IN 5 ANNI IL COMMERCIO AMBULANTE IN VENETO PERDE IL 20,8% DELLE IMPRESE ATTIVE


Ilario Sattin (Ambulanti della Fiva Confcommercio Veneto e Ascom Padova): “il Covid ci ha fatto male, ma anche gli spostamenti in altre aree che non siano le piazze centrali possono decretare la fine del comparto”
Da qui l’appello ai candidati alle prossime elezioni comunali

Se si esclude il commercio al dettaglio di autoveicoli che dal 2019 al 2023 è cresciuto, in quanto a sedi d’impresa attive sul territorio regionale, del 6% e tra il 2022 ed il 2023 dell’1%, tutti gli altri comparti del commercio al dettaglio, in questi anni caratterizzati in buona parte dalla pandemia, hanno subito significativi arretramenti: -7,3% il complessivo di tutti i settori nei quattro anni e -2,5% tra il ’22 ed il ’23. 
Però se c’è un’attività che ha sofferto più delle altre, questa è il commercio ambulante che tra il 2019 e il 2023 ha visto assottigliarsi la propria consistenza passando dalle 9.598 attività aperte nel ’19 alle 7.601 del ’23. Che, in termini percentuali, significano un drammatico -20,8% nel quadriennio con un altrettanto significativo -6,4% se il raffronto si limita al biennio 2022-2023.
“Non credo servano fior di analisti – commenta il presidente della Fiva Confcommercio Veneto e della Fiva Ascom Padova, Ilario Sattin – per capire che la situazione è molto grave. La pandemia, nonostante la nostra operatività si svolga all’aperto, è stata una bella mazzata. Purtroppo il nostro è un lavoro che richiama attorno ad ogni singolo banco decine di persone e questo, durante il Covid, ha rappresentato un problema. Metteteci poi la scarsa patrimonializzazione delle nostre imprese e capirete che mesi di inattività finiscono per decretare il “de profundis” di quelle con minori margini”.
Dunque, la pandemia come fattore scatenante della crisi, ma non è l’unico.
“Proprio il Covid – continua Sattin – ha convinto qualche amministrazione municipale a mettere in discussione l’utilizzo delle piazze centrali, spostando il mercato in luoghi che il burocratese dei comuni definisce “più funzionali” ma che, nella realtà, sono ghetti il più delle volte anche difficili da raggiungere”.
Ma anche in assenza di questa ulteriore difficoltà (ovvero la difficoltà di raggiunge la nuova postazione del mercato), è lo sradicare i banchi dalle piazze centrali che non va bene.
“E’ assodato storicamente – incalza il presidente della Fiva Confcommercio regionale e padovana – che le città si sono formate attorno ai mercati e che senza i mercati una città come Padova non avrebbe potuto vantare i tesori d’arte che ci vengono invidiati da tutti”.
Eppure, nonostante tutto questo, più di un comune ha fatto, sta facendo o sembra intenzionato a fare in futuro, scelte che vanno contro lo svolgersi regolare dei mercati settimanali nelle piazze centrali contribuendo, in tal modo, a realizzare quella desertificazione dei centri storici che non è dovuta solo alle poche nascite, ma anche alle scelte dei residenti che prendono altre strade e, con inevitabile “effetto domino”, di serrande abbassate che finiscono per essere l’anteprima del degrado”.
Da qui l’appello di Sattin.
“Ai candidati che si preparano al confronto politico delle elezioni comunali, chiedo di esprimersi con chiarezza: dicano (e scrivano in maniera che si faccia memoria dell’impegno) se sono favorevoli a che il mercato di competenza continui a svolgersi dove storicamente è stato insediato o dicano (e scrivano) se nei loro programmi ci sarà lo spostamento del mercato in aree magari vicine ma poco frequentate o comunque poco consone all’attività mercatale o semplicemente nascoste”.
L’intendimento del presidente della Fiva Ascom Confcommercio di Padova è dunque quello di “stanare” la politica. 
“Il mercato è una componente essenziale della nostra socialità e della nostra cultura – conclude Sattin – e solo se potrà mantenere la sua centralità, anche fisica, potrà continuare ad essere un fattore importante del nostro vivere quotidiano”.

PADOVA 9 APRILE 2024

(Ascom Padova)