Si chiama E-voice, Una voce per l’Europa, il progetto europeo elaborato dall’ufficio Cultura del comune di Gazzo che ha fatto la sua penultima tappa nei giorni scorsi a palazzo Santo Stefano, sede della Provincia di Padova. Il progetto E-voice è consistito in due anni di lavori sugli effetti della pandemia e sulle buone pratiche.
E-voice, Una voce per l’Europa, è il progetto europeo elaborato dall’ufficio Cultura del comune di Gazzo con la collaborazione dell’Ufficio Politiche comunitarie della Provincia di Padova, nell’ambito del programma comunitario CERV (Citizens, Equality, Rights and Values) – Reti di città. Il progetto coinvolge sette Paesi europei con otto partner: Italia con il Comune di Gazzo (capofila) e la Provincia di Padova, la Croazia con il comune di Sebenico, la Romania con la città gemellata di Mioveni, il Belgio con l’Associazione Acr+ (Association of cities and Regions for sustainable Resource management), la Bulgaria con l’Unione dei Comuni sul Mar Nero Ubbsla, la Spagna con l’associazione Famsi (Fundo Andaluz de Municipios para la solidaridad internacional) e la Francia con l’Associazione Alda (Association Europeenne pour la Demoicratie locale) con sede a Strasburgo, a cui è associato il comune di Gazzo.
E-Voice è un progetto realizzato con le comunità per riflettere sull’Unione europea post-pandemia dal punto di vista della solidarietà tra i cittadini, in particolare i giovani, e della partecipazione democratica alle politiche locali. È stato un confronto sull’impatto che la pandemia ha avuto sulla cittadinanza riguardo quattro tematiche: la salute mentale, la povertà educativa, le abitudini malsane e la disoccupazione. Il progetto ha consentito a circa 500 persone provenienti dai sette Paesi europei di incontrarsi e scambiare metodi e buone pratiche, di impegnarsi in azioni pilota e di conoscere in prima persona il sistema di solidarietà del Paese visitato.