Cristianesimo e Emanuele Severino: quali possibilità di confronto? Volume scaricabile gratuitamente

È uscito il volume Cristianesimo e Emanuele Severino: quali possibilità di confronto? Approcci filosofici e teologici, a cura di Andrea Toniolo e Ines Testoni (Padova University Press, Padova 2021, pp. 276, isbn 9788869382819). Il libro, disponibile gratuitamente in formato pdf a questo link , raccoglie i contributi presentati al seminario promosso il 24 giugno 2021 da Facoltà teologica del Triveneto e Master in Death studies & the end of life del dipartimento Fisppa dell’Università degli studi di Padova (notizia e video dell’intero seminario a questo link).
La proposta ha offerto a esperti, ricercatori e studiosi un ampio spazio di riflessione di rilevanza nazionale e internazionale sul rapporto tra cristianesimo e il pensiero di Emanuele Severino, approfondendo alcuni temi del pensiero del filosofo che hanno dato vita a una accesa discussione in ambito accademico e nella chiesa.

Riportiamo la prefazione di Andrea Toniolo

«Misurarsi con la morte come dimensione decisiva dell’esperienza umana originaria […] rappresenta un’insopprimibile condizione dell’uomo di ogni tempo. Anche oggi, epoca in cui l’uomo è tentato di considerarsi “solo come il suo proprio esperimento”, gli strabilianti tentativi della tecnoscienza di allungare la vita occultando la morte non riescono a liberare l’uomo dal rumore di fondo che questa imprime a tutto l’arco della sua esistenza». Sono alcuni passaggi della relazione che il cardinale A. Scola tenne il 20 marzo 2009 a Padova, in dialogo con il filosofo E. Severino. I due pensatori, entrambi ex-allievi del filosofo Bontadini, si confrontarono con il “rumore di fondo” della morte. Fu quello uno dei momenti più significativi del dialogo che la Facoltà Teologica del Triveneto ha sempre coltivato con l’Università di Padova. Il confronto con Severino, grazie in particolare alla professoressa Ines Testoni, avvenne anche in altre occasioni, soprattutto attorno ai temi escatologici, così centrali nel cristianesimo, così rilevanti in molte opere di Severino. Il presente volume è il punto di arrivo di un percorso, che come attestato dai vari contributi, si è sempre mosso nella verità, senza nascondere le fatiche, le incompatibilità, ma allo stesso tempo riconoscendo dei varchi di accesso tra cristianesimo e il sistema severiniano.

Sono convinto che, anche se la teologia non è fisicamente (purtroppo) dentro il mondo universitario laico, vi appartenga essenzialmente, naturalmente, originariamente. Questo è un bene per la teologia. Questo è un bene per l’università. Ciò che qualifica il logos del cristianesimo è il dialogos, la capacità di instaurare ponti tra le forme di intelligenza del reale, anche se sono o appaiono distanti, inconciliabili. Il cristianesimo è fin dall’inizio un processo di incarnazione nelle culture, in Occidente, come nel mondo intero, anche in quelle che sono più lontane, certo in forma dialettica tra ospitalità e profezia. Penso che la serie di saggi qui raccolti esprima tale carattere dialettico del rapporto tra rivelazione cristiana e le diverse razionalità.

Ho avuto diverse occasioni di incontrare personalmente il filosofo bresciano. Una volta, in occasione di un convegno a Padova, mi chiese di visitare la Basilica di sant’Antonio, perché si ricordava che il papà lo portava spesso, da piccolo, a Padova alla tomba del Santo. Aveva vivo questo ricordo dell’infanzia. Chiesi a un frate conventuale, professore di storia, di farci da guida. Dopo quasi due ore di spiegazione dettagliata della storia e dell’arte cristiana contenuti in quella Basilica, Severino manifestò visibilmente la sua ammirazione e gioia. Il cristianesimo è stata la sua prima matrice di emozioni e pensieri.

Sono sempre rimasto colpito da una parte dalla sua squisita gentilezza e disponibilità al dialogo, dall’altra dalla severità con cui tratteggiava il cristianesimo, quello della mediazione greca, occidentale, aristotelico-tomista. Il contrasto, tuttavia, con la posizione del magistero cattolico, che egli stesso riconosceva coerente, non ha però fermato il confronto, il dialogo, gli scambi. E mi ha sorpreso cogliere il grande interesse, da parte di autorevoli teologi e filosofi cattolici, come pure di interpreti più rigorosi di Severino, nel costruire un tavolo di pensiero, nel cogliere possibili varchi di accesso, senza nascondere le differenze. Il confronto, del resto, con un pensiero diverso, critico, è sempre fecondo, perché costringe a rivisitare i propri linguaggi, ad allargare la propria forma mentis, a porsi in ascolto dell’humanum, delle esperienze antropologiche fondamentali.

Desidero rinnovare i ringraziamenti a tutti gli autori dei vari contributi qui raccolti, e in particolare alla professoressa Testoni per il grande e prezioso lavoro di promozione e di coordinamento svolto. La sua tenacia ha portato frutto.

(Facoltà Teologica del Triveneto)