Addio a tutta la plastica? No, a volte serve davvero!

La plastica è oggi uno dei materiali più demonizzati e messi all’angolo perché responsabile di diversi problemi ambientali. È dannoso prelevare le materie prime da cui ha origine come il petrolio e il metano, è dannoso produrla perché i processi industriali inquinano e poi è dannosa di per sé per l’ambiente perché indistruttibile. Tuttavia, è bene approfondire un attimo il discorso e non fare di tutta l’erba un fascio. Forse non tutti si rendono conto che non è possibile dire per sempre addio alla plastica e ai suoi derivati come gomma e poliuretano perché sono materiali che quando servono, servono eccome!

Quando la plastica rappresenta un problema ambientale

Il problema ambientale sta nel fatto che spesso si fa un largo, larghissimo uso di materie plastiche, soprattutto imballaggi leggeri, quando in realtà non è necessario e possono invece essere sostituiti con altre soluzioni rispettose dell’ambiente. Ma non è finita qui: parte del problema sta nella dispersione di questi materiali in natura e in una scorretta o mancata raccolta differenziata che ne impedisce il riciclaggio.

La plastica è un tipo di materiale che non si disintegra in natura ma piuttosto si spezzetta in parti sempre più piccole, denominate oggi microplastiche che vanno a inquinare falde acquifere e suolo, ritrovandole poi in tutti quello che mangiamo, prodotti ittici in primis poiché in mare ci sono intere isole grandi come Stati di rifiuti di plastica.

Quando la plastica serve davvero

Come già anticipato prima, la plastica tuttavia è un materie indispensabile che ha rivoluzionato interi settori, a partire dal quello dell’industria. Esistono tantissimi tipi di materie plastiche in base alla lunghezza dei polimeri di cui sono composte.

La plastica, la gomma, il poliuretano etc. hanno caratteristiche uniche come resistenza, elasticità, leggerezza, versatilità. Sono proprie queste caratteristiche che hanno fatto sì che la plastica sia così diffusa perché non c’è altro materiale al mondo capace di garantire lo stesso. Ovviamente, va usata nel modo giusto e quando serve davvero. Ha portano grandi rivoluzioni nel settore produttivo dove moltissime componenti sono infatti in plastica e derivati. Ne sono un esempio i rulli per nastri trasportatori nelle catene di montaggio e di confezionamento.

Trova applicazione in tanti campi diversi grazie alla sua versatilità visto che si usa per produrre ogni genere di cosa. Basti pensare che oggi le stampanti in 3D usano materiali plastici e bioplastiche per creare addirittura protesi e organi. È un materiale che si contraddistingue, come già detto prima, per la sua resistenza e longevità. Non teme usura, calore, trazione. Si tratta di un prodotto igienico perciò compatibile con gli alimenti aumenta la durata e prevenendo la formazione di muffe che ne causano il deperimento. È altresì malleabile perciò non è possibile abbandonare per sempre la plastica ma occorre comunque trovare dei sostituti come possono esser le bioplastiche, cioè composti realizzati con prodotti biocompatibili. Dall’altro lato risulta però indispensabile ridurla dove non serve e differenziarla nel modo corretto affinché possa esser riciclata in modo corretto per diventare nuovamente input nel sistema produttivo.