Israele pubblica foto bimbi uccisi: “Hamas è l’Isis”. Blinken a Tel Aviv


Israele: “No acqua e luce a Gaza fino a ritorno ostaggi”. Egitto: “Valico Rafah mai chiuso”. Continua a salire bilancio morti. Raid in Siria
”Hamas vuole solo distruggere Israele e uccidere ebrei”. Così il segretario di Stato Usa Antony Blinken da Tel Aviv dove ha incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. ”Nessun Pese può tollerare il massacro dei propri cittadini”, ha aggiunto sottolineando: ”Quello che serve è il diritto di difendersi”. Nel corso dell’incontro, Netanyahu ha mostrato a Blinken alcune foto delle atrocità commesse da Hamas, tra cui immagini, con bimbi uccisi e bruciati.
Intanto, secondo le ultime news di oggi 12 ottobre, un presunto raid aereo israeliano ha messo fuori uso gli aeroporti internazionali di Damasco e Aleppo. Lo ha riferito l’agenzia di stampa siriana Sana, che cita fonti militari, secondo cui non si registrano vittime. Damasco ha accusato Israele dell’attacco, ma Tel Aviv non commenta.

Sull’account “prime minister of Israel” del social X, sono state pubblicate alcune foto delle atrocità commesse da Hamas. Alcune di queste immagini, con sono visibili, solo per gli utenti maggiorenni, con l’avvertenza “queste sono orribili foto di bebè assassinati e bruciati dai mostri di Hamas. Hamas è inumano. Hamas è l’Isis”. La diffusione delle atroci immagini, avviene dopo che il Jerusalem Post ha scritto di poter “confermare, sulla base di foto verificate dei corpi, che le notizie di bambini bruciati e decapitati nell’assalto di Hamas a Kfar Aza sono corrette”.
Per rispetto ai morti, gli israeliani di norma non diffondono foto dei cadaveri delle vittime dei terrorismo. Questa volta viene scelto di mostrare alcune fra le immagini più terribili come prova dei massacri avvenuti sabato nelle comunità vicino alla Striscia di Gaza. Uno degli eccidi più spaventosi è avvenuto nella comunità di Kfar Aza. Il 10 ottobre diversi giornalisti sono potuti entrare nel villaggio e un soldato ha detto all’emittente I24 news che erano stati uccisi almeno 40 bebè e bambini piccoli, alcuni dei quali decapitati. La notizia non aveva avuto però conferme ufficiali, anche se le autorità aveva parlato in generale di atrocità contro bambini, decapitazioni e corpi bruciati. Hamas aveva smentito, definendo “bugie e calunnie” le notizie di bambini uccisi.

”Siamo qui e non andremo da nessun’altra parte’, vi difenderemo sempre”, ha detto ancora Blinken a Netanyahu. Una dimostrazione di solidarietà da parte degli Stati Uniti nei confronti di Israele dopo l’attacco subito da Hamas. “Non c’è alcuna giustificazione per le atrocità che abbiamo visto” commesse da Hamas contro Israele, perché è stato commesso ”un male difficile da immaginare”, ha dichiarato ancora il segretario di Stato Usa che domani incontrerà il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen).
Gli Stati Uniti stanno ”fornendo munizioni a Israele, oltre ad altri aiuti per la difesa” e ”altro materiale è in viaggio”, ovvero ”forniremo altri armamenti e atri supporti per aiutare a proteggere la popolazione” israeliana, ha fatto sapere ancora Blinken ricordando che “ci sono 25 cittadini americani che sono stati uccisi”.

Il leader palestinese, Mahmoud Abbas, ha sottolineato “il rifiuto delle pratiche, da entrambe le parti, di uccidere i civili, di usare la violenza contro di loro” perché “contrarie alla morale, alla religione e al diritto internazionale”. Sono le parole di Abbas, riportate dall’agenzia palestinese Wafa, che oggi ha incontrato re Abdullah di Giordania.
Il leader palestinese ha quindi chiesto “la fine immediata” dell’ “aggressione a tutto campo contro il popolo palestinese” della Striscia di Gaza e ha insistito sulla necessità di fornire aiuti umanitari, acqua ed elettricità e sull’apertura di corridoi umanitari nell’enclave palestinese. Abbas ha parlato di quello che considera un “disastro vero” a causa della mancanza di carburante che ha fermato l’unica centrale elettrica nell’enclave palestinese controllata da Hamas, responsabile dell’attacco di sabato in Israele.

Il numero due di Hamas, Saleh al Arouri, ha affermato che il suo gruppo non ha come “politica” di prendere di mira i civili e che sabato ha soltanto attaccato i soldati israeliani. Le sue affermazioni all’outlet pro Hamas “Shebab”, rilanciate da Times of Israel, arrivano dopo innumerevoli prove di atrocità nelle comunità di confine. Al Arouri ha anche sostenuto, senza portare prove a riguardo, che Hamas era a conoscenza di un piano israeliano “per lanciare un attacco massiccio” dopo le festività ebraiche. Hamas avrebbe scelto di prevenire questo attacco prendendo di sorpresa gli israeliani.

Israele interromperà le forniture di acqua e di elettricità alla Striscia di Gaza fino a quando Hamas non rilascerà le 150 persone rapite sabato. In un tweet il ministro dell’Energia israeliano Israel Katz. ”Aiuti umanitari a Gaza? Nessun interruttore elettrico sarà acceso, nessuna pompa dell’acqua sarà aperta e nessun camion di carburante entrerà finché i rapiti israeliani non saranno tornati a casa”. ”Nessuno può insegnarci la morale”, ha aggiunto.

Il ministero degli Esteri egiziano ha dunque confermato che, contrariamente alle informazioni inesatte che circolano e che non hanno alcun rapporto con la realtà, il valico di frontiera di Rafah tra l’Egitto e la Striscia di Gaza è aperto al traffico e non è stato mai chiuso dall’inizio dell’attuale crisi. Il valico è aperto, “salvo il fatto che le sue strutture sul lato palestinese sono state danneggiate a causa dei ripetuti bombardamenti israeliani”, si legge in una nota, nella quale si ricorda che “l’Egitto ha invitato Israele a evitare di colpire il lato palestinese del valico”, in modo che possano continuare “i lavori di riparazione” e che il valico possa servire “per sostenere i fratelli palestinesi nella Striscia di Gaza”.

Coloni israeliani hanno ucciso due palestinesi, padre e figlio, a Qusra, in Cisgiordania, ha reso noto il ministero degli Esteri dell’Anp denunciando che dopo un primo attacco avvenuto contro una processione funebre per i quattro palestinesi uccisi sabato nella cittadina, una autoambulanza ha portato via le due vittime che, dopo un secondo attacco contro il mezzo di soccorso, sono morte. Coloni armati hanno aperto il fuoco anche contro Sawiya e Turmisiyya. La Mezzaluna rossa ha reso noto di aver prestato soccorso a due palestinesi, uno di 63 anni e un altro di 26, con gravi ferite d’arma da fuoco a Qabalan, sempre in Cisgiordania.

”Israele in lutto si sta preparando a una vasta campagna militare contro Hamas”. Lo ha dichiarato il presidente israeliano Isaac Herzog in un briefing ai giornalisti stranieri presso la residenza presidenziale a Gerusalemme. Herzog non ha però risposto a una domanda circa una possibile incursione di terra nella Striscia di Gaza.

Intanto è salito a 1.300 il numero delle vittime israeliane dell’attacco sferrato sabato da Hamas contro Israele. Lo riferiscono i media israeliani precisando che non si conosce ancora il destino delle circa 150 persone rapite e portate nella Striscia di Gaza dai terroristi. Sono invece circa 3.300 i feriti, di cui 28 in condizioni critiche e 350 in gravi condizioni.
Sale anche il bilancio nella Striscia di Gaza dopo le operazioni israeliane seguite all’attacco di Hamas di sabato. Secondo il ministero della Sanità dell’enclave palestinese, i morti sono 1.417 e i feriti 6.268. Tra le vittime ci sono 447 i minori e 248 donne, riporta il Guardian.

Mentre in Israele i militari “attendono” il via libera del governo per una possibile offensiva di terra nella Striscia di Gaza, il lento lancio di razzi da parte di Hamas verso Israele nell’ultima giornata dimostra che si sta preparando a ”una guerra lunga”. E’ la previsione del capo del Comando militare del Fronte Interno israeliano, il Maggiore Generale Rafi Milo, in un incontro con i giornalisti. “Abbiamo valutato il comportamento di Hamas, che si rende conto che sta entrando in una lunga guerra”, ha detto Milo. “Hamas sta gestendo gli attacchi in un modo tale da affrontare” combattimenti che ”dovrebbero durare settimane”, ha detto il militare, spiegando che il gruppo palestinese ”ha diminuito la portata degli attacchi a circa 200-400 razzi al giorno, per permettersi un combattimento molto lungo”.
Ci sono inoltre segnali crescenti e significativi che il controllo di Hamas su Gaza sta già iniziando a vacillare, ha poi affermato dal canto suo il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, riconoscendo tuttavia che il gruppo terroristico continua a lanciare razzi su Israele in numero significativo e continua ad avviare attacchi di piccola entità via terra e via mare. Secondo Hagari, l’alto comando di Hamas è ora molto più tagliato fuori da tali decisioni e sempre più attacchi vengono effettuati da sub-comandanti isolati che non fanno necessariamente parte di una strategia coordinata. Hamas non è più a conoscenza in tempo reale di quali dei suoi comandanti siano vivi o morti e tarda a sostituirli.
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno nel frattempo schierato truppe riserviste nelle città vicine al confine con il Libano, nel nord di Israele, per il timore di attacchi provenienti dal Paese dei Cedri. “Le forze stanno svolgendo diversi compiti di difesa nelle città, tra cui pattugliamenti, imboscate e posti di blocco al fine di garantire la sicurezza dei residenti”, affermano i militari citati dal Times of Israel.
Nel frattempo l’esercito israeliano, che ha richiamato circa 300.000 riservisti, “aspetta di vedere cosa deciderà la leadership politica”, ha detto un portavoce militare, Richard Hecht. “Ci stiamo preparando per una operazione di terra se ci sarà una decisione in tal senso – ha aggiunto – I soldati si preparano per le prossime fasi della guerra”.

“Non abbiamo paura” e “Gaza non è un giardino e gli costerà molto caro”. Sono le parole riportate dalla tv satellitare al-Jazeera di un esponente dell’ufficio politico di Hamas, Ghazi Hamad, mentre si sviluppa l’offensiva israeliana contro Hamas, che controlla la Striscia di Gaza, dopo l’attacco lanciato sabato scorso dal gruppo in Israele. “Dall’inizio abbiamo mandato 1.200 combattenti che sono riusciti a distruggere l’immagine, la sicurezza, l’intelligence di Israele e la sua immagine di superpotenza”, ha affermato.
“Siamo un popolo forte. Siamo fortemente determinati ad andare avanti. Abbiamo – ha sostenuto – molti combattenti e molte persone che vogliono sostenerci”. Secondo Hamad, “anche le persone ai confini di Giordania, Libano e ovunque, vogliono venire qui e combattere con noi”. Hamad, ha ricordato nei giorni scorsi il Financial Times, in passato ha condiviso con Mohammed Deif (comandante dell’ala militare di Hamas, indicato come mente dell’attacco di sabato) la cella in prigione dopo essere stato arrestato dagli israeliani.
Idf conferma: bandiera Isis trovata in kibbutz attaccato da Hamas
Le Forze della Difesa israeliana (Idf) hanno confermato che una bandiera dello Stato Islamico (Isis) è stata trovata in uno dei kibbutz attaccato sabato da Hamas, quello di Sufa vicino al confine con la Striscia di Gaza. Le Idf hanno anche diffuso un’immagine dei militari israeliani che mostrando la bandiera nera del gruppo jihadista.
Ieri era stato il gruppo South First Responders ha diffondere su Telegram l’immagine della bandiera trovata nel kibbutz, oltre ad altri filmati dell’attacco.

(Adnkronos)