Eutanasia, da Veneto secondo via libera a richiesta di suicidio assistito


Conclusa per una 78enne malata oncologica la procedura di verifica delle condizioni e le modalità di accesso al suicidio a 6 mesi dall’avvio dell’iter: l’azienda sanitaria fornirà il necessario per l’autosomministrazione del farmaco
Roma, 9 giu. In Veneto arriva per la seconda volta, senza ostruzionismi, il “via libera” da parte dell’azienda sanitaria regionale e dal Comitato etico ad una richiesta di verifica delle condizioni per poter accedere al “suicidio medicalmente assistito”. Lo comunica l’associazione Luca Coscioni.
Si è infatti conclusa per la 78enne ‘Gloria’ (il nome è di fantasia), malata oncologica veneta, la procedura di verifica delle condizioni e delle modalità per accedere al “suicidio assistito”, dopo circa 6 mesi dall’avvio dell’iter. “Gloria”, assistita dai legali dell’Associazione Luca Coscioni cui si era rivolta, aveva infatti iniziato la procedura a novembre 2022, con una richiesta all’azienda sanitaria competente di effettuare tutte le verifiche per accedere all’aiuto alla morte volontaria, come previsto dalla sentenza “Cappato” della Corte costituzionale.
L’azienda sanitaria, tramite i propri medici, ha dunque attivato le verifiche necessarie e ha stabilito che Gloria possiede tutti i requisiti previsti dalla sentenza 242/19 della Consulta, accertando che: Gloria ha autonomamente e consapevolmente deciso di procedere con l’aiuto alla morte assistita; che è affetta da patologia oncologica irreversibile; che tale patologia produce sofferenza che lei stessa reputa intollerabile; che i trattamenti con “farmaci antitumorali mirati” costituiscono sostegno vitale.
A fine marzo 2023, l’azienda sanitaria ha comunicato alla signora Gloria che, a seguito della relazione multidisciplinare prodotta dai medici dell’azienda sanitaria, anche il Comitato etico ha rilevato la sussistenza dei requisiti previsti dalla sentenza 242/19 della Consulta. Nell’aprile 2023 l’azienda sanitaria ha poi comunicato la tipologia di farmaco idoneo per poter procedere e le modalità di assunzione. Nei giorni scorsi, l’azienda ha comunicato che fornirà la strumentazione necessaria all’autosomministrazione del farmaco letale e ha confermato che il Servizio sanitario regionale fornirà tutto quanto occorre nell’immediatezza dell’evento. Nelle Marche, Federico Carboni, quasi un anno fa, è stato il primo italiano ad aver avuto accesso al suicidio medicalmente assistito in Italia, ma aveva dovuto farsi carico dei costi del macchinario, acquistato poi grazie a una raccolta fondi aperta dall’Associazione Luca Coscioni.

(Adnkronos)