Barberio Corsetti a Mollicone: “Al teatro Argentina ‘Catarina e a beleza de matar fascistas’ è contro violenza”


“Lo spettacolo contiene un vero e proprio rifiuto della violenza sia fisica che verbale”
Roma, 13 apr. “Lo spettacolo in realtà pone in modo problematico il tema della violenza e tra l’altro nella sua parabola contiene un vero e proprio rifiuto della violenza: apre un dibattito sul rifiuto della violenza, di quella fisica come di quella verbale”. E’ quanto tiene a sottolineare, intervistato dalla AdnKronos, Giorgio Barberio Corsetti, consulente artistico del Teatro di Roma, chiamato in causa – per la scelta dello spettacolo ‘Catarina e a beleza de matar fascistas’, inserito nel cartellone stagionale del teatro Argentina, dove sarà in scena fino a domani – dall’esponente di Fdi Federico Mollicone, che ha chiesto al sindaco Roberto Gualtieri e all’assessore capitolino alla Cultura Miguel Gotor di sospenderlo.
“Questa pièce pone delle questioni e delle riflessioni, come tutti gli spettacoli devono fare e come vuole la tradizione teatrale, dalle tragedie greche al teatro brechtiano – ricorda Barberio Corsetti – Quanto all’autore e regista Tiago Rodrigues, è uno dei più grandi drammaturghi della nostra epoca, nuovo direttore del Festival d’Avignone; e lo spettacolo prodotto dal Teatro Nacional di Lisbona ha un respiro internazionale”, in coproduzione fra gli altri con il Wiener Festwochen di Vienna, Emilia Romagna-Teatro di Modena, Théâtre de la Cité di Tolosa, Festival d’Automne di Parigi, Comédie di Caen, Teatro di Liegi, Teatre Lliure di Barcellona e appunto il Teatro di Roma.
“Discutendo con Tiago Rodrigues, in un incontro con il pubblico, l’autore e regista portoghese ha sottolineato come lui si schieri sempre dalla parte del dialogo e del confronto, che sono insieme la fragilità e la forza di una democrazia, rispetto all’incitamento alla violenza fisica e verbale – riferisce Barberio Corsetti – Lo spettacolo non dà risposte risolutive, ma pone delle domande: è un teatro di parola, su cui il pubblico è chiamato a riflettere all’interno di una tragedia al tempo stesso classica e contemporanea”.
(di Enzo Bonaiuto)

(Adnkronos)