Francesco Piccolo e il suo “Il desiderio di essere come tutti” (VIDEO)

Francesco Piccolo e il suo

Abbiamo incontrato Francesco Piccolo negli spazi del Monastero delle Trentatré a Napoli nell’ambito del festival letterario “Un’altra Galassia”: qui, l’autore casertano ha tenuto un incontro aperto al pubblico in una splendida sala affrescata in cui ha letto alcuni brani scelti del suo ultimo romanzo, dal titolo “Il desiderio di essere come tutti”.

Il romanzo è una sorta di incrocio tra la ricostruzione storica degli eventi che hanno segnato le vicende della sinistra italiana e il romanzo di formazione: “Il rapporto tra pubblico e privato – ci spiega l’autore –  è l’elemento centrale del libro. Più in generale però il mio romanzo, alternando la vicenda personale ai fatti storici e politici, vuole parlare di quei ‘tutti’ a cui il titolo fa riferimento. Infatti esso è tutto maiuscolo e in rosso poiché riprende la prima pagina dell’Unità nel giorno dei funerali di Berlinguer. Berlinguer aprendosi al compromesso storico provò per la prima volta a far entrare un partito comunista nelle decisioni di governo, responsabilizzando e coinvolgendo tutti. Purtroppo dopo il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, questa speranza è andata in frantumi, praticamente fino a oggi.”

Il libro si apre nel 1973 quando il piccolo Francesco ha 9 anni. L’ambientazione è la Reggia di Caserta dove il giovane viene folgorato da una rivelazione: quella di far parte di un mondo più vasto di quello della sua famiglia e degli amici. In altre parole, il ragazzo intuisce che esiste una “comunità” con cui relazionarsi. A questo punto parte la sua ricerca di un posto e un ruolo nel mondo che si sviluppa attraverso diverse fasi: gli amici del liceo e del collettivo con cui si scontra, il rapporto contrastato col padre, e il desiderio di divertirsi, di pensare egoisticamente al proprio piacere che, prosegue l’autore “sembra ancora oggi essere un tabù per una certa cultura di sinistra”.

In seguito la nostra discussione si è aperta anche ad altri temi quali il cinema che, da alcuni anni, lo vede impegnato in prima linea con registi come Moretti (con cui ha scritto la sceneggiatura di “Il Caimano” e Habemus Papam”) e Virzì di cui ha firmato l’ultimo film “Il Capitale umano”: “Il successo di ‘Habemus Papam’ è stato davvero piacevole ma ciò che è accaduto dopo ha quasi dell’incredibile; l’idea che o io o Nanni avesimmo potuto in qualche modo prevedere che un Papa si sarebbe dimesso è fuori dal mondo. In generale credo i grandi temi possano e debbano entrare in un lavoro sia esso letterario o di scrittura per il cinema, ma non in modo diretto, premeditato”.

Infine gli abbiamo chiesto se c’era tra i film italiani degli ultimi anni, uno in particolare che avrebbe voluto aver scritto lui. Dopo qualche indecisione, ci inizia a parlare de “Il Divo”, “un film che ho amato moltissimo, così come tutto il cinema di Paolo Sorrentino. Credo di poter dire che quel film è stato capito più all’estero che in Italia, in quanto più che essere un film ‘su’ Andreotti e un film sul potere. Con Paolo condivido la passione e anche, se così si può dire, l’amore anche per i personaggi negativi, poiché credo che uno scrittore non debba assumere una posizione rispetto a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, piuttosto mostrare attraverso la scrittura o il cinema dei percorsi e delle vicende che sarà poi il lettore e il pubblico in generale a valutare”.

Clicca qui per il video: http://www.fanpage.it/francesco-piccolo-e-il-suo-il-desiderio-di-essere-come-tutti-video/

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