07 febbraio 2025
(Arv) Venezia 7 feb. 2025 – “Decenni di inquinamento e contaminazione dell’ambiente. Malcelata indifferenza verso le preoccupazioni espresse da molti cittadini, ambiente contaminato irreversibilmente e tante persone che si sono ammalate anche in giovane età, un’eredità pesante di cui dovranno farsi carico le future generazioni: questa è la storia del più grande disastro ambientale che il nostro Paese abbia conosciuto. Ora, a un passo da una verità giudiziaria che ha il compito soprattutto di stabilire delle responsabilità, non in modo esauriente purtroppo, possiamo chiederci quante volte questo sistema di cose dovrà replicarsi”. Lo dichiarano i consiglieri regionali Renzo Masolo e Andrea Zanoni di Europa Verde.
“La salute dei cittadini e dell’ambiente, presupposti di ogni altro diritto, devono essere sacrificabili in nome di un sistema economico che oggi, in generale, mostra segni di cedimento e che, purtroppo, nella sua trasformazione ad altro, complici le destre sovranazionali, rischia di inghiottire ogni residua speranza? Perché tra le istituzioni vediamo sempre un rimpallo di responsabilità? I tantissimi cittadini, le cui vite sono state attraversate e funestate da questa tragedia, si sono mobilitati; hanno denunciato, hanno rotto il muro di silenzio eretto attorno a questa storia; ora questi cittadini chiedono una cosa molto semplice, chiedono giustizia. Ad anni di distanza – sottolineano Masolo e Zanoni – la bonifica del sito Miteni non è ancora iniziata e l’inquinamento si è esteso; l’acqua in una grossa fetta di Veneto è H2O-Pfas. Noi oggi abbiamo partecipato al presidio che si è tenuto davanti al Tribunale di Vicenza, dove sono attese per la prossima settimana le richieste dei PM, a fianco delle Mamme No Pfas e delle tante associazioni e dei tanti attivisti che in tutti questi anni si sono battute per chiedere giustizia nonostante le pressioni esterne, come nel caso del dott. Vincenzo Cordiano, medico ISDE. Una sentenza non potrà certo bastare a recuperare le vite attinte da questo disastro, – conclude Zanoni – perché, oltre alla salute, sono stati erosi il senso di fiducia e l’affidamento, che oggi possono essere riacquistati solo se le istituzioni fanno la loro parte, vietando definitivamente la circolazione dei Pfas e attivando la bonifica che tarda ad arrivare. Nel 2013 fui il primo ad occuparmene portando la questione in Europa. L’Europa si è mossa, ma l’Italia ancora non s’è desta”.