La grave e prolungata siccità che stiamo vivendo rischia di diventare un problema sociale. La “guerra dell’acqua” nel Nord Italia, ricorda Legambiente, l’abbiamo già vista l’estate scorsa, e quest’anno sembra essere già iniziata. La recente querelle a mezzo stampa tra agricoltori, Comune di Padova, Regione Veneto e Consorzi di Bonifica sugli usi delle acque del canale LEB, la più grande opera irrigua del Veneto, è secondo l’associazione ambientalista un segnale che deve preoccupare tutti perché preannuncia una crisi sociale che potrebbe essere veramente grave e delinea una situazione di continuità per questa emergenza che comporterà la necessità di scegliere cosa fare con sempre minore acqua a disposizione. In una prospettiva molto ravvicinata dunque, sembra dovremmo prepararci ad affrontare le prossime estati in cui la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente. “L’anno scorso si era già creata la competizione dell’acqua in agricoltura, in Veneto come in tutto il resto del Nord Italia – dichiara Francesco Tosato, vicepresidente di Legambiente Padova – così come difficoltà evidenti avevano colpito il reparto produttivo e quello industriale. Per evitare che nel territorio padovano si inasprisca il conflitto sugli usi, oltre a ribadire la necessità un intervento urgente del Governo per razionare l’acqua, chiediamo agli agricoltori ed alla Regione Veneto di non chiudersi nei rispettivi recinti ma di sedersi anche loro al tavolo di lavoro sulla siccità già attivo in Città e che vede partecipare Comune Comune di Padova, Genio Civile, Consorzio di Bonifica, AcegasApsAmga, Ulss e Arpav, per proseguire la discussione con una approccio sovraterritoriale che metta al centro la gestione equa, razionale e sostenibile della risorsa idrica, con un approccio circolare che riduca gli sprechi”.
Secondo Legambiente serve tenere assieme la tutela delle attività agricole, produttive e turistiche con la tutela dell’ecosistema e delle peculiarità paesaggistiche che in assenza di acqua rischiamo di perdere completamente. Per non parlare delle conseguenze ecologiche e igienico sanitarie che potrebbero scatenarsi con il mancato deflusso degli scarichi fognari, le morie di pesci e il moltiplicarsi di insetti e zanzare. L’auspicio di Legambiente è quello che gestori e consumatori lavorino in sinergia per un cambio di passo nella governance, fino ad oggi responsabile di scelte e di mancati interventi di manutenzione che nel tempo hanno portato alle criticità attuali. “Non è più possibile esimersi dal dirigere le politiche e gli investimenti anche verso tecnologie e soluzioni che consentano l’efficientamento dei sistemi di depurazione e il riuso delle acque reflue, dato che hanno un potenziale enorme di 9 miliardi di metri cubi all’anno, sfruttato in Italia solo al 5%”. aggiunge Tosato.
“Serve riorganizzare i flussi d’acqua con soluzioni eque per un problema che riguarda tutti, ma serve anche partire con l’implementazione dei sistemi di depurazione urbana e delle infrastrutture per il riuso delle acque depurate – conclude Tosato – perchè queste hanno una portata continua e costante. Inoltre serve una campagna di sensibilizzazione per superare i pregiudizi. Magari non si risolveranno i problemi per l’estate 2023, ma per le prossime sì e se nel frattempo non si sprecasse oltre 250 miliardi di litri di acqua pulita ogni anno per diluire l’inefficace depurazione e le negligenze passate e presenti delle attività produttive del vicentino, il LEB potrebbe diventare, almeno temporaneamente, un aiuto concreto anche per la Città di Padova”.
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(Legambiente Padova)