Allarme antibiotico resistenza, “ogni anno 11mila morti in Italia”: cause e cosa fare

(Adnkronos) – “Ogni anno in Italia si registrano 11mila morti per antibiotico resistenza”. Così il commissario straordinario dell’Iss, Rocco Bellantone, nel suo intervento al ministero della Salute per la presentazione della Giornata europea e settimana mondiale per l’uso prudente degli antibiotici. Il ministro della Salute Orazio Schillaci parla di “minaccia globale. Ogni anno causa 35mila decessi in Europa e un terzo in Italia. In questo campo siamo agli ultimi posti superati solo dalla Grecia. Nel 2022 tre persone su 10 hanno ricevuto una prescrizione per antibiotico ed è urgente promuovere un loro uso appropriato e migliorare l’appropriatezza prescrittiva”. Ma cos’è e quali sono le cause?  

“L’antibiotico-resistenza supererà in decessi quelli del cancro, è una pandemia silente”, ha affermato Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Aifa.  

L’antibiotico resistenza ha un importante impatto sulle persone, sugli animali e sull’ambiente. Nel caso in cui, infatti, un microrganismo acquisisca la capacità di resistere all’azione di un antibiotico, la malattia infettiva da esso causata può essere più difficile da curare: il decorso risulta più lungo, aumenta il rischio di complicanze, fino ad arrivare a esiti che possono essere invalidanti o portare al decesso del paziente si legge sul sito del ministero della Sanità. L’antibiotico-resistenza, pertanto, ha importanti conseguenze sulla qualità della vita delle persone e anche un rilevante impatto economico per il singolo e per la collettività.  

L’uso eccessivo o non appropriato degli antibiotici induce lo sviluppo di nuove resistenze non solo direttamente nei microrganismi, ma comporta un rischio anche per il possibile rilascio nell’ambiente di residui di questi medicinali, che possono così contaminare acqua, suolo e vegetazione. Questi residui continuando a essere attivi nell’ambiente, inducendo una pressione selettiva nei confronti dei batteri che comunemente vi abitano. 

“I medici di famiglia conoscono meglio degli altri i loro assistiti e possono sicuramente fare una campagna di sensibilizzazione perché non si possono prendere gli antibiotici senza prescrizione medica, penso soprattutto ai bambini e alle fasce più deboli. Siamo fanalino di coda in Ue è un tallone d’Achille su cui stiamo intervenendo”, ha detto ancora Schillaci. 

Gli antibiotici sono medicinali efficaci esclusivamente nel contrastare le malattie causate da batteri. Non sono utili, invece, per curare infezioni virali, come ad esempio il raffreddore o l’influenza. Le persone dovrebbero assumere antibiotici solo dopo valutazione da parte di un medico. Non sono, infatti, medicinali per automedicazione e, in farmacia, possono essere venduti esclusivamente dietro presentazione di ricetta medica. Una volta acquistato il farmaco, è indispensabile seguire scrupolosamente le indicazioni del medico prescrittore riguardo a dosaggio, modi e durata della terapia. Infatti, ogni antibiotico è specifico per curare solo determinate malattie batteriche. 

Un uso scorretto degli antibiotici potrebbe portarci indietro nel tempo, quando gli antibiotici non esistevano e le malattie infettive avevano frequentemente un esito fatale. Gli antibiotici sono un bene prezioso la cui efficacia si sta restringendo nel tempo. Affinché la loro utilità possa continuare in futuro, è necessario che tutti contribuiscano a preservarla attraverso un uso corretto e responsabile. 

La resistenza agli antibiotici è un meccanismo naturale di difesa dei batteri. I due principali fattori esterni favorenti lo sviluppo e la diffusione di resistenza agli antibiotici sono: 

l’uso di antibiotici, che esercita una pressione ecologica sui microrganismi e contribuisce all’emergenza e alla selezione di batteri resistenti agli antibiotici nelle popolazioni 

la diffusione e la trasmissione incrociata di batteri resistenti agli antibiotici tra gli esseri umani, gli animali e l’ambiente. 

Prima della scoperta degli antibiotici, migliaia di persone sono morte a causa di infezioni batteriche, come polmonite o contratte a seguito di un intervento chirurgico. Senza antibiotici potremmo tornare all’era pre-antibiotica. Procedure mediche comuni come trapianti di organi, chemioterapia antitumorale, terapia intensiva e altre procedure mediche, incluse alcune cure odontoiatriche, non sarebbero più possibili. Le malattie batteriche si diffonderebbero e potrebbero non essere più curabili, neanche con antibiotici di ultima linea, e i pazienti morirebbero per l’infezione. Mantenere efficaci gli antibiotici e assicurarsi che funzionino ancora in futuro è una responsabilità condivisa; tutti sono responsabili: pazienti, genitori, medici, infermieri, farmacisti, tutto il personale sanitario, veterinari, allevatori, agricoltori, gente comune. 

(Adnkronos – Salute)

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