Morcellini, ex AgCom: “Che errore vietare i confronti in tv!”


“Sul Corriere.it una intelligente e interessante operazione di supplenza dopo la bocciatura per Porta a Porta”
Roma, 12 set. “L’errore fondamentale è stato quello di bocciare ‘Porta a Porta’ e mi dispiace dirlo, visto che anche io in passato sono stato fra i membri dell’Autorità di garanzia nelle Comunicazioni “. E’ quanto premette Mario Morcellini, ex commissario AgCom, intervistato dalla AdnKronos, a proposito del mancato confronto tv fra i leader dei due partiti che gli ultimi sondaggi pubblicati hanno dato in testa, ovvero Giorgia Meloni di Fdi ed Enrico Letta del Pd; confronto che si svolgerà invece oggi pomeriggio su Corriere.it, il sito web del ‘Corriere della Sera’.
Per Morcellini, “non è normale che in un Paese democratico non si ritenga un dovere e un servizio essenziale quello di affrontare l’incertezza elettorale, che è dolorosa perché indica il fatto che evidentemente manca un sufficiente livello di informazione, il che aumenta anche l’astensionismo o quanto meno non lo combatte. Non è pensabile proibire un confronto fra i primi due, perché ci sono anche un terzo e un quarto, e poi magari un quinto e un sesto, a rivendicare la par condicio… Limitare i confronti vuol dire essere, di fatto, corresponsabili dell’aumento dell’astensionismo. La grande incertezza di voto si può ‘curare’ solo in un modo: aumentando la quota dell’informazione”.
Da questo punto di vista, osserva Morcellini, “il ‘Corriere della Sera’ ha fatto un’operazione intelligente e interessante di ‘supplenza’. Del resto, questa legge elettorale è in gran parte maggioritaria e non si può non tenere conto delle forze in campo, visto che si fonda sulla alternanza delle forze principali. Semmai, si potrebbe fare una media ponderata fra i risultati elettorali effettivi raggiunti alle ultime politiche o europee e la media dei sondaggi”.
Purtroppo, aggiunge, “il guaio di questa campagna elettorale è il tempo limitato dato all’informazione politica, in una stagione particolare come l’estate. Chiunque abbia deciso, avendone la facoltà, di mettere limiti, non ha tenuto conto che gli italiani hanno dato tante prove in passato di un aumento del bisogno di informazione; e la politica dovrebbe saperlo…”.
(di Enzo Bonaiuto)

(Adnkronos)