“Il lato oscuro del digitale” secondo Andrea Granelli

Andrea GranelliPadova, 19/03/2014 – Si è svolta oggi al Centro Congressi Papa Luciani di Padova la conferenza di Andrea Granelli su “Il lato oscuro del digitale” organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nell’ambito del ciclo di conferenze “Segnavie”. “La tecnologia è un fenomeno in continua e straordinaria evoluzione che ridefinisce i confini e genera implicitamente nuove criticità” – ha esordito Granelli, esperto di media digitali, intervistato dal direttore di “Wired” Massimo Russo, ricordando come i nuovi media, se da un lato favoriscono l’innovazione, rappresentano al contempo un rilevante fattore di rischio.

Dal fenomeno dei cosiddetti Hikikomori, giovani che decidono di vivere reclusi nella propria camera a contatto solo con Internet al recente caso Datagate negli Stati Uniti, dall’invasività (e talvolta scarsa attendibilità) dell’informazione online ai recenti gravi episodi di cyberbullismo, sono davvero molti i casi in cui emergono i pericoli rappresentati dal web. “Le dimensioni problematiche vanno affrontate e gestite di petto per evitare che la disillusione si presenti in maniera improvvisa e inattesa e generi sia comportamenti che decisioni completamente irrazionali” – ha spiegato Granelli, che ha messo in guardia dall’ascesa del fondamentalismo tecnologico. I giovani vanno messi in condizione di gestire in modo consapevole e corretto i nuovi strumenti digitali: qui il concetto chiave è quello di “educazione digitale”, che implica la capacità di sviluppare maggiore senso critico rispetto all’uso di questi strumenti. Per le aziende, invece, la ricetta è quella di puntare sulla riscoperta della cultura umanistica, vero e proprio antidoto agli eccessi del tecnicismo.

Massimo Russo, dal canto suo, ha messo in evidenza gli aspetti positivi della rivoluzione digitale. Con una premessa: “Internet è uno specchio che amplifica la nostra immagine quindi rompere lo specchio non è il modo per risolvere il problema”. Le nuove tecnologie, secondo Russo, portano certamente squilibri nel breve periodo, ma rappresentano nel lungo periodo la chiave del progresso. Soprattutto per le straordinarie opportunità lavorative offerte dal mercato del digitale: “In Inghilterra il digitale vale 10 punti percentuali di prodotto interno lordo. In Italia poco più di 3. D'altra parte le aziende italiane che si occupano di digitale, dal 2008 a oggiAggiungi un appuntamento per oggi – periodo in cui abbiamo perso 9 punti di Pil – sono cresciute anno su anno in doppia cifra”. Conclusione? La possibilità di tornare a crescere sarà fortemente legata anche all'innovazione e al digitale.

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