Cosa differenzia il blackjack italiano dagli altri?

Roma, 18/08/2023 – Gli italiani amano inventare sempre cose nuove. Non è un caso se il nostro Paese vanta alcuni dei più grandi inventori della storia, a partire da Leonardo Da Vinci per arrivare ad Alessandro Volta. Insomma, l’ingegno non manca di certo e anche laddove ci siano delle cose create all’estero, qualora sia possibile, all’italiano piace farle proprie e ridargli, per così dire, un tocco tutto tricolore.

Basti pensare al recente caso degli hamburger a Napoli. Perché il tipico panino americano farcito con l’hamburger è il piatto più ordinato dai napoletani insieme alla pizza. Ma, come ogni cosa importata dall’estero, anche il panino viene obbligatoriamente riadattato alle esigenze culinarie della città partenopea, tra polpette, parmigiana e chi più ne ha, più ne metta.

Ma ci sono anche molti altri ambiti in cui l’italiano fa sentire la propria inventiva. Tra questi vi è quello del gioco, con diverse varianti di giochi stranieri, specialmente di carte, che vengono riadattati secondo il nostro modo di vedere i regolamenti, quelli che ci sono più familiari ad esempio. Un caso su tutti è quello del gioco 21 blackjack, noto nel nostro Paese con entrambi i nomi: Ventuno era la nomenclatura originale francese, mentre blackjack è una derivazione a stelle e strisce. Fondamentalmente lo scopo del gioco resta il medesimo, come vedremo, ma con alcune peculiarità rispetto alla versione più nota nei casinò fisici e online di tutto il mondo. Ma andiamo con ordine, accennando un secondo alla storia di questo gioco e alle sue regole di base.

Blackjack: come nasce il gioco che tutti conosciamo

Come per ogni campo della storia, la ricerca delle origini reali di un significato, piuttosto che di un gioco o una cultura è spesso complicata, in quanto spesso si perde nella leggenda o nelle favole. Ma una cosa è certa, il blackjack ha origini transalpine. Lo dimostrerebbe anche il fatto che Napoleone Bonaparte ne fosse un grandissimo giocatore, specialmente durante il suo ultimo esilio nell’isola di Sant’Elena. Un dato, questo, che ci conferma come la nascita della disciplina delle carte fosse già in circolazione nel 1700, con un nome che, tradotto in italiano, indica il numero 21: Vingt-et-Un.

Nato come un’alternativa dello Chemin de Faire, specialità di un altro gioco francese noto come Baccarat, il 21 assomigliava molto ad altri giochi presenti sul territorio europeo già all’epoca, come il Sette e Mezzo italiano e il 31 spagnolo. Obiettivo principale del gioco era quello di fare “21” o un punteggio che si potesse avvicinare a quella cifra il più possibile, senza tuttavia scavalcarla: pena la perdita della mano al tavolo.

Le carte usate, come oggi, erano le francesi, con le figure e il 10 che valevano 10 punti, l’asso che ne valeva 11 e le altre che mantenevano il loro valore nominale. Grazie alle diverse migrazioni dell’Ottocento, il gioco approdò quindi in America, laddove prese un nome e un regolamento leggermente diversi da quelli originali transalpini.

Lo scopo era sempre quello di fare 21, ma chi lo avesse fatto con un asso e un Jack di picche avrebbe vinto a prescindere dal risultato degli avversari. Da qui, essendo le picche un seme di colore nero, il nuovo nome blackjack. Dagli anni 60, il blackjack diventa un vero fenomeno di massa, tanto che alcuni matematici provarono a trovare il modo di vincere al tavolo tramite metodi di calcolo delle carte, vietati in teoria durante il gioco.

Il blackjack è, quindi, sbarcato in Italia durante la seconda Guerra Mondiale, con gli Alleati statunitensi che giocavano con i soldati italiani nei momenti di tregua sia a poker che, per l’appunto, a blackjack. Esso si diffuse nei casinò terrestri presenti su suolo italico e assunse una fisionomia propria, leggermente diversa da quella delle versioni più conosciute nel resto del mondo.

Regole generali del blackjack

Prima di vedere quali sono le peculiarità del blackjack italiano, dunque, è bene capire come si giochi in generale a questo gioco. Le regole sono piuttosto semplici. La sfida è tra il banco e uno o più giocatori, i quali possono puntare sul risultato finale della mano. Ad ogni giocatore viene data una carta da tenere coperta, mentre il banco svela per ogni giocatore prima, per sé poi, una carta alla volta da sommare a quella che si ha tra le mani. Obiettivo: fare 21 o un punto abbastanza alto da poter, in teoria, battere il banco. Non c’è un limite di carte da poter chiedere, l’importante è non sballare andando oltre i 21 punti.

L’asso vale 11 punti, le figure e il 10 valgono 10, le altre carte mantengono il proprio valore nominale. In caso di parità di punteggio tra banco e sfidante, a vincere è sempre chi distribuisce le carte, il quale gioca per ultimo il proprio turno. In generale, chi fa il punto più alto vince, meglio ancora se il punteggio ottenuto sia proprio 21, magari con due sole carte.

Altra regola molto importante, che forse non tutti conoscono, è quella dello Split, che consente, a chi si ritrovi subito con la carta in mano e la prima a terra del medesimo valore, di scinderne il valore invece che sommarlo. Ultima regola fondamentale: è assolutamente vietato contare le carte, o anche solo tentare di farlo.

Differenze tra il blackjack internazionale e quello italiano

Finora, quindi, abbiamo visto le regole condivise da ogni versione del blackjack al mondo. Adesso è arrivato il momento di capire come gli italiani abbiano messo mano al gioco nel tentativo, riuscito, di renderlo più simile ai giochi tipici della nostra tradizione. Basti pensare a come la nostra tombola, gioco tricolore per eccellenza e spesso usato anche per iniziative benefiche, abbia influenzato il bingo americano su molti aspetti, in un certo senso italianizzandolo.

Ebbene, una delle maggiori differenze tra il blackjack italiano e quello internazionale sta nel fatto che, nel corso della mano, le carte che vengono distribuite a sfidanti e banco, dopo la prima coperta, sono messe sul tavolo scoperte, ossia visibili a tutti. Nelle altre versioni, invece, il mazziera preleva immediatamente la seconda carta, oltre a quella iniziale, mantenendola coperta. Quindi i partecipanti non hanno alcun modo di ipotizzare il punteggio avversario.

Altra differenza, poi, sta nel fatto che nel blackjack italiano è consentito iniziare una partita con due mazzi di carte e nessuna di queste ultime risulta mai coperta. Il blackjack tricolore, dunque, dà diritto ad un pagamento di 3 a 2, mentre nel blackjack internazionale, specialmente quello americano, che richiede l’utilizzo dai 6 agli 8 mazzi, il pagamento sale da 3 a 2 a 6 a 5. Inoltre, se nel blackjack nostrano è possibile in qualunque momento della partita alzarsi dal tavolo, mentre in quello internazionale è assolutamente proibito arrendersi prima della fine della sessione di gioco. Infine, in caso di split, nella versione italiana non c’è possibilità di raddoppiare la puntata, a differenza di quanto accade nel resto del mondo.

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