LA TRUFFA DELLE CONSEGNE IN CONTRASSEGNO

Il presidente di Federmoda Confcommercio Veneto e Ascom Padova, Riccardo Capitanio, fa da cavia e scopre …

“Non aprite quel pacco! Anzi, non commissionatelo proprio perchè dietro c’è una truffa, peraltro ben orchestrata”.
L’allarme arriva da Riccardo Capitanio, vicepresidente nazionale e presidente veneto di Federmoda Confcommercio e Federmoda Ascom Padova che ha raccolto una serie di segnalazioni in ordine ad acquisti effettuati sulla rete e rivelatisi veri e propri “bidoni”.
“Ovviamente mi limito a parlare del mio ambito, vale a dire abbigliamento e, soprattutto, calzature – continua il presidente – e su questo ho puntato la mia attenzione, ma è evidente che il fenomeno è di portata più vasta”.
In cosa consiste la truffa? Capitanio ha  individuato il percorso ed egli stesso si è volutamente sottoposto al test …
“Su un sito non ufficiale ho ordinato un paio di scarpe Autry, “le scarpe con la bandiera americana”. Mi venivano proposte a 120 euro tutto compreso per cui l'”affare” era evidente visto che il modello più economico a meno di 150/170 euro non lo si trova nè in negozio nè in e-commerce. Non solo (e qui sta l‘aspetto “genial-criminale” di chi sta dietro a questo business): nessun pagamento anticipato con carta di credito o similari (e dunque rischio azzerato di soldi versati e merce mai consegnata) ma comodo e, soprattutto, “tranquillo” pagamento in contrassegno. Il problema è che la consegna è garantita, ma non è garantito assolutamente il contenuto.

In effetti il pacco che il corriere ha consegnato a Capitanio era totalmente anonimo come pure altrettanto anonima è risultata la scatola che doveva contenere le agognate Audry. E’ bastato aprire la scatola per trovarsi di fronte non a delle Autry ma a delle sedicenti McQueen, ovviamente falsissime.

“La questione è delicata – continua il presidente di Federmoda – perchè implica molti aspetti: cè la truffa, c’è l’inganno del contrassegno “garantista”, ci sono siti di società fantomatiche che nascono e spariscono per ritornare sotto mentite spoglie e poi, in aggiunta a tutto questo, c’è un mercato del falso che prolifera e che danneggia non solo i marchi originali ma anche i commercianti che si vedono erodere il mercato da organizzazioni criminali che nella migliore delle ipotesi evadono il fisco, nella peggiore sono i responsabili di lavoro nero, di sfruttamento sistematico se non addirittura di forme di schiavismo”.

Insomma: dietro un falso o dietro una scatola anonima non c’è solo il “bidone” rifilato al malcapitato che voleva fare l'”affare”. C’è anche un sottobosco che ha implicazioni ben più gravi.
“Se con questo avviso – conclude Capitanio – avremo messo sul “chi va là” anche un solo acquirente, come Federmoda, come Confcommercio e come Ascom avremo fatto la nostra doverosa azione di contrasto alla contraffazione. Che è difesa del nostro lavoro, ma è soprattutto difesa dei consumatori”.

PADOVA 10 MAGGIO 2024

(Ascom Padova)