Crisi pesa su ricambio sistemi riscaldamento. Saraceno: “Incentivi a chi puo’ anticipare spesa”/Video


Per il presidente di REF-E, Pia Saraceno “gli incentivi sono andati a chi si poteva permettere di attendere il rientro” dei soldi spesi e “non hanno contribuito a una riduzione assoluta dei consumi che invece sarebbe auspicabile”. Mario Cirillo del REF-E: “Da nostra indagine emerge che l’impianto
si cambia solo se arrivato a fine vita”

Roma, 9 apr. – (AdnKronos) – “Gli incentivi? Sono andati a chi si poteva permettere l’investimento, a chi aveva capienza economica, e forse ipotizzo a chi non ne aveva neanche bisogno. Sono andati a chi si poteva permettere di attendere il rientro degli investimenti anche con gli incentivi fiscali”. A dirlo all’Adnkronos e’ Pia Saraceno, presidente REF-E a margine del convegno dal titolo ‘Il settore della climatizzazione: mercato e politiche. L’Italia e le opportunita’ della strategia Ue per il settore heating and cooling’ che si e’ tenuto oggi al ministero dello Sviluppo Economico a Roma. “Gli incentivi – aggiunge Saraceno – sono serviti a modificare il mix e non pero’ ad avere l’effetto di una riduzione assoluta dei consumi” che, invece, sarebbe “auspicabile” e che “ancora non vediamo”.

A incidere anche un cambio d’abitudine degli italiani. Gli inverni sono piu’ caldi, ma d’estate si preferisce stare ‘freschi’. “In parte questa riduzione dei consumi non c’e’ stata perche’ ci ‘rinfreschiamo’ di piu'” aggiunge Pia Saraceno. Dall’ultima ricerca Istat sui consumi energetici delle famiglie, presentata oggi, emerge, infatti, che in tre case su dieci c’e’ un condizionatore. Certo le differenze non mancano tra le diverse aree del Paese a seconda delle condizioni climatiche locali. Se in Valle d’Aosta la percentuale della presenza di condizionatori e’ appena dell’1,5% si sale al 50% in Sardegna.

L’impianto si cambia se arrivato a fine vita, negli edifici esistenti si resta sul convenzionale, mentre su quelli nuovi, che sono meno, si ‘azzardano’ le rinnovabili. E’ quanto emerge dallo studio, giunto alla terza edizione, che ha riguardato oltre 800 installatori pari a circa l’1,3% del totale e circa 25mila apparecchi. “Il mercato del residenziale e’ diventato piu’ pesante negli ultimi tre anni, c’e’ stato un sorpasso rispetto a quello dell’industria – dice Mario Cirillo del REF-E presentando l’indagine -. Tenendo conto delle installazioni e delle sostituzioni a prevalere e’ stato il gas in condensazione, oltre agli impianti a biomasse. Gasolio e Gpl sono in grossa difficolta'” spiega Cirillo, precisando che pero’ il “mercato della riqualificazione energetica e’ ancora molto ridotto e, quanto a diffusione, le tecnologie ‘smart’ non riescono a decollare. Gran parte dei termostati sono di tipo tradizionale, meno del 5% degli apparecchi e’ dotato di strumenti a controllo remoto sia per quanto riguarda l’accensione e la gestione che per i consumi”.

Nonostante dall’ultima ricerca Istat, presentata proprio oggi nel corso della conferenza, risulti che gli italiani preferiscono la legna al pellet, utilizzata dal 21,4% delle famiglie “per usi energetici” rispetto al 4,1%, le prospettive del mercato, precisa Cirillo del REF-E, invertono il rapporto a favore di quest’ultimo, ossia il pellet.


(Adnkronos)

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