Mostre: trento, cesare battisti tra vienna e roma (3)

(AdnKronos) – La sua vicenda umana, dipanata tra forti ideali e appassionata azione, diviene chiave di lettura della singolarissima temperie sociale e culturale del Trentino allo spartiacque tra Ottocento e Novecento, laddove convivevano nello stesso territorio fermenti ispirati alla civilta di segno italico e fermenti stimolati dalle esperienze transalpine, conducendo a un’esperienza collettiva feconda ma travagliata, che di li a poco sarebbe stata destinata a subire i colpi del netto cambiamento determinato dalla fine della Grande Guerra e dall’annessione al Regno d’Italia.

Il 12 luglio 1916 segno l’epilogo di una vita condotta senza risparmio, fino all’arruolamento nel corpo degli Alpini e alla cattura sul Monte Corno. In quel giorno, imprigionato in una delle celle ricavate nella Loggia del giardino del Castello del Buonconsiglio, per essere poi processato e condannato alla forca dal tribunale militare austriaco, le cui sedute si svolgevano nell’antica Stua de la famea, sali infatti sul capestro eretto nel cortile retrostante l’edificio. Da quel momento la sua tragica fine, assieme a quella di Fabio Filzi e di Damiano Chiesa, attribui all’antica dimora dei principi vescovi trentini il ruolo di vero e proprio ‘luogo deputato ‘ della memoria battistiana, forse anche piu del suo mausoleo sul Doss Trento. Al contempo non manco di essere spunto formidabile per la propaganda bellica, per poi proseguire e consolidarsi quale mito collante per l’ideale nazionale di un’Italia uscita scossa e malconcia dalla Grande Guerra.

(Adnkronos)