Storia: scoperta, ‘il milione’ di marco polo tradotto in latino dai frati domenicani (2)

(Adnkronos) – La pergamena è in latino, scritta da un notaio padovano e sostanzialmente certifica l’accettazione da parte dei frati Domenicani, riuniti in capitolo, di un ingentissimo lascito testamentario da parte di un ricco e probabilmente mercante veneziano di Santa Trinità chiamato Giovanni Dalle Boccole, che era morto nel 1321. Questo lascito come specifica lo stesso attestatore, era destinato “all’amplificazione” della chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.
Il ritrovamento della pergamena è importante perché non lascia dubbi sull’effettiva esistenza di uno stretto scambio tra il mercante e i predicatori, che per lui eseguirono una traduzione “Z” del libro, ossia latino-veneziana: tra i firmatari riuniti a capitolo nel convento, compare infatti anche il nome di “Marco Paulo de confinio Sancti Iohannis Grisostomi”.
“La pergamena in questione attesta la presenza di Marco Polo nel capitolo dei frati predicatori dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia – continua Bolognari – Questa menzione è particolarmente importante per due motivi: il primo è che abbiamo un’attestazione della vita di Marco Polo una volta tornato dal viaggio in Cina, nel 1295, e serve quindi ad illuminare una nuova tappa nel cammino di Marco. Il secondo motivo, che è ancora in via di approfondimento, è il risvolto filologico che ha questa scoperta sul Milione. La teoria che viene quasi confermata da questo documento è che Marco Polo, una volta tornato a Venezia dalla prigionia genovese conclusasi nel 1299, avesse rivisto una nuova versione della sua opera insieme ai frati predicatori dei Santi Giovanni e Paolo, quindi i i frati veneziani”.

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