Il progetto #coltiviamoilrispetto premia gli studi finalizzati alla ricerca di nuovi linguaggi educativi e comunicativi per favorire il cambiamento culturale
A questo link i video e le interviste: https://we.tl/t-Y9vaebIATh
11 aprile 2025. “Le parole possono essere pietre che ricadono sulla sensibilità delle persone. È attraverso frasi rispettose ed inclusive che si costruiscono le basi di una cultura non violenta. Contrastare la violenza di genere significa anche educare all’uso espressivo sano e attento, perché ogni frase può ferire o curare”. Così Valentina Galesso, presidente delle Donne di Coldiretti Padova e Veneto ha introdotto oggi la consegna della prima edizione del premio di laurea in memoria di Giulia Cecchettin, consegnato oggi al Palazzo del Bo all’Università di Padova. “E’ il frutto della bontà dei campi e di comportamenti gentili verso il prossimo. Le donne di Coldiretti e i produttori agricoli dei mercati di Campagna Amica insieme all’Università di Padova promuovono un linguaggio consapevole”, ha aggiunto.
Il premio è andato alla tesi di laurea della neo dottoressa Chiara Arnoldo, del Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali, dedicata alla violenza di genere, da parte del partner, facilitata dalla tecnologia. Lo studio che analizza come la tecnologia possa facilitare la violenza di genere da parte del partner ma anche il ruolo dell’educazione nella prevenzione, è stato scelto dalla commissione valutatrice tra numerose tesi discusse all’Università di Padova.
Il premio, nato con il fine di approfondire il tema della violenza di genere, rientra nel progetto #coltiviamoilrispetto promosso dalle Donne di Coldiretti, in collaborazione con la Fondazione Campagna Amica e l’Università di Padova per la diffusione della parità di genere attraverso la cultura del rispetto in tutti i campi della ricerca, del lavoro, dell’economia, della comunicazione.
Chiara Arnoldo con la tesi di laurea magistrale “Technology-facilitated intimate partner violence in Italy, The role of education in preventing abusive behaviours in intimate relationships”, si è soffermata sul ruolo della tecnologia nella violenza di genere.
“La tesi – è la motivazione della Commissione valutatrice – si è distinta per la capacità di affrontare un fenomeno attuale e complesso come la violenza di coppia facilitata dalla tecnologia. La candidata ha trattato il tema con un approccio trasversale, includendo un’analisi giuridica e sociale. Ha sottolineato inoltre il duplice ruolo della tecnologia: da mezzo per creare, avviare e mantenere relazioni intime, a strumento di controllo, abuso e violazione della privacy tra partner. Di particolare rilievo, infine, è l’attenzione riservata al ruolo dell’educazione, sia scolastica che familiare, come strumento chiave nella prevenzione della TFIPV e nella promozione di relazioni basate sull’uguaglianza e sul rispetto reciproco”.
“L’interesse per questo tema – ha spiegato l’autrice Chiara Arnoldo – è nato a seguito del mio tirocinio a Bruxelles presso l’organizzazione internazionale European Schoolnet, durante il quale ho avuto modo di approfondire questi temi collaborando al progetto europeo “MenABLE” (Empower Man-power against gender-based violence online), volto a prevenire la violenza di genere online, soprattutto tra i giovani. La mia tesi di laurea magistrale analizza il fenomeno della “technology-facilitated intimate partner violence” (TFIPV), ovvero la violenza nelle relazioni intime perpetrata attraverso l’uso della tecnologia, con un focus specifico sul contesto italiano e attraverso una prospettiva di genere. Questo fenomeno, sempre più diffuso con l’espandersi della digitalizzazione e delle nuove tecnologie, si manifesta attraverso il controllo, la sorveglianza e altre forme di abuso online, colpendo in modo sproporzionato le donne e le persone appartenenti a gruppi marginalizzati.
Lo studio, supportato da interviste a esperti del settore, evidenzia il ruolo cruciale dell’educazione nella prevenzione della violenza di genere, promuovendo programmi scolastici e iniziative culturali che favoriscano relazioni sane e rispettose. Tuttavia, questi interventi, sebbene efficaci nel breve-medio termine, risultano insufficienti senza un’educazione affettivo-relazionale all’interno del contesto familiare. Per una prevenzione efficace, è dunque essenziale una collaborazione tra scuola, famiglie, istituzioni, comunità e industria tecnologica”.
Valentina Galesso, presidente di Donne Coldiretti Veneto, ha sottolineato: “Il tema che ci riunisce non è soltanto un doveroso momento di memoria, – afferma Galesso – ma anche un’occasione per riflettere su quale direzione vogliamo dare alla nostra quotidianità, ai nostri comportamenti, al nostro modo di vivere insieme.
Parlare di equilibrio nella vita quotidiana significa parlare di rispetto. Significa riconoscere i propri limiti e quelli degli altri, senza cercare il dominio, senza caricare sulle spalle altrui il peso del nostro disagio o delle nostre frustrazioni. L’equilibrio non è un atto di debolezza, ma un gesto di consapevolezza.
Spesso, senza accorgercene, cediamo alla tentazione di usare parole forti, cariche, che polarizzano invece di avvicinare. Ma anche il linguaggio è responsabilità. Evitare certi termini non significa censurare il pensiero: significa scegliere uno stile comunicativo che non generi ulteriori ferite. Cadere nella retorica della rabbia o dell’accusa è una deviazione sociale, una scorciatoia che non costruisce nulla. Ci sono parole come Giustizia, Uguaglianza, Parità che dovrebbero avere un posto stabile nel nostro vocabolario quotidiano. Non come concetti astratti, ma come pratiche, come scelte. Valgono per tutti: per chi ha voce e per chi non riesce ancora a farsela sentire. Per i forti e per i fragili.
Darci una misura nei comportamenti non significa rinunciare alla nostra indole, ma imparare a esprimerla senza sopraffare. Il rispetto non è una rinuncia, è un incontro. È la base su cui costruire relazioni sane, società più giuste, e, in fondo, vite più vere. In onore di Giulia, e di tutte le persone che non possono più raccontare la loro storia, continuiamo a farlo noi. Con equilibrio, con forza, con parole giuste”.
La professoressa Gaya Spolverato, delegata dell’Università di Padova alle Politiche per le pari opportunità nonché presidente della Commissione valutatrice, ha ringraziato per la presenza Gino Cecchettin e Andrea Camerotto, papà e zio di Giulia. “È nostro dovere morale – ha detto – far fronte comune contro le disparità che noi donne stiamo vivendo. È stata una gioia leggere queste tesi che hanno dato grande speranza in un futuro di cambiamento. Il linguaggio cambia le persone e dobbiamo stare molto attenti perché deve essere inclusivo in tutte le sue forme”.
Un plauso è arrivato da Gino Cecchettin che ha sottolineato come “qui finalmente si parla di soluzioni. Spesso infatti si denuncia e si parla del problema ma raramente si pensa alle soluzioni per andare oltre, grazie quindi per questo lavoro e complimenti per l’impegno”.
Sono intervenuti il prof. Sergio Gerotto direttore dipartimento Dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali, Emanuela Gastaldello consigliere provinciale con delega alle pari opportunità, Antonio Bressa assessore al commercio del Comune di Padova, Roberto Lorin presidente di Coldiretti Padova, Carlo Belotti direttore di Coldiretti Padova e Cristina Vascon, vice presidente di Coldiretti Donne Padova e autrice della poesia dedicata a Giulia Cecchettin e a tutte le donne vittime di violenza che accompagna i prodotti gentili dei mercati di Campagna Amica.
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