Un pacchetto corposo di misure per l’agroalimentare è contenuto nel disegno di legge Made in Italy all’esame della Camera. Si tratta di un provvedimento complesso che coinvolge tutta la compagine governativa con un obiettivo preciso: valorizzare, promuovere e tutelare il Made in Italy. Sono interessati i principali settori produttivi dall’agroalimentare alla nautica e fino all’artigianato. Il budget è di 1 miliardo, 700 milioni per il 2023 e 300 milioni per il 2024. Analizzando gli articoli che hanno un impatto sul settore agricoli partiamo dai 15 milioni per sostenere l’imprenditorialità femminile.
Fari accesi sulla filiera del legno, in particolare la prima lavorazione per incrementare il livello tecnologico delle imprese con uno stanziamento di 25 milioni per il 2024 per contributi a fondo perduto (15 milioni) e finanziamenti a tasso agevolato (10 milioni). Un’altra misura importante e fortemente spinta dalla Coldiretti è quella relativa alla valorizzazione della filiera degli olii di oliva vergini per puntare a una maggiore qualità che passa per una riduzione dei tempi dalla raccolta delle olive alle consegne che devono avvenire in tempi ravvicinati: sei ore per il passaggio dagli olivicoltori ai commercianti.
Si interviene poi su una corretta informazione del consumatore sulle fasi produttive della pasta e del pane fresco. Sarà costituita una commissione (ministeri delle Imprese e del made in Italy, Agricoltura e Sovranità alimentare. Ambiente e sicurezza energetica e Salute), con il compito di redigere le linee guida per identificare le lavorazioni di particolare qualità.
Dovrebbe diventare uno scudo all’italiana sounding la certificazione di qualità della ristorazione italiana all’estero per verificare che l’offerta gastronomica sia conforme alle vere tradizioni italiane. E per promuovere all’estero la cucina italiana (che sta compiendo l’iter per l’ammissione nell’Unesco) è stato costituito un Fondo da un milione per ciascuno degli anni 2024 e 2025. Prevista anche la concessione di mutui agevolati da parte dell’Ismea per favorire le acquisizioni delle imprese agricole e della pesca e acquacoltura di aziende.
Risorse per 2 milioni per il 2024 e per il 2025 sono destinate alla protezione delle indicazioni geografiche registrate e dei prodotti agroalimentari italiani nel mondo. Tra le azioni che saranno messe in campo attività di registrazione delle indicazioni in paesi terzi, volte ad accrescere la riconoscibilità e la comunicazione.
Un milione rispettivamente per il 2024 e il 2025 è finalizzato alla valorizzazione delle pratiche tradizionali e del paesaggio rurale con investimenti nelle infrastrutture utilizzate per lo spostamento degli animali dalla transumanza all’alpeggio.
Una dotazione di 2 milioni è assegnata per la costituzione dei distretti del prodotto tipico italiano con un contributo a fondo perduto di 20mila euro per lo studio di fattibilità finalizzato alla proposta di riconoscimento del distretto.
Arriva anche il contrassegno che attesta l’origine italiana del prodotto. Sono però escluse, e anche su questo è stato forte il pressing di Coldiretti, le indicazioni geografiche protette dei prodotti agricoli e agroalimentari alle quali si continuerà ad applicare la nuova normativa recentemente varata da Bruxelles.
Il settore potrà anche accedere agli interventi per l’applicazione della blockchain per la tracciabilità delle filiere. Per sostenere la ricerca e l’utilizzo delle tecnologie la spesa è di 4 milioni per il 2023 e 26 milioni per il 2024. Ricordiamo che la nuova tecnologie offre opportunità anche al settore agroalimentare per valorizzare le caratteristiche del prodotto e soprattutto per garantire la trasparenza.
L’agricoltura è coinvolta anche nella valorizzazione della filiera delle fibre tessili naturali. E infine l’istituzione del liceo del made in Italy che dovrebbe fornire agli studenti competenze idonee allo sviluppo dei specifici settori del made in Italy e che ha incassato la piena approvazione della Coldiretti perché può contribuire a valorizzare il settore.