RAPPORTO ISPRA SUL CONSUMO DI SUOLO: SEGNALI CONTRADDITORI

Anche quest’anno è stato pubblicato il Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA).

Padova rimane tra i comuni con più suolo consumato, quest’anno arrivato al 49,6%, la percentuale più alta tra i comuni del Veneto, per un totale di 4612 ha, il terzo valore assoluto nella regione. Ci sono però segnali incoraggianti sui valori di incremento di suolo consumato nel periodo 2020-21, fermatosi a 2.56 ha con 1,32 mq per abitante, il secondo valore più basso in tutta la regione, dopo Belluno.

“Questi dati vanno analizzati anche con la prospettiva dello sviluppo urbano futuro e, come abbiamo più volte sottolineato – dichiara Francesco Tosato, Vicepresidente di Legambiente Padova – con il nuovo Piano degli Interventi si prevede di eliminare  3,8 milioni di metri quadri di urbanizzazione prevista dal piano precedente. Il piano però deve ancora essere approvato definitivamente e il rischio che subisca della variazioni esiste”.

“Chiediamo pertanto che l’unica variante che debba essere approvata sia quella del Piano di Assetto Territoriale (PAT) attualmente in vigore, sovradimensionato oltre ogni ragionevole limite rispetto alle previsioni demografiche e al reale fabbisogno. Essendo il PAT gerarchicamente sovraordinato al PI, se le previsioni del primo non venissero modificate, resterebbe aperta la possibilità che in futuro con un nuovo Piano degli Interventi, che ha durata quinquennale, o anche semplicemente con una Variante parziale al Piano si possa riproporre l’urbanizzazione delle aree di espansione oggi cancellate” conclude Tosato.

Se allarghiamo lo sguardo – commenta Sergio Lironi, Presidente Onorario di Legambiente Padova – la Regione Veneto, con la Lombardia, continua ad essere all’apice delle regioni caratterizzate dai valori più alti di consumo di suolo.

La legge regionale 14 del 2017 e il DGR 668 del 2018 proponevano di ridurre detto valore a 400 ha/anno, con un incremento percentuale annuale non superiore allo 0,17%. Di fatto invece, secondo i dati ISPRA, i valori registrati negli ultimi quattro anni sono stati pari a: 826 ha per il 2018 (+0,38%); 790 ha per il 2019 (+0,37%); 810 ha per il 2020 (+0,37%); 683 per il 2021 (+0,31%).

Gli effetti dei provvedimenti regionali sono dunque stati decisamente limitati. Questo perché si sono previste troppe deroghe, stabilendo che nel conteggio del consumo di suolo non rientrassero  le aree di urbanizzazione consolidata e le opere pubbliche di interesse rilevante, come  nuove strade e superstrade o i poli logistici.

Sono necessari, dunque, una radicale revisione della legge e più stretti limiti al consumo di suolo, non solo da parte dei Comuni, ma anche in relazione alle opere di competenza od interesse regionale”.

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(Legambiente Padova)