Il rischio di una bolla finanziaria è molto elevato. Il professor Fabrizio Zampieri, economista ed analista finanziario, partendo dal commissariamento della Banca Carige, traccia un quadro preoccupante del sistema finanziario, denunciando quelli che, dal suo punto di vista, sono i prodromi di una imminente crisi economico – finanziaria più dura di quella del 2007.
Professore, cosa c’è dietro il Commissariamento della Banca Carige?
“La Bce è intervenuta per la prima volta direttamente in territorio italiano decretando il commissariamento della decima banca italiana per capitalizzazione. Nata nel 1483, Banca Carige è tra le più antiche del mondo; conta attualmente 577 sportelli e circa 5000 dipendenti, un milione di clienti e 55mila azionisti. A seguito delle dimissioni di cinque consiglieri di amministrazione, susseguenti al rifiuto da parte della famiglia Malacalza, socio di maggioranza, di votare l’aumento di capitale da 400 milioni di euro necessario per garantire un rimborso di un prestito da 320 milioni di euro del Fondo interbancario, la banca è diventa ingestibile. Nel frattempo sono state sospese le azioni in Borsa. Ciò che vogliono farci credere è che si tratta di una crisi più che altro di governance”.
Invece…
“Dal mio punto di vista, le difficoltà hanno origine diversi anni fa, anche se poi i media tradizionali non ne hanno mai trattato le dinamiche con ampio risalto. Se andiamo, poi, ad addentrarci nelle notizie possiamo verificare che sono 4 anni che la banca presenta un bilancio in rosso; l’ultimo è stato, ovviamente, nel 2017 con perdite di 313,6 milioni di euro. Nonostante l’aumento di capitale la situazione non è migliorata. Le sue obbligazioni hanno subito un declassamento da parte dell’Agenzia di rating Fitch da B a tripla C; il che significa che sono equiparate a titoli spazzatura. Un altro fattore che ha inciso molto sulla gestione negativa è la grande quantità di crediti diventati inesigibili, problematica comune a tantissimi istituti di credito italiani”.
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