IN PROVINCIA DI PADOVA, TRA IL 2019 E IL 2024 PERSI PIU’ DI 10MILA MINORI TRA 0 E 17 ANNI


Solo 7 comuni migliorano i propri numeri
Bertin (Confcommercio Ascom Padova): “Difficile individuare un trend, l’unica cosa sicura è che meno giovani significano difficoltà anche per le imprese”

Nei giorni scorsi, nell’ambito del “Padova tutti convocati”, annuale ricognizione sullo stato dell’arte delle infrastrutture presenti e future nel padovano, la rettrice dell’Università di Padova, Daniela Mapelli, per indicare come il fenomeno dei “sempre meno nati” ponga seri interrogativi, ha alzato l’asticella dell’allarme rinominando l’ormai classico “inverno demografico” in “glaciazione demografica”

In effetti, come ha documentato un’elaborazione di “Openpolis – Con i Bambini” su dati Istat, il calo della popolazione minorile, ovvero nell’età compresa tra 0 e 17 anni, ha interessato il 98% dei comuni italiani e solo in due capoluoghi di provincia, Ragusa e La Spezia, la popolazione minorile è leggermente aumentata tra 2019 e 2024, rispettivamente dell’1,3% e dello 0,5%. Negli altri capoluoghi si registra il segno meno, in particolare a Fermo, Avellino, Carbonia, Sassari, Nuoro e Trapani dove il calo supera l’11%. Padova, inteso come comune capoluogo, si attesta ad un mediano -7,12%.
Se poi andiamo ad analizzare uno per uno il centinaio di comuni della provincia, appare chiaro quanto sia difficile trovare una chiave di lettura univoca.

Sono 7 infatti i comuni che segnano un dato positivo e che contribuiscono a ridurre quel 2 adulti per 1 minore che è il rapporto che fa tremare i polsi a chi si occupa di demografia.

Nello specifico si tratta di Albignasego che con 4564 minori del 2019 contro i 4675 del 2024 segna un +2,43%. Meglio del comune della cintura, ma con numeri molto più ridotti (281 contro 294) si classifica Masi (+4,63%), seguito da Baone (+2,76%), da Lozzo Atestino (+1,46%), da Vo’ (+1,08%), da Legnaro (+0,88%) e da Sant’Urbano (+0,79%). Fanno pari e patta Battaglia Terme che nei 5 anni mantiene i suoi 462 minori e Piacenza d’Adige che conferma i suoi 169. Per il resto siamo in discesa.

“I dati – commenta il presidente dell’Ascom Confcommercio, Patrizio Bertin – non autorizzano all’individuazione di nessun trend se non quello della preoccupazione per un territorio che comincia a risentire pesantemente dei pochi nati, che riscontra le classi delle scuole di “ogni ordine e grado” (come si diceva un tempo) assottigliarsi sempre di più e che vede nero per quanto riguarda il futuro prossimo venturo delle aziende che già oggi sono alla disperata ricerca di addetti ma che sempre di più faranno fatica a trovarli”.

Ha ragione il presidente dell’Ascom Confcommercio: qualsiasi lettura sembra sfuggire ad una logica.
E’ giustificato che diminuisca la città: 29.981 minori nel 2029 e 27846 nel 2024 potrebbero essere la diretta conseguenza delle famiglie giovani che si trasferiscono nella cintura. Albignasego direbbe che è così, ma poi si può constatare che Limena è a -5,54%, Vigodarzere a -9,81%, Cadoneghe a -7,79%, Vigonza a -5,51%, Noventa Padovana a -10,58%, Saonara -10,23%, Ponte San Nicolò a -15,06%, Selvazzano a – 9,75% e Rubano (che è quello che si difende meglio) a -1,10.
Stesso copione alle Terme: detto dello 0-0 di Battaglia, Abano fa -2,45%, ma Montegrotto fa -7,59 e Galzignano -9,91%. 

Come abbiamo visto sembrerebbe che la voglia di figli alberghi sui Colli: dei 7 comuni in provincia che possono vantare il segno “più” tre appartengono a quest’area (Baone, Lozzo e Vo’), ma poi ci si imbatte nel -6,47% di Arquà Petrarca, nel -7,16% di Teolo, nel -8,71 di Rovolon, nel -10,37% di Torreglia, fino ad arrivare al -17,63% di Cinto Euganeo e al -19,16% di Cervarese Santa Croce.

Va meglio nei comuni dei centri più grossi, quelli che un tempo costituivano i mandamenti? Decisamente no: Cittadella è a -6,78%, Camposampiero a -8,35%, Este a -10,57, Monselice a – 9,13%, Conselve a -8,45%, Piove di Sacco a -5,04. Ma poi a scombinare determinate certezze ci pensa Montagnana che flette solo del -1,46%, mentre nei comuni della Bassa Padovana c’è tutto e il contrario di tutto: per un Masi che abbiamo visto crescere del +4,63% ci sono le pesanti cadute di Granze (-22,13%), di Villa Estense (-19,72%), di Vescovana (-16,17%), di Bagnoli di Sopra (-15,61%), di Arre (-15,92%), di Tribano (-15,87%), fino al primatista negativo, in termini percentuali, che è Barbona col -33,33% ma è una percentuale “influenzata” sia dal numero totale dei suoi 658 abitanti (è il comune meno popolato) che dai suoi minori che erano 78 nel 2019 e sono scesi a 52 nel 2024. 

Se la Bassa piange, l’Alta (almeno in parte) non ride. San Pietro in Gu, tanto per citare il comune che risente maggiormente della perdita di minori under 17, segna un -23,98%, ma c’è anche il -11,16% di Grantorto. Per contro ci sono San Giorgio in Bosco quasi sulla parità (-0,09%), Gazzo a -0,64%, Campodarsego a -2,83%, Borgoricco a -3,96%.

“Nei giorni scorsi – conclude il presidente Bertin – al Forum di Confcommercio a Roma è emersa in tutta la sua gravità la questione della domanda interna che per crescere ha bisogno della fiducia. Purtroppo è difficile che le giovani coppie possano avere fiducia quando l’elettricità è salita del 53,5% e il gas dell’88,2% rispetto al 2019. L’occupazione ai massimi e i redditi reali in aumento sono segnali incoraggianti, ma sono piccole luci in un contesto pieno di ombre, soprattutto sul piano internazionale”.

PADOVA 19 APRILE 2025