mandato. Ma il partito leader della maggioranza sembrerebbe convinto a tirare dritto, con tutte le fibrillazioni del caso.
Intanto oggi alla Camera si è riunito il tavolo di maggioranza per fare il punto sulle amministrative, con Forza Italia che ha ribadito la sua volontà di ricandidare il governatore uscente Vito Bardi con “la convergenza più ampia” possibile. “Il problema – mette in guardia il capogruppo azzurro al Senato, Maurizio Gasparri – non è solo mettere i candidati, ma mettere candidati vincenti. Bisogna creare le condizioni affinché i candidati vincano”. Sulla Basilicata “decideremo prestissimo”, fa sapere Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia, assicurando che il suo partito non ha preclusioni su nessuno “tantomeno su Bardi con cui abbiamo governato bene cinque anni insieme”.
Dopo la bocciatura in Sardegna di Paolo Truzzu, candidato fortemente voluto da Meloni, tra gli alleati del centrodestra ora ci si aspetta da parte di Fdi un atteggiamento meno perentorio per quanto riguarda la scelta dei frontman alle prossime competizioni elettorali. In Umbria, per esempio, la Lega punta alla conferma di Donatella Tesei e da Via della Scrofa non sembrano esserci particolari preclusioni in tal senso, anzi: “Tesei ha governato bene – spiegano fonti meloniane – nonostante non ci abbia dato un assessore della sua giunta… E’ preparata, forse poco ‘politica'” ma il giudizio sul suo operato resta positivo. I riflettori sono puntati anche sull’Abruzzo, dove il presidente uscente di Fratelli d’Italia Marco Marsilio si gioca la rielezione. Alla luce di quanto accaduto in Sardegna si profila una partita molto delicata per Meloni e Fdi: “Il vento della Sardegna arriverà anche qui, siamo a un soffio dalla destra”, dicono i dem, che auspicano un nuovo sgambetto alla premier.
Ma a tenere banco è ancora l’analisi della sconfitta in Sardegna. La Lega ha dovuto ingoiare il ‘rospo’ della mancata ricandidatura del suo governatore, Christian Solinas, e ora ne approfitta per levarsi qualche sassolino dalla scarpa: “Il popolo sardo non ha capito il criterio dei rapporti di forza”, afferma il vice di Matteo Salvini, Andrea Crippa, che osserva: “Non so se Solinas avrebbe vinto ma in ogni caso Lega e Partito sardo d’Azione hanno aumentato i propri consensi”.
Per Crippa bisogna “prendere atto delle scelte degli elettori sardi”, partendo “dalle considerazioni legate alle preferenze espresse dai cittadini nelle urne delle grandi città dell’Isola” che forniscono “una indicazione palese”: il riferimento è soprattutto a Cagliari, città di cui Truzzu è sindaco e che ha punito severamente l’uomo del centrodestra.
In merito alle voci secondo cui la Lega avrebbe utilizzato l’arma del voto disgiunto per affossare Truzzu, fonti di primo piano di Fdi oggi ‘assolvono’ il Carroccio: “La Lega ha preso meno voti del voto disgiunto, sarebbe superficiale dire che è colpa della Lega. E’ impossibile che ogni voto della Lega sia stato un voto disgiunto”. Il discorso cambia per quanto riguarda il Partito sardo d’azione: “Lì c’è gente davvero di sinistra, a cui viene naturale votare la Todde più di Truzzu. E’ una gestione del voto territoriale da Prima Repubblica”. Ai microfoni di ‘Un giorno da pecora’ il presidente del Psd’Az Antonio Moro nega che sia stato il suo partito a danneggiare Truzzu nel segreto dell’urna: piuttosto, sottolinea Moro, “penso che molto elettorato abbia percepito il cambio Solinas-Truzzu come un’operazione di palazzo, provocando del malcontento”.
In Sardegna comunque c’è chi non si ‘arrende’. Dopo il successo risicato di Todde e del ‘campo progressista’ alle regionali nell’Isola, a livello locale in Fratelli d’Italia si sta facendo strada la possibilità di chiedere ufficialmente un riconteggio delle schede. Intervistata dall’Adnkronos, è la deputata sarda Barbara Polo, coordinatrice provinciale di Fdi a Sassari, a farsi portavoce di una richiesta che “sta arrivando dal territorio, dai nostri ma anche da altri gruppi” perché quella di Todde – dice la parlamentare – “non si può definire una vittoria”.
(di Ileana Sciarra e Antonio Atte)

(Adnkronos)