Comune di Padova: emergenza idrica, il Comune chiede un coordinamento regionale per lo sfruttamento delle risorse, alla luce della situazione di siccità attuale

Sabato 4 marzo il vicensindaco Andrea Micalizzi e l’assessore all’ambiente Andrea Ragona hanno tenuto una conferenza stampa per esprimere preoccupazione in merito alla situazione in cui versano i nostri fiumi e corsi d’acqua, vista l’emergenza idrica dovuta alla grande siccità degli ultimi mesi.  

Durante l’emergenza della scorsa estate, che ha visto i canali padovani versare in condizioni di secca inedita ed eccezionale, il Comune di Padova ha convocato un tavolo permanente di confronto con tutti gli enti coinvolti. Oltre al Comune sono presenti il Genio Civile, il Consorzio di Bonifica Bacchiglione, AcegasApsAmga, ovvero il gestore del servizio idrico integrato per la città di Padova, Ulss e Arpav.  La questione infatti, come si è potuto constatare la scorsa estate, porta con sé problemi di tipo ambientale, economico e connessi con la salute pubblica.  

Venerdì 3 marzo si è tenuta una nuova riunione di questo Tavolo Permanente sulla Siccità, durante la quale è stata fatta un’analisi della situazione attuale e sono state affrontate alcune possibili soluzioni e a seguito della quale il vicesindaco Andrea Micalizzi dichiara: “La fotografia della situazione attuale è estremamente allarmante. Il quantitativo di pioggia e neve finora è inferiore ad ogni classifica storica e i nostri fiumi e corsi d’acqua registrano una portata al di sotto del 50% della media, in un momento in cui non è ancora iniziata la stagione irrigua. Durante gli incontri periodici del Tavolo Siccità abbiamo monitorato la situazione e già mesi abbiamo dato un primo allarme, finora rimato inascoltato. Abbiamo scritto alla Regione una lettera nella quale, a fronte dei dati, abbiamo chiesto un incontro per ragionare sulle misure da prendere insieme perché a fronte di una situazione idrica mutata, va ripensata la politica di gestione dei corsi d’acqua nella Regione. Abbiamo anche elaborato una proposta, grazie al lavoro costante degli enti tecnici regionali i quali, dati alla mano, ci dicono che una riorganizzazione dei flussi d’acqua è possibile con piccole portate d’acqua. Ad esempio potremmo utilizzare l’acqua del fiume Adige attraverso il canale artificiale Leb, utilizzato in particolare per l’irrigazione, che collega le acque ad Ovest della Regione con il territorio padovano. Con una portata minima per l’Adige, 5mc al secondo, e solo all’occorrenza, potremmo dare sollievo a tutto il nostro territorio. E’ una prima proposta di cui discutere ma è necessario farlo con urgenza. Siamo consapevoli che la coperta è corta e non puntiamo il dito contro nessuno, ma se l’anno scorso la nostra città è stata particolarmente colpita dal fenomeno della siccità per la sua conformazione territoriale, quest’anno il problema sarà purtroppo più esteso e va gestito in maniera comune. Oggi sentiamo parlare di piani di investimento per opere che dovrebbero risolvere la situazione. E’ giusto riorganizzare le infrastrutture per una migliore gestione, ma per le opere servono anni e questi argomenti non ci mettono al riparo da quanto accadrà nel prossimo futuro, nei prossimi mesi. Da parte degli uffici tecnici regionali c’è grande consapevolezza, ora serve che la politica affronti il tema e le misure che immediatamente possiamo mettere in campo, per capire come organizziamo un’estate che è alle porte”.

L’assessore all’ambiente Andrea Ragona aggiunge: “La situazione di partenza per il nostro territorio è peggiore rispetto allo scorso anno e le conseguenze che la scorsa estate abbiamo visto a partire da luglio potrebbero essere anticipate di qualche mese: moria di pesci cui conseguono problemi di tipo igienico sanitario e odori, il raffreddamento dell’inceneritore, il proliferare di zanzare e quindi il moltiplicarsi di focolai di virus come la West Nile. Servirebbero 4 ore di pioggia al giorno per 5 mesi consecutivi per rimediare ed è quindi chiaro che non possiamo contare sull’aiuto dei fenomeni atmosferici. Inoltre va tenuto in considerazione che oggi il problema non riguarda l’acqua potabile, ma, o arriva un anno piovoso, o nel giro di due tre anni avremo un’emergenza ulteriore. La falda a Villaverla, in provincia di Vicenza dove pesca il nostro Acquedotto, oggi è a 51 metri slm; lo stato di guardia inizia a 49 e a 42 è considerato stato di crisi. Se non si inverte subito la tendenza ci troveremo senza acqua potabile.  Le soluzioni tecniche ipotizzate dal Consorzio di Bonifica Bacchiglione sono manovre plausibili che garantirebbero un sollievo al nostro territorio. L’Adige è considerato uno degli ultimi fiumi che può andare in crisi, proprio perché conta su un bacino montano dove ad oggi l’apporto di acqua è più garantito, seppur in crisi, ma il tema va gestito a livello regionale, da chi ha competenza in materia, altrimenti il rischio è quello di una strumentalizzazione e di una “guerra dell’acqua” che non fa bene a nessuno. Da parte nostra possiamo solo proseguire rinnovando le ordinanze già in essere che limitano i consumi d’acqua e impediscono l’accesso ai fiumi, ma serve che chi ha competenza su queste decisioni ascolti i pareri tecnici e individui subito le soluzioni in modo da arrivare preparati al momento di necessità. Stiamo vivendo sulla nostra pelle gli effetti dei cambiamenti climatici e per far fronte a questa crisi ambientale e mitigarne gli effetti serve che tutti gli enti lavorino in sinergia, ognuno per le proprie competenze, guardando al benessere e alla tutela di tutto il nostro territorio. Altrimenti si aggraverà di anno in anno una situazione già molto critica, con conseguenze irreversibili sulle vite di tutti noi”.

(Padovanet – rete civica del Comune di Padova)