Gli errori del bando per il progetto preliminare dell’idrovia

La Regione, su iniziativa dell’assessore all’Ambiente Maurizio Conte, sta cercando di accelerare sul progetto per il completamento dell’idrovia Padova – Mare, da realizzare nella doppia funzione di canale navigabile e di scolmatore delle acque di piena del fiume Brenta.

Il 19 giugno di quest’anno, infatti, sono state avviate le procedure per la redazione del progetto preliminare ed 21 luglio 2014 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della UE, e della Repubblica Italiana, il Bando Europeo di progettazione.

L’accelerazione decisa da Conte è sicuramente lodevole, viste le indecisioni che la Regione ha manifestato nei confronti del completamento di un’opera che era stata proposta da Luigi D’Alpaos, Professore del Dipartimento di Ingegneria Idraulica dell’Università di Padova, come scolmatore delle acque di piena del fiume Brenta per ridurre il rischio idraulico che grava sul territorio padovano e veneziano.

Le specifiche tecniche, poste alla base della progettazione, hanno però lasciato irrisolti tutta una serie di punti, che rischiano di portare al compimento di un’opera inadeguata sia alla tutela dal rischio idraulico, che alla funzione trasportistica che ci si deve attendere da una moderna idrovia.

Per porre rimedio a queste inadeguatezza, Legambiente Veneto, sei dei suoi circoli e otto associazioni e comitati locali hanno elaborato un corposo documento (clicca QUI) che è stato inviato all’attenzione del Presidente della Regione Luca Zaia, con richiesta di poterne discutere con urgenza.

In sintesi si chiede che il canale sia progettato per una portata di almeno 400-450 mc/s, in luogo dei 350 previsti che non garantiscono una sufficiente derivazione delle acque di piena del Brenta nel caso di coincidenti fenomeni di piena del Bacchiglione.

Per quanto riguarda l’aspetto trasportistico, si chiede che l’idrovia sia progettata come parte integrante dell’intero sistema idroviario padano, e non come semplice asse infrastrutturale di collegamento tra l’interporto di Padova e Venezia.

Infine, che l’opera sia funzionale al futuro terminal offshore del Porto di Venezia al largo di Malamocco. Sul punto si assiste, invece, ad una mancanza assoluta di coordinamento delle strategie relative al trasporto acqueo. L’Autorità Portuale di Venezia, infatti, sta progettando di effettuare la rottura di carico delle grandi navi porta containers, che arriveranno al futuro terminal offshore, con un tipo di battello che non è compatibile con la sezione dei canali della rete idroviaria padana.

Questo significa che, per ospitare i nuovi battelli, si renderà necessaria la realizzazione della nuova piattaforma logistica di Dogaletto e, a seguire, della camionabile lungo l’idrovia. Opere da contestare in quanto inutili e dannose: la prima infatti comporterà l’urbanizzazione di un’area di pregio ambientale a ridosso della laguna ed entrerà in conflitto con gli esistenti poli logistici, compreso l’interporto di Padova, che andrebbero invece messi a sistema; la seconda annienterà l’utilità ai fini trasportistici dell’idrovia e si porrà come ulteriore infrastruttura stradale che aumenterà le emissioni atmosferiche in un’area tra le più inquinate d’Europa.

Queste incoerenze nella strategia delle opere infrastrutturali vanno risolte affermando l’interesse prevalente della modalità acquea rispetto a quella su gomma. Le politiche di sviluppo dei porti, degli interporti e della rete idroviaria devono puntare ad un sistema integrato, che privilegi le linee di navigazione in un’ottica di cooperazione transfrontaliera. Solo così sarà più facile centrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni in atmosfera, assunti dall’Italia con la firma dei vari protocolli internazionali.

Su questi punti alcuni rappresentanti dei sottoscrittori del documento hanno già avuto un incontro con l’assessore all’ambiente del comune di Padova, Matteo Cavatton, che si è detto disponibile a dare il suo fattivo contributo. Restiamo, invece, in attesa della convocazione del Governatore.

Nel frattempo, per tenere viva l’attenzione sull’argomento, si chiede a tutti coloro che sostengono un diverso modello di sviluppo della nostra regione, di partecipare alle manifestazioni che verranno indette, a cominciare da quella che si terrà venerdì 10 ottobre a Villatora, alle ore 20, per l’inaugurazione dell’impianto di illuminazione del percorso pedonale lungo l’esistente idrovia (clicca qui).

Lorenzo Cabrelle, Legambiente Padova

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