Equamente: un convegno sulla parità retributiva e la legge Regionale

Equamente 2024

Parità di genere nel lavoro: questo il focus del convegno che si è svolto questa mattina nella sala del Consiglio provinciale di Palazzo Santo Stefano a Padova e che rientra tra le iniziative di Equamente al Lavoro, campagna della Regione del Veneto in collaborazione con Veneto Lavoro per la promozione della parità retributiva.
Organizzato grazie al supporto della Consigliera di Parità di Padova e con il patrocinio della Provincia di Padova (il convegno ha ricevuto i  saluti istituzionali della Consigliera Provinciale Katia Maccarrone
e del Comune di Padova, l’incontro rappresenta la seconda tappa di una serie di incontri, uno per provincia del territorio regionale veneto, che sono in programma fino a giugno 2024. Obiettivo delle numerose iniziative la riflessione e, soprattutto, la promozione della parità retributiva tra uomo e donna come previsto dalla Legge Regionale 3 “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità”, approvata dal Consiglio Regionale del Veneto il 15 febbraio 2022. 

I DATI SUL GAP OCCUPAZIONALE e RETRIBUTIVO in Veneto e a Padova

Secondo il Rapporto sulla situazione del personale nelle aziende con oltre cinquanta dipendenti, curato dalla Regione del Veneto in relazione al biennio 2020-2021 e recentemente presentato, su un totale di 3272 aziende venete la percentuale di donne occupate è del 44,9% con una percentuale del 33,9% di donne dirigenti. Nello specifico della provincia di Padova la percentuale di donne occupate è leggermente superiore alla media regionale con il 47,7% e con 38% di dirigenti donna. (vedi TAB 02 allegata). 
Se si analizza nello specifico il Gap Retributivo del campione si osserva che in tutte le province venete lo stipendio medio delle donne è inferiore a quello degli uomini, ma Venezia e Padova sono le province dove si registra la busta paga femminile più bassa, meno di 21mila euro all’anno lorde senza eliminare l’effetto del part time, e con il gap uomo-donna più elevato in sfavore di quest’ultime. Tolto anche l’effetto della distorsione dell’orario ridotto più usato dalle donne, il gap di genere a Padova è di quasi 7 euro. (vedi TAB 01 allegata).

IL GAP RETRIBUTIVO GENERA UN GAP PENSIONISTICO

I dati parlano chiaro – è intervenuta Silvia Cavallarin, Veneto Lavoro, Coordinatrice UO 7, che dopo aver illustrato il contenuto della campagna Equamente al Lavoro, ha ricordato come il divario retributivo si trascini poi anche nella situazione pensionistica – sul fronte dei lavoratori dipendenti, si passa da una media di 1817 euro al mese per gli uomini ai 900 euro al mese per le donne.  Per i lavoratori autonomi, la percentuale è simile con una media mensile di 1223 per gli uomini, contro un 693 euro al mese per le donne”. 
Tra le numerose responsabilità di questo gap un ruolo di primo piano, riconosciuto dai vari relatori intervenuti, sembra proprio essere identificato nella mancata condivisione dell’attività di cura familiare (Istat parla di 70% del lavoro di cura a carico delle donne) ma anche nella minor presenza femminile nei ruoli apicali. 

PROFESSIONISTE: IL CASO DELLE AVVOCATE PADOVANE

Significativo è il focus presentato da Stefania Lucchin, Presidente Comitato Pari Opportunità (CPO) presso l’Ordine degli Avvocati di Padova, che ha riportato i dati raccolti dal Coordinamento Pari Opportunità Interprofessionale, acquisiti presso gli Ordini con riferimento al 31.12.2022. La presenza di donne negli Ordini Provinciali di Padova è del 7% per i periti agrari; 10% per i geometri; 14% per gli ingegneri; 36% per gli architetti; 44% per i notai; 52% per i consulenti del lavoro; 53% per gli avvocati. “Nella provincia di Padova in particolare, la tendenza nella professione dell’avvocatura sta andando sempre di più verso il femminile: a Padova dal 2014 la presenza femminile è passata oltre il 50%, con grandi differenze però sul versante retributivo. Infatti di fronte a parcelle uguali, stabilite dall’ordine, le donne guadagnano meno per due motivi sostanziali: lavorano meno ore, perché impegnate nella cura della famiglia; o lavorano per altri colleghi, quindi devono parte della parcella al dominus. Si parla di un 35% in meno di reddito medio per le donne, cioè di 32.184 euro contro una media di 49.314 euro per gli uomini”. Rilevante anche il dato sulla tipologia di clienti: le donne avvocato seguono principalmente persone fisiche, mentre gli uomini hanno come clienti piccole e medie aziende.

LA CAMPAGNA DELLA REGIONE VENETO PER LA PARITA’ RETRIBUTIVA

Se gli strumenti legislativi ci sono, sempre più numerosi e sempre più presenti nella declinazione aziendale, quello che occorre è però un cambiamento culturale importante. Ed è proprio a questo fine che è stata creata la campagna Equamente al Lavoro: eventi sul territorio con associazioni di categoria, professionisti, imprese e iniziative nelle scuole realizzati in collaborazione con le Consigliere di Parità provinciali e l’Ispettorato Interregionale del Lavoro Area Nord-Est per promuovere una riflessione sul tema della parità nei luoghi di lavoro, dare risalto alle disparità salariali e alle buone pratiche che contrastano tale fenomeno, coinvolgendo studiosi ed esperti della materia e gli stakeholder del territorio.
Parallelamente verrà portata avanti un’attività di sensibilizzazione sull’importanza della parità retributiva rivolta agli studenti delle Scuole secondarie di secondo grado e delle Università del Veneto. Ma una delle novità più attese sarà il Registro regionale delle imprese virtuose rispetto alla parità di genere: sono previste attività di sensibilizzazione verso aziende, istituzioni e parti sociali, nonché attività di formazione specialistica per la diffusione del sistema. Inoltre Veneto Lavoro, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e l’Università degli Studi di Padova, porterà avanti uno studio per approfondire il tema della parità di genere e, in particolare, il divario occupazionale e retributivo.

Sono convinta che dobbiamo partire dai bambini – ha affermato Silvia Scordo, Consigliera Provinciale di Parità di Padova – agendo fin dalle elementari con un’azione di formazione alla parità di genere perché sia integrata nella mentalità di tutti. Da luglio 2021 abbiamo accolto più di 200 casi di discriminazione, dalla violenza domestica al mobbing in seguito al rientro dopo il congedo di maternità. Sono situazioni che possono essere prevenute promuovendo un reale cambio di mentalità e di prospettiva, come da obiettivo della Legge Regionale 3/2022”.

(Provincia di Padova)