Fonsai, Premafin, Unipol: alla fine pagheranno sempre i piccoli risparmiatori

E’ doverosa una premessa: l’autore di questo articolo è un analista tecnico e le proprie analisi relativamente ai mercati finanziari e alle società quotate sono il frutto dello studio dei grafici senza tenere in considerazione notizie di carattere fondamentale, "letture" di bilanci (spesso non veritieri e/o artefatti contabilmente). Ritengo però, come in questo caso, che i lettori e gli investitori debbano essere informati di alcune "situazioni" alquanto anomale, specialmente quando si verificano all’interno della nostra Borsa. E' per questo che, al di delle mie analisi tecniche, ho reputato importante raccontare alcune vicende relativamente ai titoli FONDIARIA e PREMAFIN (società del gruppo Ligresti la quale controlla FONDIARIA SAI), società la quale, da un punto di vista borsistico, ha sviluppato un poderoso rialzo, dai minimi a 0,11 € del 29/dic/11 al 0,5490 € del 27/febb/12= +400%in due mesi esatti
 Innanzitutto sappiate che PREMAFIN ha un "buco" di bilancio di ben 368 milioni di euro i cui creditori principali, quindi quelli che sono in "sofferenza", sono sostanzialmente 7 banche: Unicredit, Cariparma, Bpm, Banco Popolare, Ge Capital e Intesa Sanpaolo, tutte esposte con la holding della famiglia Ligresti. PREMAFIN ha ieri presentato alle banche creditrici un piano di ristrutturazione del debito che prevede un bond convertendo in azioni della nuova società che nascerebbe da una fusione tra la stessa Premafin, Unipol, Milano Assicurazioni e Fondiaria Sai (fonte: Il Sole 24 Ore): in pratica i debiti dei Ligresti passeranno di fatto alla "nuova" UNIPOL. Inoltre i Ligresti (cui fa riferimento attualmente Premafin), avrebbero proposto un allungamento del rimborso dei debiti di 10 anni o quantomeno al 2018!. Banca Leonardo è l'advisor (consulente) di Premafin.
Ma…andiamo avanti. FONDIARIA SAI è la seconda compagnia assicurativa italiana dopo le Generali e fa parte del Gruppo Ligresti insieme a Milano Assicurazioni e Premafin. FONSAI ha denunciato (supervisore consulente: Goldman Sachs) un buco in bilancio da 1,1 miliardi di euro (miliardi…) con solvency ratio (indice di solvibilità) in caduta a quota 75% contro il 90% previsto e il minimo regolamentare del 100% imposto dall'Authority del settore (ISVAP) a tutela degli assicurati. Pertanto si può sintetizzare: FONSAI è stata mandata in rovina dalla famiglia Ligresti. Solo recentemente Fondiaria ha accantonato riserve per 790 milioni di euro, evidenziando quindi come durante tutta l'era Marchionni (manager storico della famiglia Ligresti, poi sostituito da Erbetta) la società assicuratrice sia stata fortemente "sottoriservata" (il chè significa un elevatissimo rischio per azionisti ed assicurati). Risulta inevitabile quindi unaumento di capitale “mostruoso” pari a 1,1 miliardi di euro, altrimenti FONSAI sarà commissariata dall'ISVAP, l'Authority di Vigilanza del settore assicurativo. Ed è anche normale pertanto che alcuni analisti (fondamentali) inizino a temere anche per i profitti societari di quest'anno; non si esclude vi possa poi essere un'azione penale di responsabilità nei confronti dei vecchi vertici della galassia Ligresti. L'assemblea dei soci di Fonsai sarà chiamata a deliberare la ricapitalizzazione il prossimo 16 marzo (19 marzo in seconda convocazione); il cda ha anche previsto il raggruppamento delle azioni con un rapporto di un’azione nuova contro 100 vecchie  (proposta sottoposta ad Assemblea Straordinaria). Si sottolinea come il Consorzio di Garanzia sia stato affidato a Mediobanca (creditore di riferimento sia di FONSAI che di UNIPOL!), insieme a Unicredit, che è uno dei principali creditori dei Ligresti. Quantomeno bizzarro poi che sia stato "nominato" anche un comitato di 5 amministratoriindipendentiche eufemismo: quanto possono essere "indipendenti" secondo voi?? – di cui 2 in quota Unicredit (guarda un po'), per seguire la prevista fusione di FONSAI con UNIPOL. E qui è necessaria una doverosa precisazione.
Come mai UNIPOL, “piccola” società assicuratrice, se confrontata a FONSAI, tramite Finsoe (azionista di riferimento del gruppo Unipol, holding attraverso cui il mondo delle Coop controlla Unipol) aveva inizialmente offerto ai Ligresti di pagar loro le azioni PREMAFIN al doppio del valore di mercato?, e solo successivamente ha presentato un "piano di salvataggio” dell’ex impero Ligresti. Qui prodest e perchè?; il denaro per acquistare il Gruppo Ligrestiaffossato da debiti mastodonticitramite un'OPA (a cascata) Finsoe non li ha e nonostante ciò ha progettato di unire due gruppi che detengono vari marchi, che operano in quattro sedi ed hanno reti che lavorano con meccanismi di retrocessione molto diversiScusate ma i dubbi e le obiezioni sorgono spontanei. Anche alla luce del fatto che un’altra società assicuratrice ben più grande di Unipol, la francese AXA, si era fatta avanti per rilevare l'indebitatissima FONSAI. Ed AXA ha chiuso il 2011 con 4,3 miliardi di euro di profitti (in crescita del 49% su base annua), ottenendo un risultato operativo positivo per 3,9 miliardi (+2%) ; pertanto avrebbe sia le risorse finanziarie che le "spalle" per affrontare l'acquisto del Gruppo Ligresti.

Ma… andiamo a prendere un altro pezzo del "puzzle".
 Alcuni organi di stampa (Il Fatto Quotidiano) indicano che il 27/genn/12 il numero uno di Mediobanca, Alberto Nagel, si è recato alla Consob ed ha avuto un colloquio con il  Presidente Giuseppe Vegas il quale sembra gli abbia fornito delle utilissime "dritte" su come presentare/gestire l'operazione Fonsai-Unipol per farla approvare dall'organismo di vigilanza e dare quindi un’immagine positiva ai mercati finanziari.

Mediobanca, che ha sempre fiancheggiato Salvatore Ligresti, vuole impedire che si rafforzi in Italia proprio AXA, la principale concorrente delle Generali=sostanziosa società che si trova nella galassia (e nel portafoglio) di Mediobanca (l'entrata in Italia di AXA porterebbe senza dubbio ad erosioni di quote di mercatoa scapito proprio di Generali) con rischi difficilmente calcolabili. Ma…come fare per mantenere lo status-quo e “pilotare” FonSai nelle braccia sicure ed amiche di Unipol?, semplice: se si tratta di un "salvataggio" non vi è più obbligo di OPA!; ecco il prezioso consiglio che il Presidente della Consob elargisce a Mediobanca. E cosi l'ing. Ligresti non vende più le sue azioni, Premafin lancia un aumento di capitale da 400 milioni di euro (riservato ad Unipol) che lo sottoscrive, acquisendo il controllo della finanziaria Premafin e della sottostante Fonsai & C., il tutto con esborso minimo, rispetto ad un’OPA, e facendo passare l'intricatoaffaire come un salvataggio.
Si, si…lo so… "Ma direte voise avevano offerto a Ligresti per il suo pacchetto di azioni Premafin il doppio di quello che valgono sul mercato, dopo un buco gigantesco, ma che razza di salvataggio è??". Lettori, si sa che la finanza italiana ha la memoria corta, e che seppure "scripta manent" spesso "scripta volant" negli italici meandri della Consob (Parmalat docet).
Ed ecco che allora l'operazione Fonsai/Unipol viene "vestita" come salvataggio. In più, guardando "oltre" il presente, vi è la possibilità che poi Unipol, in prospettiva, possa passare allo smembramento di Fonsai (il famoso "spezzatino"), magari con l'Antitrust che subordini il via libera dell'operazione a cessioni di società controllate (per esempio: Milano Assicurazioni), il chè contribuirebbe al "gioco" di Mediobanca, ovvero quello di rafforzare Generali e ridimensionare i concorrenti.

Ricordo che sia Fonsai che Unipol sono pesantemente indebitate con Mediobanca, la quale detiene circa il 40% di Fonsai tramite il 35% di Premafin + la quota in mano ad Unicredit.
 Beneabbiamo quindi "ricostruito" cosa c’è "dietro" l'affaire Fonsai/Premafin/Unipol ma… non vi sembra ci stiamo dimenticando di qualche cosa?, ebbene si, del Presidente della Consob: Vegas. Il cui comportamento è stato apertamente deplorato e criticato dal Commissario Consob M. Pezzinga. Ecco il commento di Pezzinga riportato dal quotidiano La Repubblica: "Se c'è stato un intervento, come riferiscono i giornali, è stato per iniziativa esclusiva del Presidente e mi pare un'iniziativa del tutto irrituale e non so quanto legittima in una fase in cui eravamo in attesa del quesito. Non mi pare opportuno, e non so quanto giovi all'immagine della Consob, indossare i panni che normalmente vestono i consulenti di gruppi privati suggerendo una riformulazione dell'operazione che al momento nessuno sa se possa incontrare il via libera del collegio". Bravo, PERFETTO, non necessita di commenti.

PS: riflessione personalissima. Qui a pagare continuano ad essere sempre e solo i soliti "noti", ovvero i piccoli risparmiatori. Bilanci in profondo rosso, affossamento di società, depauperamento del valore dei titoli in mano agli azionisti, cui si chiede sempre e soltanto di metter mano al portafoglio che viene poi gestito in maniera "allegra" o fraudolenta, interesse privato in atti pubblici, Stato che non riesce a salvaguardare i cittadini ma che riesce a nascondere tra le sue pieghe collaboratori e funzionari che meriterebbero ben altro trattamento, soldi a fondo perduto a profusione ad inetti pseudo-imprenditori peraltro spesso osannati dai media (mentre quelli più corretti ed onesti si suicidano, incapaci di ottenere un finanziamento per affrontare nell'immediato una crisi finanziaria pressante), società di auditing (verifica contabile + controllo e miglioramento efficienza dell'Azienda) che sanno solamente metter la firma sui bilanci (intrappolando cosi ignari investitori e sottraendo redditività al sistema Paese), ladri confessi eppur liberi… Si varano tasse su tasse, si taglia (anche dove non si dovrebbe tagliare), si distrugge il tessuto economico e sociale italiano. Cercate di scrollarvi di dosso il torpore, riacquistate la vostra volontà e la vostra capacità critica. Non facciamoci scivolare sempre tutto addosso.
NB= Il progetto, illustrato durante gli incontri tenutisi in Banca Leonardo (advisor di Premafin), prevede l’allungamento a 10 anni dei termini di rientro del debito. E solo dopo l’eventuale fusione tra la holding, le controllate FondiariaSai e Milano Assicurazioni e l’offerente Unipol verrà lanciato un prestito convertendo di 150 milioni di euro, con scadenza a tre anni, e concesse linee di credito per i restanti 218 milioni di euro con scadenza 2016-2017. Per maggiori dettagli su tale incontro ed i termini dell'accordo, vi suggerisco —>> http://www.assinews.it/articolo_stampa_oggi.aspx?art_id=7546

Daniela Turri

[email protected]

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