Diletta, Tommaso e Giulia: tre orgogli della provincia di Padova premiati a Palazzo Santo Stefano

consegna sigillo provincia di padova

“Rappresentate le virtù e i valori della nostra società e, aggiungo, della nostra provincia. Con il Sigillo che oggi vi consegniamo, il nostro territorio vi ringrazia per aver dato lustro alla nostra comunità e se è vero, come credo, che nessun insegnamento vale più dell’esempio, per essere dei maestri dell’impegno e dell’altruismo”. 

Così il presidente Sergio Giordani ha salutato nella sala del Consiglio di Palazzo S. Stefano i tre giovani Alfieri della Repubblica, nominati due mesi fa dal Presidente Mattarella, che risiedono nella provincia padovana: sono Diletta Lago, 18 anni, residente a Cittadella, Tommaso Zotti, quattordicenne di Campo San Martino, e Giulia Martinello, 18 anni, di San Pietro in Gu. Con i loro atti di coraggio, le loro azioni di solidarietà, si sono meritati il Sigillo della Provincia, una medaglia speciale al merito. 

L’orgoglio dei parenti e dei loro sindaci, presenti il presidente e tutti i consiglieri provinciali, i flash dei fotografi, tanti sorrisi, ma anche un po’ di timidezza e candore di questi ragazzi nel descrivere le loro vite e le loro scelte.

Per Diletta, l’amicizia che la lega alla sua grande amica fin da bambine è una esperienza totalizzante, arricchente, non riesce a immaginare nulla di diverso da ciò che per lei è semplicemente la sua vita; esperienza che le ha permesso di scrivere una fiaba vincitrice del premio più importante, il Premio Andersen, in questa categoria. Tutto questo quando aveva solo 15 anni. “Ho partecipato su invito della scuola”, racconta, “ma non avrei mai immaginato che il mio testo potesse essere premiato e poi pubblicato”. 

Giulia, cadetta dell’Aeronautica, ha rivissuto oggi l’emozione dell’onorificenza di Mattarella e sente l’importanza di “poter rappresentare tutti i ragazzi dello Stato che fanno molte opere di bene per il prossimo”. Col suo gruppo scout ha trascorso tutte le vacanze estive in una cittadina della Bosnia-Erzegovina, e vede il suo futuro sempre nella passione per le realtà lontane, segnate dalle difficoltà, così da “poter dare una mano”; da qui la scelta di provare la carriera militare ma anche i test della Facoltà di Studi Internazionali.

Tommaso ha impiegato un po’ di tempo a comprendere il valore del suo gesto, confessa ai giornalisti dopo la premiazione, “quando mi hanno detto che il Presidente Mattarella voleva nominarmi Alfiere l’ho quasi presa male”. Effetto comprensibile, ma durato il giusto: oggi è orgoglioso, sa di aver fatto qualcosa di speciale, di ispirante, “ma mi sento comunque un ragazzino come tanti e voglio restare tale” dice con un buonsenso che spesso gli adulti scordano.

“La nostra provincia ha dei fuoriclasse nell’aiuto degli altri”, conclude il presidente Giordani, “ricordo che Padova è stata anche Capitale del Volontariato e questi sono tre gioielli di cui sono molto orgoglioso”.

LA STORIA DEI TRE ALFIERI E LE MOTIVAZIONI 

Tommaso Zotti si trovava nello scuolabus di ritorno a casa, quando l’autista si è sentito male. Per fortuna, prima di perdere conoscenza è stato capace di guidare il bus fino a accostarlo al bordo della strada. Tommaso, con grande lucidità e prontezza, è riuscito ad aprire le portiere dello scuolabus e far scendere tutti i bambini dal mezzo, in sicurezza. Ha poi chiesto aiuto a una famiglia che abitava nelle vicinanze, completando l’opera di salvataggio dei suoi compagni, di sé stesso e dell’autista, che così ha potuto essere soccorso.
Motivazioni della nomina ad Alfiere della Repubblica: “Per la prontezza con cui ha affrontato una situazione di emergenza, provocata dal malore del conducente di uno scuolabus. Grazie al suo intervento, tutti gli occupanti del mezzo sono riusciti a mettersi in salvo.”

Diletta Lago ha vinto nel 2020 il primo premio per la sezione ragazzi del concorso letterario Andersen-Baia delle Favole, dedicato alla letteratura per l’infanzia, presentando una sua fiaba, successivamente pubblicata dalla Casa Editrice Itaca con il titolo “Estrela e il fiore perduto”. Diletta ha personalmente realizzato anche le illustrazioni del libro. Ma i suoi meriti vanno al di là delle capacità di scrittura. Diletta è, infatti, una ragazza generosa che impiega il proprio tempo libero svolgendo diverse attività di animazione per i bambini della parrocchia. Sin dai tempi della scuola dell’infanzia, Diletta condivide il percorso scolastico con una compagna con disabilità cognitiva, Angelica, facendosi spesso interprete dei suoi bisogni e cercando di facilitarne l’integrazione all’interno della classe e l’inserimento in un gruppo di coetanei, anche oltre l’ambito scolastico.
Motivazioni: “Per l’amicizia incondizionata con cui ha aiutato una compagna di classe con disabilità nell’interazione sociale. La sensibilità dimostrata si riflette anche nella delicatezza della sua scrittura che l’ha portata a inventare una fiaba per bambini per la quale ha ottenuto un importante riconoscimento.”

Giulia Martinello è sempre stata molto attiva nella sua comunità di appartenenza, come scout e come educatrice nelle attività di doposcuola per i più piccoli. A 15 anni è entrata alla Scuola militare aeronautica “Giulio Douhet”, a Firenze. Nonostante le attività della scuola siano molto intense, Giulia ha deciso di usare i giorni delle vacanze estive per mettersi a disposizione di chi ha più bisogno. Ha partecipato come volontaria a un campo scout a Vareš, uno dei comuni della Federazione di Bosnia ed Erzegovina che ancora oggi risente in maniera molto pesante delle conseguenze della guerra. Durante questa esperienza si è prodigata nel servizio a favore della popolazione locale per lenire difficili situazioni sociali, insegnando e intrattenendo con il gioco i bambini del posto, aiutando le donne e gli anziani, fino a compiere i lavori più umili per il ripristino di locali e ambienti di infrastrutture.
Motivazioni: “Per il servizio volontario prestato a favore di una comunità della Bosnia che, a distanza di anni, non è ancora riuscita a dimenticare l’orrore della guerra. Una testimonianza di solidarietà concreta, realizzata rinunciando al periodo di ferie estive.”

(Provincia di Padova)