QUARTA LINEA INCENERITORE INUTILE E DANNOSA

Sulla quarta linea dell’inceneritore il “nuovo” progetto di HestAmbiente conferma i peggiori timori già espressi da Legambiente nelle osservazioni del marzo scorso, che riguardano anche la Regione è intenzionata a concedere rapidamente l’autorizzazione del nuovo impianto a San Lazzaro. Con un classico “blitz di Ferragosto” HestAmbiente e Regione cercano di far passare una proposta rifiutata da tutti, approfittando della pausa estiva. Non a caso la Regione ha concesso solo quindici giorni per le nuove osservazioni e una settimana è già passata. Per prima cosa chiediamo la proroga della scadenza.

Hestambiente ha finalmente ammesso ciò che tutti sapevano: la quarta linea non è al servizio né del capoluogo né di Padova e provincia bensì di tutta la Regione.

Padova, notoriamente tra le città più inquinate d’Italia e d’Europa non ha certo bisogno  bisogno di un forno che bruci 245mila tonnellate di rifiuti all’anno in città, ovvero tra il 60% e l’80% dei rifiuti del Veneto. Questo sarebbe il risultato se la Regione approvasse definitivamente il progetto pur con la dismissione delle linee 1 e 2.

Legambiente sarebbe favorevole all’ammodernamento se si chiudesse anche la terza linea, ma HestAmbiente lo esclude, anche se le tre linee attuali sono sovradimensionate.

Nelle dichiarazioni d’intenti la Regione sbandiera la transizione ecologica e l’economia circolare: ora sta dimostrando che sono solo chiacchiere.

I fatti dicono ben altro: con la raccolta differenziata che aumenta anno dopo anno e la conseguente diminuzione delle quantità di rifiuto secco da smaltire è necessario rivedere al ribasso la capacità dell’inceneritore di San Lazzaro rispetto a quella attualmente autorizzata.

L’obiettivo di un’ulteriore drastica riduzione del rifiuto secco, necessario e indispensabile evidentemente non ha guidato gli amministratori regionali: quando HestAmbiente ha presentato il suo progetto la Regione non aveva ancora approvato il nuovo Prgr cioè il “piano rifiuti”.  Con il piano scaduto l’Ente Regionale procedeva  in modo  quanto meno inappropriato, non essendoci una programmazione definita. Non vi era  quindi il  contesto adatto a concedere nemmeno la partenza dell’iter per la IV linea. E non c’è ancora, perché per il momento è stato solamente dato un incarico ai tecnici per il nuovo Piano che non sappiamo quando sarà approvato.

HestAmbiente poi ammette che si smaltiranno  residui di Pfas ma non è per ora chiaro con quale metodologia  verrebbe distrutta la molecola,  né dà reali risposte alla richiesta che venga eseguito uno studio epidemiologico su tutte le emissioni inquinanti.

La quarta linea, dunque, risponde solo ad una dannosa e semplicistica logica: scaricare tutto dove già c’è un impianto. Non avvantaggia in nessun modo Padova e chi ci vive, produce e lavora. E nemmeno il Veneto che così perde ancor più la bussola dello sviluppo sostenibile che nella gestione dei rifiuti  vuol dire potenziamento della raccolta differenziata porta a porta, tariffazione puntuale, riutilizzo e riciclaggio, investimenti negli impianti innovativi dell’economia circolare. Questa è la vera transizione ecologica.

Legambiente Padova chiede fermamente alla Regione di non autorizzare il progetto  con le quantità di rifiuti previsti in quanto di fatto si trasformerebbe in un ampliamento dell’impianto. Invita l’Amministrazione tutta, soggetti politici e sociali, organizzazioni territoriali, categorie economiche, associazioni, comitati e cittadini a manifestare subito e apertamente la propria risoluta opposizione all’ampliamento di San Lazzaro, per fare esercitare la massima pressione sulla Regione.

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(Legambiente Padova)