AFTA EPIZOOTICA IN GERMANIA. COLDIRETTI, RAFFORZARE I CONTROLLI ALLE FRONTIERE
E’ allarme per i focolai di afta epizootica in Germania dove la settimana scorsa si sono verificati tre casi in un allevamento di bufali vicino a Berlino. Dopo la chiusura alle carni suine tedesche da parte della Corea del Sud e del Messico, il 14 gennaio anche il Regno Unito ha chiuso le frontiere alle carni bovine, suine e ovine provenienti dalla Germania. E Londra ha anche annunciato che è pronta a bloccare l’import da altri Paesi in caso di diffusione della malattia. Per Coldiretti è importante tenere la guardia alta con maggiori controlli alle frontiere sugli acquisti dalla Germania di mucche, pecore e maiali per evitare i rischi di una diffusione dell’afta epizootiche, tenendo conto che lo scorso anno si è registrato un aumento del 70% degli acquisti di animali vivi da quel Paese. Seppur non pericolosa per gli essere umani, l’afta epizootica – spiega Coldiretti – è una malattia devastante per gli animali, che si manifesta con vesciche dolorose sulla bocca, sulla lingua, sul muso e sulle zampe, rendendo difficile ai capi cibarsi o addirittura camminare e imponendone l’isolamento o l’abbattimento. La diffusione di una nuova epidemia sarebbe un ulteriore colpo per gli allevatori italiani dopo un’annata tra le più difficili mai vissute, tra peste suina africana e lingua blu, arrivata peraltro proprio dal Nord Europa. Malattie che hanno causato gravissimi danni, con l’abbattimento di decine di migliaia di animali mentre le restrizioni alla movimentazione hanno di fatto paralizzato la normale attività aziendale. Ma a pesare sono anche i focolai di influenza aviaria negli allevamenti avicoli, con pesanti ripercussioni per le aziende colpite. Per questo Coldiretti chiede controlli serrati su tutte le importazioni di animali che possono arrivare nel nostro Paese anche attraverso triangolazioni.
Attualmente – ricorda Coldiretti – la malattia è endemica in Medio Oriente, Africa, in alcune zone dell’America e in diversi Stati asiatici. In Europa l’ultimo focolaio si è verificato in Bulgaria nel 2011; precedentemente, nel 2001, una grave epidemia aveva coinvolto dapprima il Regno Unito e successivamente Francia, Irlanda e Paesi Bassi.