23 settembre 2024 | 16.29
LETTURA: 3 minuti
L’intelligenza artificiale sarà in grado di sostituire la creatività umana nel campo della scrittura? In un prossimo futuro non sarà più necessario imparare a scrivere correttamente? I romanzieri spariranno? Domande che, con l’avvento sempre più massiccio della Ia, sono oramai all’ordine del giorno. Questioni aperte alle quali risponde la giornalista Angela Padrone nel suo ultimo saggio ‘Scrivere al tempo di chatgpt’ pubblicato da Rubbettino.
“È difficile – osserva nelle prime pagine del suo libro la Padrone, un vero e proprio manuale di sopravvivenza all’Ia, come si legge nella copertina – per noi non immaginare che ‘dall’altra parte’ di una frase scritta non ci sia ‘qualcuno’, una mente. Quelle sue frasi ci toccano. Ci toccano in qualche punto del cervello che non siamo abituati a difendere. Sappiamo che per ChatGPT le parole sono solo numeri, non ‘significano’ assolutamente niente. Ma siamo sicuri? Ci crediamo nel nostro intimo? È difficile convincerci. Per noi le parole sono potenti”. Parole che, argomenta l’autrice, continueranno ad essere elaborate dagli uomini. Una riflessione che nasce dal fatto che, dopo anni di declino, iniziato con l’avvento della televisione, oggi c’è una rinascita della scrittura.
La capacità di scrivere e comunicare – sottolinea la Padrone – è una competenza sempre più richiesta nel mondo del lavoro: le conoscenze tecniche diventano rapidamente obsolete, mentre le aziende cercano persone che sappiano organizzare un testo, condividere le emozioni, raccontare un’esperienza, motivare gli altri. E che riescano a imparare cose nuove. L’intelligenza artificiale, che all’inizio ha stupito e spaventato il mondo per la sua capacità di scrivere, tutte queste cose non le sa fare. E non solo perché è banale o perché sbaglia: quello migliorerà. Ma perché è nata proprio per essere prevedibile. Non avrà mai la forza e la fantasia dell’individuo.
Su fronte della scrittura, riflette la Padrone, “possiamo provare a resistere. Dobbiamo resistere, e rilanciare. Dobbiamo continuare a coltivare una tecnica di pensiero che ha smentito il pessimismo che provava Socrate nei suoi confronti, e che ha dimostrato di poter dare frutti formidabili”. Questo perché “la scrittura non serve solo a fare i temi a scuola. Non serve solo ai giornalisti, dei quali comunque non dobbiamo fare a meno, perché, anche con i loro grandissimi limiti, fanno argine al potere dei più forti”.
Angela Padrone, giornalista, è laureata in Filosofia alla Sapienza di Roma. All’università, dopo la laurea, si è dedicata soprattutto allo studio della Storia Contemporanea e all’Antropologia Culturale. Poi, dopo un Master in Giornalismo alla Luiss, è entrata al ‘Messaggero’, dove è rimasta una vita: ha cominciato come cronista alla fine degli anni ’80, ha lavorato per quasi vent’anni nell’ufficio dei Caporedattori, ed è stata per sette anni vice-Caporedattore Centrale. Nel 2022 ha iniziato a collaborare come docente a contratto con l’Università della Tuscia, dove ha insegnato Storia del Giornalismo e dove tiene un Laboratorio di Scrittura giornalistica. Ha pubblicato ‘Precari e Contenti’ (Marsilio 2007), ‘La sfida degli Outsider’ (2009), ‘Imprese da Favola’ (2011). Ha contribuito al volume ‘C’era una volta il Welfare State’ (Rubbettino 2009).
(ADNKRONOS)