Venezia, 10 set. (Adnkronos) – Per riportare la gente nelle sale cinematografiche italiane “ci vuole intanto il coraggio e lo sforzo produttivo, he spessissimo in Italia non c’è, poi c’è la promozione, cioè far sapere che c’è quel film in sala, ma il problema più grande, a parer mio, è che si fanno film brutti. Io continuo a vederne tantissimi, e ogni volta mi chiedo: ma con registi della madonna, attori della madonna, perché hanno fatto questo film?”. Non la manda a dire Alessandro Borghi, a Venezia per presentare il suo nuovo film ‘The Hanging Sun – Sole di Mezzanotte’, il film di Sky Original diretto da Francesco Carrozzini e prodotto da Cattleya, Groenlandia e Sky, che chiude stasera la 79ma Mostra di Venezia nella sezione Fuori Concorso.
“Credo che sia perché, seppur in modo diverso, ciascuno qualche modo nel farlo sia influenzato dal chiedersi cosa piace al pubblico, e cerchi di fare film che piacciono a tutti. Ed è il modo migliore perché non piacciano a nessuno”, dice Borghi analizzando la crisi delle sale italiane. L’attore racconta: “Quattro giorni fa ero a Londra. Come sempre, vado all’IMax e vedo qualunque film riesca a vedere. Lì il biglietto costa 28 sterline, e la sala era piena. E’ vero che era ‘Top Gun Maverick'”, ma “vedere quella sala piena mi ha fatto un effetto strano. Quest’anno ci sono stati dei film che non hanno fatto i numeri che facevano prima del Covid, poi esce Spiderman e fa 47mila miliardi, quindi significa che meccanicamente la gente esce ancora per andare al cinema. Dunque mi sono chiesto cosa ci sia ‘nel mezzo'”.
“La responsabilità -prosegue l’attore- è quella di riuscire a convincere queste persone che non c’è soltanto il cinema mainstream a cui portare i figli, ma c’è anche un sacco di altra roba che vale la pena di andare a vedere”. Un problema molto sentito dal bravissimo attore italiano, protagonista del thriller noir presentato a Venezia con una produzione internazionale e che vede tra i protagonisti anche Jessica Brown Findlay, Sam Spruell, Frederick Schmidt e Raphael Vicas ed è tratta dal best seller di Jo Nesbo ‘Sole di Mezzanotte’.
“Io questo lavoro senza la sala non lo voglio fare -sottolinea Borghi ai giornalisti- Cerco di fare cinema associandolo il più possibile all’idea che avevo da ragazzino, quando c’era la condivisione della sala”. Bisogna cioè “cercare di capire che non sempre se un film lo fai con Borghi vuol dire che è bello -dice chiaramente l’attore- Questa cosa bisogna rientrare nella mentalità che si deve cominciare a riguadagnarsela sul campo”. Ognuno “di noi deve ricominciare a recitare, a dirigere e a scrivere come se fosse l’ultimo film che fa perché se no non lo chiamano più”.
“Io sono innamorato di questo lavoro, sono stato negli anni molto fortunato, ho preso parte a progetti bellissimi con i quali sono cresciuto e mi sono arricchito”, aggiunge Borghi, che spiega cosa l’ha guidato nell’interpretare ‘The Hanging Sun’: “Per tutto il tempo ho cercato di ricordarmi che quando qualcuno ti da la possibilità di fare questo lavoro tu devi essere in grado dare indietro qualcosa. Il fatto di essere pagato, e anche tanto, per fare questo mestiere deve essere una cosa che non bisogna mai dare per scontata. Perché ora sto qui a rispondere alle vostre domande, ma l’anno prossimo può essere che mi apro un banco de cocomeri a Porta Portese”.
(Adnkronos)