Ponte Morandi, Genova commemora vittime crollo. Mattarella: “Fare giustizia”


La cerimonia nel quinto anniversario della tragedia. Meloni: “Scuse doverose”. Salvini: “Piangiamo le vittime dell’avidità”
Roma, 14 ago. Genova commemora le 43 vittime del crollo del Ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto del 2018. Alle 11.36, orario della tragedia, sono partiti i rintocchi delle campane delle chiese mentre risuonavano le sirene del porto di Genova. Poco prima su uno schermo nero dopo la frase ‘Genova non dimentica’ sono comparsi i nomi e le foto di chi ha perso la vita.
Presenti diverse autorità, tra cui il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il sindaco di Genova Marco Bucci. L’arcivescovo di Genova Marco Tasca durante la cerimonia ha rivolto il suo pensiero “a chi attende giustizia”. “Riusciamo tutti insieme a dare un senso al dolore, alla morte e alla sofferenza – ha aggiunto – queste parole non hanno l’ultima parola”.
“Ai parenti delle vittime dico ‘vi siamo vicini’, a tutti voi cittadini genovesi dico ‘Genova non dimentica e non dimenticherà mai’ e saremo sempre qui tutti assieme dimostrando con le opere, com’è questo ponte, com’è che si deve lavorare”, le parole del sindaco di Genova Marco Bucci. Mentre il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti assicura: “Il nostro compito è di far sì che un nuovo Ponte Morandi non accada, ed è quello che è stato fatto in questi anni e quello che resta da fare. E non vuole dire solo manutenere quel complesso gigantesco di opere che i nostri nonni ci hanno affidato nel dopoguerra vuol dire anche migliorarle, costruirle di nuovo e fare sì che un nuovo ponte Morandi non possa accadere. Questo è il compito della politica e questo significa avere il coraggio di scelte che in qualche modo spero il ponte Morandi possa ispirare a tutti”.
In rappresentanza del governo, Salvini ha deposto una corona. “Conto di tornare l’anno prossimo con un disegno di legge già depositato che riconosca anche i cittadini vittime non di un evento alluvionale. Quei 43 morti non sono morti per una calamità naturale. Sono vittime dell’incuria, di qualcuno che non ha fatto il suo lavoro, di qualcuno che non ha mantenuto gli accordi fatti. Mi sono letto diversi atti di quel processo: ci sono stati miliardi di euro di profitti, una parte dei quali avrebbe dovuto essere reinvestita in manutenzione che evidentemente, visto quello che è accaduto, non è stata reinvestita in manutenzione. Non voglio anticipare sentenze ma mi sembra evidente, quindi spero l’anno prossimo di portare in dote oltre alla vicinanza e al cordoglio anche una legge che equipari le vittime del Ponte Morandi e di altri episodi di incuria alle vittime del terrorismo”, ha detto il vicepremier intervenendo alla cerimonia. Oggi, ha aggiunto Salvini, “piangiamo 43 vittime non della sfortuna, del caso o del cambiamento climatico ma dell’avidità dell’uomo e conto che qualcuno paghi il conto di questa avidità”.
Dal canto suo Egle Possetti presidente del comitato per le vittime ha ricordato come “in aula sono stati sentiti troppo ‘non so’, troppi ‘non ricordo’, l’assenza di verifica sulle applicazioni delle direttive date. E’ emersa in questa vicenda tanta approssimazione, tanta incompetenza”. “Abbiamo imparato che lo Stato non ha fatto i suoi interessi in questa vicenda, sia scrivendo una convezione inaccettabile sia acquisendo senza fiatare, quasi genuflesso, i controlli eseguiti da chi avrebbe dovuto essere il controllato Infine giungendo a patti con questo nemico”. ”La chiusura amministrativa di questa vicenda resta una pugnalata gravissima che non potremo mai dimenticare come parenti delle vittime e come cittadini”.

Nel suo messaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato che “il crollo del Ponte Morandi a Genova ha rappresentato un drammatico appello alle responsabilità di quanti sono incaricati di attendere ad un pubblico servizio, sia di coloro che provvedono, sul terreno, alla erogazione agli utenti, sia di chi deve provvedere alla verifica delle indispensabili condizioni di sicurezza”. “Un patrimonio la cui manutenzione e miglioramento sono responsabilità indeclinabili. La garanzia di mobilità in sicurezza è un ineludibile diritto dei cittadini. Il trascorrere del tempo – sottolinea – non attenua il peso delle responsabilità per quanto accaduto. Ed è responsabilità fare giustizia, completando l’iter processuale, con l’accertamento definitivo delle circostanze, delle colpe, delle disfunzioni, delle omissioni”.
“Nel quinto anniversario del crollo – prosegue il Capo dello Stato – con il suo tragico bilancio di vite umane annientate, con la profonda ferita inferta alla Città di Genova e alle coscienze di tutti gli italiani, la Repubblica rinnova e rafforza i sentimenti di vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime e a quanti hanno visto sconvolgere la propria esistenza da una catastrofe tanto grave quanto inaccettabile. Una vicenda – sollecita – che interpella la coscienza di tutto il Paese, nel rapporto con l’imponente patrimonio di infrastrutture realizzato nel dopoguerra e che ha accompagnato la modernizzazione dell’Italia”.
Mattarella ricorda infine come “con il sostegno del Paese intero, Genova ha saputo mettere in campo una grande reazione civile, che è divenuta, forza ricostruttiva. Il nuovo Ponte San Giorgio ha saputo essere un simbolo di ripartenza e di efficace collaborazione tra istituzioni ed espressioni della società. Un risultato importante – conclude – che dimostra ancora una volta come l’Italia sappia affrontare le sfide più difficili dando il meglio di sé nell’unità”.
“A chi il 14 agosto 2018” nel crollo Ponte Morandi, “ha perso un figlio, un genitore, un caro – tutto -, rinnoviamo oggi le doverose scuse dello Stato per ciò che è successo, pur consapevoli che nessuna parola sarà mai sufficiente a lenire la sofferenza e placare il desiderio di giustizia”. Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel quinto anniversario della tragedia. Oggi “si rinnova il dolore per le quarantatré vite spezzate in una tragedia che ha colpito al cuore Genova, la Liguria e l’Italia intera”, dice il premier, che sottolinea come siano “tante le domande poste da quella tragedia che sono ancora rimaste senza risposta. La rabbia, il dolore, la sete di giustizia dei familiari delle vittime sono sentimenti sacrosanti e che meritano tutto il nostro rispetto.
“Le quarantatré vittime, la sofferenza dei loro cari e i disagi degli sfollati – prosegue – rimarranno per sempre impressi nella nostra memoria. Così come non dimenticheremo mai l’eroismo dei soccorritori e l’impegno senza sosta dei tantissimi che, in quelle ore e in quei giorni drammatici, diedero testimonianza di quanto gli italiani sappiano donarsi al prossimo”. “Il processo sul crollo del Morandi è ancora in corso. La giustizia sta lavorando e noi, come tutti gli italiani, confidiamo nel lavoro dei magistrati. Il nostro augurio è che la verità possa emergere con tutta la sua chiarezza e che i responsabili di quel disastro siano acclarati e accertati. Perché sarebbe davvero imperdonabile che questa tragedia nazionale possa rimanere impunita”.
“L’orgogliosa reazione dei genovesi, vettore decisivo della ricostruzione e della rinascita della città, è un esempio altrettanto potente della capacità del nostro popolo di non lasciarsi mai abbattere dalle difficoltà, anche le più estreme, e di sapersi rialzare. Da questa forza, dalla collaborazione tra le Istituzioni e dalle migliori energie del sistema imprenditoriale italiano è nato quel ‘modello Genova’ che ha permesso, in tempi record, di ricucire lo strappo inferto dal crollo del Morandi con la costruzione del nuovo Ponte Genova San Giorgio”.

(Adnkronos)