Il ruolo strategico dell’head hunter nell’era dello smart working

Come è cambiato il recruiting nel periodo post-pandemico? In che modo sono evoluti i processi tradizionali? É questa la domanda a cui Reverse, società di headhunting, ha risposto con la sua analisi “Affidare la ricerca del personale in outsourcing: la situazione oggi”.

Partiamo da una panoramica. Il periodo post-pandemico che stiamo vivendo ha avuto un enorme impatto sulle dinamiche lavorative e, in questo contesto, termini come lavoro fluido, smartworking, digitalizzazione, agile working sono entrati nel nostro quotidiano.

Parlando del processo di selezione del personale, possiamo individuare 4 aree che sono state completamente rivoluzionate e che si sono adattate alle nuove richieste del mercato:

  • Job Description. La descrizione della posizione lavorativa è diventata un elemento chiave per attrarre nuovi talenti e, per questo motivo, per essere efficace è necessario che sia specchio della cultura e dei valori aziendali, dettagliata, caratterizzata dal tono di voce del target di riferimento.
  • Utilizzo dei dati. L’attività di valutazione e screening dei curriculum si è evoluta e, in questo contesto, l’AI riveste un ruolo fondamentale. La combinazione tra dati e tecnologia consente ai reparti HR di individuare candidati in linea in modo veloce e preciso. Inoltre, l’anonimizzazione dei curriculum consente di

minimizzare il rischio di bias inconsci favorendo diversity e inclusione.

  • Il vantaggio più impattante dell’utilizzo dei dati nella ricerca e selezione è il risparmio di tempo. Grazie agli analytics, i professionisti delle Risorse Umane possono dare ampio spazio al rapporto human to human, applicando e testando tecniche innovative in tutte le fasi della candidate experience.
  • Talent Attraction. I talenti hanno necessità sempre più precise e un ampio ventaglio di possibilità lavorative tra cui scegliere, per questo motivo è bene considerarli come veri e propri clienti ai quali “vendere” l’organizzazione come posto di lavoro. Per fare ciò, l’HR può contare su strategie di talent attraction e di candidate experience, senza dimenticare di curare l’employee retention.

Qual è quindi il supporto che un head hunter può dare ai reparti HR?

Iniziamo dicendo che avvalersi di una società di headhunting per le proprie ricerche non significa essere esclusi dal processo. Se ci si rivolge a società dotate di tecnologie e processi all’avanguardia, il reparto HR sarà sempre coinvolto in tutte le fasi della ricerca. Ma passiamo ora ad esaminare perché affidarsi ad un head hunter è strategico e quali sono i 3 vantaggi principali che possono nascere da questa collaborazione:

  • Supporto nella ricerca di profili altamente specializzati. I cosiddetti “unicorni” sono figure che tutti ricercano, ma che in pochi riescono ad assumere. Il supporto di un head hunter, grazie alle sue strategie innovative, alla tecnologie e al network, può davvero fare la differenza.
  • Talvolta i reparti HR si ritrovano sommersi di lavoro e non riescono a dedicarsi alla ricerca di personale. In questi casi, ingaggiare una società di head hunting può essere la scelta ottimale.
  • La Great Resignation ha aggravato ancora di più le problematiche relative alla perdita di talenti. Le dimissioni improvvise di una figura chiave possono essere davvero difficili da gestire e spesso i reparti HR non hanno tempo e mezzi per intervenire tempestivamente. Anche in questo caso, affidarsi ad una società esterna diventa una soluzione efficace per effettuare una ricerca precisa riducendo notevolmente il time-to-hire.