Padova: in gioielleria vestito da maître ottiene in conto vendita 2 Rolex ma paga con soldi falsi

Padova, 18 mag. (Adnkronos) – Individuati dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Padova due complici di una truffa consumata a ottobre scorso ai danni di un gioielliere di Padova, da cui sono riusciti a farsi consegnare due Rolex del valore di 12.000 euro. Si tratta di un 61enne e di un 68enne, entrambi di origini campane già noti alle forze dell’ordine. Il primo, presentatosi nella gioielleria come cameriere in servizio in un ristorante della zona con addosso un grembiule da maître, è riuscito ad ottenere in conto vendita gli orologi di pregio consegnando in cambio una busta contenente banconote false. La vittima, titolare di una gioielleria in città, aveva richiesto l’intervento dei poliziotti subito dopo essersi reso conto del raggiro. Aveva riferito che qualche giorno prima si era presentato alla sua gioielleria un uomo di circa 60 anni, con indosso indumenti tipo maitre (una camicia bianca, cravatta nera e un grembiule) ed un cappellino da baseball, e cosa che lo aveva particolarmente colpito, pure due vistosi orecchini tipo brillante e un Rolex al polso sinistro.
Si era presentato come cameriere di un ristorante della zona, chiedendo di poter visionare un orologio da donna esposto in vetrina. Mostratosi interessato all’acquisto dell’orologio, chiedeva di poter pagare unicamente con i monili già in suo possesso. Dopo aver ricevuto il suo rifiuto, aveva provato a rilanciare proponendo l’acquisto anche di un secondo orologio, da uomo, insistendo nuovamente sulla possibilità di lasciare i propri preziosi a titolo di pegno, perché prima del loro acquisto avrebbe dovuto far visionare i due orologi alla propria moglie. Ma di fronte all’ennesimo no del venditore decideva di allontanarsi. Trascorsi pochi giorni telefonava sull’utenza fissa della gioielleria, comunicando di aver deciso di vendere i propri gioielli, quindi di riuscire ad accumulare il denaro necessario all’acquisto degli orologi. Si presentava nuovamente in gioielleria vestito in maniera identica, tanto da dare l’impressione di lavorare effettivamente in un ristorante della zona. Confermava di avere la liquidità necessaria e a riprova di ciò porgeva una busta con al suo interno diecimila euro. Cifra che però risultava ancora insufficiente all’acquisto dei due orologi.
Il finto maitre proponeva allora nuovamente la possibilità di lasciare la busta con all’interno il denaro messo da parte e un bracciale. Ma anche il valore di quest’ultimo non era sufficiente, mancando ancora un centinaio di euro per arrivare alla somma necessaria. Sfilatosi il bracciale dal polso ed inserito lo stesso nella busta già contenente il denaro, provvedeva a sigillare il tutto e a riporlo sul bancone con decisione. Ottenuto un altro rifiuto da parte del gioielliere, recuperava la busta voltando le spalle al venditore, dirigendosi verso l’uscita. Ma dopo essersi soffermato per un attimo, fingeva di averci ripensato, quindi tornava sui suoi passi e riposizionava la busta sul banco, estraendo il portafogli ed aggiungendo la inferiore restante somma, che chiedeva di inserire in una seconda busta, avendo già sigillato la prima, quella che in teoria avrebbe dovuto contenere 10.000 euro e il bracciale. In realtà quest’ultima busta era stata nel frattempo sostituita. L’uomo vi era riuscito con grande abilità nei pochi istanti in cui aveva dato le spalle fingendo di andar via. Non intuendo lo scambio delle due buste, il gioielliere accettava di consegnargli gli orologi.
Non poteva far a meno di notare però sin da subito il fatto che appena uscito dalla gioielleria l’uomo saliva a bordo di un’auto avvicinatasi nel frattempo contromano, persino invadendo la pista ciclabile, e allontanatasi poi a velocità sostenuta. Strappato il sigillo della busta, il gioielliere si rendeva conto in effetti di essere stato truffato. Al suo interno vi erano solo numerose banconote con la scritta fac-simile, mentre nessuna traccia vi era del bracciale che pure l’uomo vi aveva inserito all’interno nei minuti precedenti.
L’indagine della Squadra Mobile ha portato ad individuare il truffatore in un 61enne pregiudicato di origini campane, che stando alle informazioni scambiate tra diversi titolari di gioiellerie del centro nord, aveva già messo a segno o comunque tentato di mettere a segno altre analoghe truffe anche a Milano, Bologna, Rimini e Mestre. Lo avevano soprannominato il ‘cuoco’, proprio perché aveva sempre agito indossando divise da cuoco, pizzaiolo o cameriere, fingendo di lavorare in ristoranti della zona, e proponendo, proprio allo stesso modo di come aveva fatto con la vittima di Padova di acquistare dei Rolex offrendo in cambio altri preziosi, e poi, di fronte al rifiuto, proponendo di lasciare in pegno una busta solo all’apparenza contenente i preziosi e denaro. Assieme a lui i poliziotti hanno pure individuato il suo complice, colui che lo ha atteso e poi recuperato con la propria auto. Proprio attraverso la targa dell’auto e alcuni servizi di osservazione gli agenti li hanno finalmente identificati e denunciati.

(Adnkronos)