La riflessione natalizia di don Giorgio Bozza: “Strisce pedonali”

Pubblichiamo la riflessione natalizia del consigliere ecclesiastico di Coldiretti Padova don Giorgio Bozza che, come ci ha abituato, prende spunto da una parola da una situazione per sviluppare il suo pensiero. Questo vuole essere il nostro migliore augurio per un Santo Natale.

Strisce pedonali

di don Giorgio Bozza

Una signora tiene per mano la sua giovane nipotina. Con uno sguardo attento e sconsolato, cerca di attraversare la strada sulle strisce pedonali, ma nessuna auto davanti a me si ferma. È come se non le vedessero, o non volessero vederle. La bambina, ignara del nostro egoismo, distribuisce timidi sorrisi a chi le passa davanti.

Mi fermo. Quasi incredule, cominciano ad attraversare la carreggiata. Dal lato opposto, un’altra signora, alla guida di un’auto di grossa cilindrata, mi fissa con uno sguardo di sfida, quasi a dirmi: «Se tu non ti fossi fermato, io non sarei qui a perdere tempo!».

Mentre mi preparo a ripartire, incrocio lo sguardo della nonna e della sua nipotina che mi ringraziano con un cenno della mano e un sorriso di una dolcezza indescrivibile.

Com’è strana la vita: dovremmo essere noi, automobilisti isterici, a ringraziare i pedoni quando attendono ai margini delle strisce e non il contrario; ma non sempre il mondo va come dovrebbe andare.

Questa scena mi rimanda al Natale e al nostro Dio che ogni anno ritorna a chiederci di attraversare le strade della nostra vita, di entrare nelle nostre – sempre troppo intasate – esistenze. Il Bambino è lì che attende ai margini del mondo, un mondo che lo sta dimenticando: il Padre lo tiene per mano. Padre e Figlio attendono con il sorriso sulle labbra. Alcuni fanno finta di non vederli ed inscenano impegni fasulli per non fermarsi, ma il Bambino e il Padre attendono, senza fretta, senza tristezza, attendono. Senza il nostro consenso, non ci attraversano.

Eppure non si tratta di sconvolgere le nostre vite, di capovolgere le nostre esistenze, ma semplicemente di fermarci un attimo e dare il tempo al Padre e al Figlio di passarci davanti e di raccogliere il loro sguardo.

Come la nonna e la bambina, anche il nostro Dio, il giorno di Natale, attende che qualcuno si accorga di lui, che noti quel sorriso innocente che ringrazia in anticipo. Dovremmo essere noi a ringraziarlo perché ogni anno ci ricorda che non siamo i padroni della “strada”, ma che tutto ciò che abbiamo è un suo dono, a partire dalla vita.

Il Natale ha capovolto la nostra logica: Dio potrebbe entrare nella nostra vita quando e come vuole, ma si ferma ai suoi margini, bussa alla porta della nostra attenzione e ci chiede il permesso di entrare. Vive solo per donarsi alle sue creature, ma le sue creature guardano altrove, fanno finta di non vederlo. Lui vuole donarci la gioia che tanto desideriamo, ma noi facciamo finta di non vederlo. Come quella bambina innocente che continua a sorridere a persone che non ricambiano, così anche il nostro Dio: continua ad attirare la nostra attenzione nella speranza che, prima o poi, qualcuno si fermi e gli dia la precedenza.

(Coldiretti Padova)