Quando è stata avviata, nel 2008, la specializzazione biennale in Teologia spirituale del ciclo di licenza della Facoltà teologica del Triveneto (scarica il pieghevole) intendeva rispondere alla domanda di approfondimento nel campo della spiritualità. «Una domanda molto diffusa all’interno di una grande confusione su ciò che era la spiritualità, tra new age, richiami all’oriente, forme buddiste, zen…» spiega Luciano Bertazzo (docente di Storia della chiesa e di Storia dell’esperienza spirituale) che all’epoca fece nascere questo secondo indirizzo che andava ad affiancare quello di Teologia pastorale già presente nel secondo ciclo di studi. «In questi anni abbiamo lavorato – prosegue – per orientare la domanda verso la proposta cristiana di un itinerario spirituale, offrendo delle risposte credibili che vengono da un’esperienza credente».
Professor Luciano Bertazzo, qual è la specificità della specializzazione in teologia spirituale?
«La teologia spirituale apre orizzonti di significato, che poi possono – e direi devono – integrarsi con la teologia pastorale: la prima trova i fondamenti che si innestano in modo complementare nella seconda, che porta l’attenzione sulla prassi. È un’interazione feconda».
In questo contesto assume importanza l’“esperienza spirituale”.
«Il percorso teologico viene a strutturarsi entro la proposta cristiana di spiritualità: è una riflessione sulla teologia spirituale cristiana, declinata nei suoi fondamenti e nella lettura di come si è sviluppata nei nodi storici più importanti, dal cristianesimo primitivo al monachesimo, dalla spiritualità mendicante alla spiritualità laicale fino ad arrivare ai nostri giorni. L’esperienza spirituale si colloca all’interno della metodologia di fondo che la Facoltà si è data, ovverosia una riflessione sulla prassi, sulla pratica anche della esperienza spirituale».
Accanto ai corsi fondamentali (teologia spirituale fondamentale, storia dell’esperienza spirituale, teologia e spiritualità biblica), quali altri corsi nell’anno accademico 2021/2022 approfondiranno temi particolari?
«Un tema di rilievo sarà trattato da Sandro Dalle Fratte, che si soffermerà sulla mistica, cioè un’esperienza di Dio che nasce dalla storia, e approfondirà i percorsi mistagogici per questo nostro tempo».
Anche papa Bergoglio figura tra i titoli dei corsi…
«Luciano Luppi proporrà una sintesi fra Ignazio di Loyola e papa Francesco, andando a esplorare l’itinerario, la mistagogia e la spiritualità ignaziane nell’ermeneutica del primo papa gesuita. Ci presenterà una figura di sant’Ignazio e dei gesuiti che, rispetto all’idea di formalità che nell’immaginario collettivo abbiamo dei gesuiti, lascia spazio piuttosto alla creatività e alla fantasia, che sono le caratteristiche incarnate e sollecitate da papa Francesco: l’aprire processi, il vedere la realtà nelle sue sfaccettature poliedriche, oltre all’attenzione alle periferie che viene anche dalla sua esperienza personale».
Altre proposte per una lettura della realtà attuale o per possibili percorsi?
«La simbolica tra vita e fede, nel corso di Giorgio Bonaccorso, e le comunità monastiche fra tradizione e innovazione, nella lettura di Marzia Ceschia».
Quali aperture offre questo biennio di specializzazione?
«È un percorso che – più che avere una spendibilità “economica” – viene ad arricchire la formazione di chi ha già una base teologica (il titolo di baccalaureato). È un dilatare gli orizzonti della conoscenza e dell’esperienza. Potremmo dire che ha una spendibilità spirituale: fa bene all’economia dell’anima».
Per chi non riesca a seguire l’intero biennio come studente ordinario quali opportunità ci sono?
«L’attuale situazione pandemica, se ci ha tolto il contatto in presenza, ci ha offerto però l’opportunità di agganciare e di offrire un servizio a molte più persone tramite la modalità online. Per dirla con papa Francesco: apre processi di opportunità formative. Da qui sono partite già nell’aa 2020/2021 alcune proposte di formazione permanente, mantenendo il livello accademico, che nel prossimo anno si evolveranno con i “Sabati formativi”».
Che cosa sono i “Sabati formativi”?
«È una modalità più flessibile di fruire della formazione teologica, che viene incontro a chi lavora e ha desiderio o necessità di aggiornamento personale o professionale (ad esempio insegnanti di religione, operatori pastorali…). Si tratta di corsi modulari che nel primo semestre tratteranno le pratiche di trasformazione della teologia delle donne, con una lettura del processo storico (Marzia Ceschia) e un approfondimento sui fondamenti e la riflessione teoretica (Lucia Vantini); nel secondo semestre l’attenzione si sposterà ai ministeri delle donne nella chiesa, una riflessione teologico-pratica che sarà guidata da Serena Noceti e Assunta Steccanella».
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Paola Zampieri