Manovra di bilancio: luci e ombre per le imprese artigiane

Il Presidente di Confartigianato Imprese Padova Gianluca Dall’Aglio: “Accogliamo i segnali positivi, ma microimprese penalizzate dalle nuove misure”

 “La Manovra di Bilancio 2025 rappresenta un passo importante per il rilancio economico con interventi per oltre 35 miliardi di euro, di cui il 64% destinati alla riduzione della pressione fiscale”. Gianluca Dall’Aglio, presidente di Confartigianato Imprese Padova, riconosce alcuni aspetti positivi, ma sottolinea la necessità di interventi più strutturali a favore delle micro e piccole imprese.

“Accogliamo con favore l’impegno per alleggerire il peso fiscale e promuovere gli investimenti, ma molte MPI sono escluse da agevolazioni fondamentali – afferma Dall’Aglio. Ad esempio, la riduzione dell’IRES al 20%, destinata alle società di capitali che reinvestono utili e creano occupazione stabile, è un passo nella giusta direzione, ma esclude molte micro e piccole imprese, che costituiscono la maggioranza del tessuto produttivo italiano. Sarebbe stato più opportuno garantire la riduzione a tutte le imprese che dimostrano risultati, indipendentemente dalla dimensione”.

Il Fondo di Garanzia per le PMI, prorogato anche per il 2025, è un altro punto a favore della manovra, con un massimale di 5 milioni di euro per impresa, così come il rifinanziamento della legge Sabatini a sostegno degli investimenti. Tuttavia, l’introduzione di costi aggiuntivi sui prestiti bancari rischia di penalizzare le aziende più fragili, che già oggi faticano ad accedere al credito.

“Le risorse stanziate sono significative, ma serve un approccio più strutturale per garantire accesso al credito senza oneri eccessivi, soprattutto per le realtà più piccole – ha aggiunto il Presidente”.

Un tema centrale è quello dell’innovazione. La manovra introduce semplificazioni significative per il programma Transizione 5.0, rendendolo più accessibile alle micro e piccole imprese per favorire investimenti tecnologici ed energetici. Ma i limiti posti agli incentivi per la Transizione 4.0 rappresentano un freno per la digitalizzazione delle aziende, che spesso sono già in ritardo rispetto ai competitor internazionali.

“Gli investimenti agevolabili – spiega Dall’Aglio – sono stati limitati a un tetto complessivo di 2,2 miliardi di euro, con un sistema di prenotazione che rischia di escludere le imprese meno strutturate. Inoltre, l’eliminazione del credito d’imposta per i software e la ristrettezza dei tempi per completare gli investimenti rendono la misura meno accessibile per le MPI, che spesso mancano delle risorse per rispettare scadenze così serrate”.

Nel settore edilizio, la riduzione delle detrazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche rappresenta un duro colpo per molte imprese artigiane. La manovra abbassa le percentuali di detrazione e limita le agevolazioni a determinati interventi, riducendo la domanda per lavori che coinvolgono molte piccole realtà del settore.

A questi problemi si aggiungono nuovi adempimenti burocratici, come l’obbligo di utilizzare strumenti di pagamento tracciabili per dedurre determinate spese e l’integrazione dei registratori telematici con i sistemi di pagamento elettronico. Questi cambiamenti, non accompagnati da incentivi per l’adeguamento, rischiano di aumentare i costi amministrativi per le imprese.

Anche il lavoro e l’occupazione sono al centro del dibattito. Le misure come la deduzione maggiorata per le assunzioni a tempo indeterminato e l’esonero contributivo per le neoimprese sono utili, ma non sufficienti.

“È necessario però un approccio più organico che riconosca pienamente il valore delle imprese artigiane e del loro legame con il territorio – osserva Dall’Aglio. E’ fondamentale che le associazioni di rappresentanza delle piccole imprese siano sempre più coinvolte nei processi decisionali, per garantire risposte adeguate alle necessità di tutte le realtà produttive”.

Infografiche legge di bilancio 2025

(Confartigianato Imprese Padova)